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Cronaca Romano d'Ezzelino

Sabotava gli archivi per poi ripararli: hacker condannato

Secondo le indagini il titolare di una agenzia web e assistenza informatica si è introdotto nella rete interna di un'attività editoriale di Villorba per sabotare i file degli archivi e provvedere lui stesso al ripristino

Otto mesi di reclusione, con la sospensione della pena. Questa la sentenza di condanna emessa stamattina dal Tribunale di Treviso nei confronti di un 27enne di Romano d'Ezzelino finito alla sbarra con l'accusa di essersi introdotto nella rete interna di una azienda editoriale di Villorba e aver sabotato i file degli archivi. Lo riferisce Trevisotoday.

Un lavoretto in pieno stile hacker che l'uomo avrebbe però svolto dall'interno: lui infatti, titolare di una agenzia web e assistenza informatica, aveva accesso ai server in quanto svolgeva il lavoro di manutenzione e protezione della rete. Per l'accusa, che aveva chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione, il 27enne avrebbe agito in maniera tale da aumentare il proprio fatturato: più problemi al network di cui doveva occuparsi più interventi di lavorazione e quindi più guadagno.

Peraltro, secondo quanto emerso dalle indagini, tra il 27enne vicentino e l'azienda di Villorba i rapporti al tempo dei fatti, che sarebbero accaduti nel 2016, sarebbero stati tesi perché alcuni degli interventi di manutenzione non sarebbero stati pagati. Per seminare il caos all'interno della rete il giovane tecnico informatico avrebbe cambiato i riferimenti dei computer, spostato alcune cartelle contenenti dati dell'amministrazione e criptato una parte dei files. Inoltre avrebbe reso impossibile l'accesso all'archivio, cambiano le password. All'inizio i titolari dell'azienda avevano pensato ad un attacco informatico, poi i sospetti si sono spostati sul tecnico, difeso dall'avvocato Paolo Salandin.

Per il legale del 27enne non ci sarebbe la prova che a mettere fuori uso il sistema di rete sia stato il tecnico, dato che il sabotaggio sarebbe stato possibile anche senza accedere direttamente ai computer dell'azienda. Salandin ha annunciato appello contro la sentenza di primo grado.

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