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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Furti con esplosivo a sportelli Atm: 7 arresti, armi custodite nel Vicentino

Sono 30 gli episodi riconducibili alla banda, commessi tra il 2017 ed il 2020 tra le province di Verona, Vicenza, Bergamo, Lodi, Mantova, Bologna e Modena

Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati mediante esplosivo, detenzione illegale di armi ed esplosivo, tentato omicidio, riciclaggio e rapina. Queste le accuse che hanno portato a sette arresti di soggetti di età compresa tra i 24 e i 50 anni. Si tratta di persone di etnia sinti imparentati tra loro: 4 da Treviso, 1da Vicenza e 1 da Piombino Dese (Padova).

L'operazione è stata condotta dal personale del Reparto operativo – Nucleo investigativo del Comando provinciale carabinieri di Verona, coadiuvato nella fase operativa dai Comandi dell’Arma territorialmente competenti e dalla Compagnia d’Intervento Operativo del 4° Btg. “Veneto” di Mestre.

Tutto è partito nel settembre 2019 con l’attività investigativa denominata “Mestier” (che nel linguaggio dei sinti veneti significa “Giostra”). Operazione che ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale armato, di etnia sinti, dedito in modo sistematico e continuativo all’esecuzione di furti aggravati con l’utilizzo di esplosivo in danno di dispositivi ATM di vari istituti di credito/uffici postali di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

Il modus operandi oramai collaudato prevedeva che il gruppo, all’interno del quale erano stabiliti ruoli ben precisi, raggiungesse l’obiettivo con potenti autovetture rubate, alle quali erano state applicate targhe contraffatte per eludere i sistemi di rilevazione targa comunali. Mentre alcuni si dedicavano a presidiare l’area armati di pistola e armi semiautomatiche, gli altri usando utensili artigianali fabbricati allo scopo inserivano il congegno esplosivo, comunemente detto “marmotta”, nel dispositivo ATM dell’istituto di credito/ufficio postale facendolo deflagrare con l’ausilio di una batteria per auto collegata con un cavo elettrico.

Nel complesso al sodalizio criminale sono stati addebitati 30 episodi commessi tra il 2017 ed il 2020 tra le province di Verona, Vicenza, Bergamo, Lodi, Mantova, Bologna e Modena che hanno fruttato complessivamente circa 1.500.000 di euro. Il più grave è quello avvenuto il 10.02.2020 alle 4, a Legnago (Verona) in danno della locale agenzia “Sparkasse” durante il quale vennero esplosi due colpi di fucile automatico AK47 “Kalasnikov” all’indirizzo di un equipaggio di militari del Norm della compagnia carabinieri di Legnago (Verona) intervenuti durante un ordinario servizio di perlustrazione, che attinsero solo l’autoradio lasciando illesi gli occupanti.

Le attività investigative avevano consentito, quindi, d’individuare il luogo dove i soggetti custodivano le armi ovvero in un casolare abbandonato nella campagna vicentina. Proprio in questa località, nel comune di Montegalda, la notte del 5 settembre 2020, nel corso di uno specifico servizio svolto dagli investigatori, coadiuvati nella fase operativa da rinforzi del comando provinciale carabinieri di Verona e Vicenza, venivano tratti in arresto nella flagranza di reato due dei componenti del sodalizio proprio mentre, unitamente agli altri poi fuggiti, stavano dissotterrando le armi e si stavano apprestando ad eseguire un’altra serie di assalti.

Nella circostanza venivano recuperate due pistole, un revolver ed una semiautomatica, risultate rubate, sette congegni esplosivi (marmotte) già attivati, l’auto utilizzata per gli assalti nonché tutti gli strumenti d’effrazione ed il materiale per il travisamento.

In un box auto di Rubano (Padova) è stata trovata l'auto rubata (svolta nelle indagini) mentre in due box di Mira (Venezia) è stato rinvenuto l'esplosivo e strumenti vari.

Sono stati contestati, in tutto, 45 capi d’imputazione che vanno dall’associazione per delinquere, riciclaggio, rapina, ricettazione nonché il tentato omicidio nei confronti dei militari dell’Arma avvenuto il 10 febbraio 2020.
 

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