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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Contrà San Tomaso

Iva evasa per 54 milioni, due orafi nel mirino della Guardia di Finanza

Concluse le indagini nei confronti di due imprenditori orafi vicentini, riconducibili a due note imprese orafe, accusati di frode fiscale, bancarotta fraudolenta aggravata, corruzione e appropriazione indebita

Ancora due orafi protagonisti di un clamoroso caso di . Questa volta a finire nel mirino della Guardia di Finanza di Vicenza due imprenditori orafi vicentini, legati a due note ditte del settore, accusati di frode fiscale, bancarotta fraudolenta aggravata patrimoniale e documentale, corruzione di pubblici ufficiali e appropriazione indebita.

Le indagini degli uomini del colonnello Morelli hanno consentito di accertare vendite e acquisti "in nero", da parte delle due società, di oro e preziosi per oltre 14 tonnellate, per un valore di oltre 135 milioni di euro ed un'evasione, ai soli fini iva, per circa 54 milioni di euro: nelle compravendite non fatturate sono coinvolte ben 312 imprese orafe operanti su pressoché tutto il territorio nazionale. Rilevata anche la simulazione di un furto, ideata per giustificare, attraverso una falsa denuncia, la "sparizione" di 30 chili di oreficeria e distrazioni di 150 chilogrammi d'oro, utilizzati quale "buona-uscita", per liquidare, in nero, un socio "occulto".

Per coprire contabilmente, almeno in parte, il rilevante ammanco di magazzino, gli imprenditori hanno fatto ricorso a false esportazioni di oltre 500 chili di oro fino pari un valore complessivo di circa 7 milioni di euro, verso inesistenti clienti di Hong Kong, rese possibili dalla connivenza di spedizionieri doganali, denunciati, al pari degli imprenditori, per corruzione.

Dalla documentazione emerge un vero e proprio mercato "in nero" di preziosi che interessa centinaia di imprese in 17 regioni italiane.

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