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Cronaca San Pio X / Viale della Pace

Adultero, bigamo e "ladro": sentenza mite per il colonnello usa

James Johnson III, di stanza alla Ederle, è stato condannato dalla corte marziale di Kaiserslautern ad una semplice censura e multa da 300mila dollari e resta nell'esercito. Rabbia e sconcerto nell'ambiente militare

Una censura e una multa da 300 mila euro: è la condanna inflitta dal corte marziale di Kaiserslautern al colonnello James Johnson III, comandante della 173esima brigata che ha sede alla caserma Ederle, accusato di adulterio, bigamia e distrazione di fondi. Una condanna decisamente mite che è stata accolta con rabbia negli ambienti militari americani, dovuta - secondo i commenti, anche autorevoli - al "pedegree" dell'ufficiale.

Il colonnello, 48 anni, figlio di un generale ed uscito con il massimo dei voti da West Point, era sposato con la connazionale Kristina, da cui aveva avuto due figli. Durante una delle numerose missioni in Medio Oriente, Johnson conosce Haveen Al-Atar, una giovane donna irachena di cui si è subito innamorato e per la quale organizza un trasferimento in Europa. La moglie viene a conoscenza della tresca e la segnala alle autorità militari. Nel frattempo il militare sposa l'irachena, senza attendere il divorzio ufficiale. Per vederla e sentirla per telefono, non si fa scripolo di utilizzare le risorse americane, arrivando a spendere decine di migliaia di dollari.

"La giustizia militare è una barzelletta - ha scritto il sergente, ora in pensione, John Mackes all´Army Times, il giornale dell´esercito americano -. È evidente che ci siano diversità di trattamento a seconda se si tratti di soldati arruolati o di ufficiali di carriera. Se il col. Johnson fosse stato un soldato semplice sono sicuro che si sarebbe fatto un bel po´ di anni in carcere, oltre che essere congedato con disonore. Invece ne è uscita una sentenza che grida vendetta". Ed è uno dei commenti meno aspri.

Tra i motivi del mancato congedo con disonore potrebbe esserci, infatti, la tutela dell´ormai ex moglie e dei figli, che avrebbero finito col subire le perdite economiche della condanna inflitta al marito e padre. "Di fatto la giustizia militare - ha detto Kristina Johnson all´Us Army Times - si è fatta carico del nostro futuro molto di più di quanto non abbia fatto il col. Johnson".

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