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Cronaca Arzignano

Concia: 106 milioni evasi al fisco dalla Mastrotto Group

L'operazione "Twin Trust" delle Fiamme Gialle di Vicenza scoperchia un'evasione colossale. Un patrimonio di 1,3 miliardi di euro era occultato in Lussemburgo. 800 lavoratori pagati in parte in nero

Bufera sulla Mastrotto Group di Arzignano, una della più grandi aziende conciarie del distretto della concia della Valle del Chiampo: la Guardia di Finanza ha scoperto una colossale evasione fiscale pari complessivamente a oltre 106 milioni di euro, corrispondenti a redditi occultati al fisco. Inoltre c'è un patrimonio di 1 miliardo e 344 milioni di euro di capitali in "violazione della disciplina fiscale", soldi trasferiti all'estero e occultati al fisco, tramite due "trust" ubicati in Lussemburgo.

A questi vanno aggiunti un "buco" di 9 milioni di euro di pagamenti "fuori busta": per i cinque anni fiscali controllati dalla Guardia di Finanza di Vicenza, dal 2006 al 2011, circa 800 lavoratori all'anno venivano pagati parzialmente in nero, per un importo appunto di 9 milioni di euro, con un carico di ritenute e di contributi Inps non versati. Terzo punto: tonnellate di pellame vendute in nero, "sparite" dalla contabilità ufficiale del Gruppo Mastrotto, per un giro d'affari di circa 10 milioni di euro, soldi che servivano come liquidità per pagare il "fuori busta" ai dipendenti, e che a loro volta hanno generato un'evasione al fisco pari a 2 milioni di euro di Iva. Ma il grosso dell'affare era costituito dai due "trust" - da cui il nome dell'operazione della Guardia di Finanza: "Twin Trust" - ovvero scatole societarie situate in paradisi fiscali. I due fratelli Bruno e Santo Mastrotto, fondatori del gruppo conciario, erano "amministratori e proprietari di fatto di una galassia societaria retrostante alla struttura imprenditoriale attiva in Italia - così si legge nel comunicato delle Fiamme Gialle - formalmente costituita all'estero allo scopo di beneficiare indebitamente di legislazioni fiscali più favorevoli, a danno dell'Erario". I due fratelli avevano costituito un castello di società, ubicate nel Granducato di Lussemburgo, "allo scopo di spossessarsi, almeno formalmente, della proprietà del gruppo: pur rimanendo amministratori delle società italiane, i due fratelli, in sostanza, non ne risultavano più i proprietari".

Inizialmente i due "trust", ognuno dei quali intestati a uno dei fratelli Mastrotto, avevano sede legale nell'Isola di Man, al di fuori dell'Unione Europea, successivamente la sede è stata spostata in un altro "paradiso fiscale", il Lussemburgo. La struttura societaria molto complessa prevedeva tre livelli: in Italia aveva sede la società operativa e la holding italiana, controllate dalla società So.par.if a sua volta controllata dalla Holding 1929 (entrambe lussemburghesi). Quest'ultima holding era controllata da due altre società. Le quali, a loro volta, erano amministrate da due "trust" la cui sede legale era extra-europea (poi spostata anch'essa in Lussemburgo).

L'inchiesta guidata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza sotto il coordinamento del sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza Marco Peraro, ha preso il via da un ramo dell'inchiesta "Reset" in cui uno dei due fratelli era stato accusato di corruzione di alcuni dirigenti dell'Agenzia delle Entrate. Il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza Antonio Morelli, che ha guidato l'operazione "Twin Trust", commenta così il fatto: "Noi continueremo a contrastare questi fenomeni in modo rigoroso, li staneremo tutti - dice il Comandante - Abbiamo le capacità e i mezzo per farlo. Non credo questa sia una struttura unica, c'è chi fornisce chiavi in mano questo tipo di strutture societarie". A gestire la contabilità del Gruppo era una società con sede a Milano. Il recupero dell'evasione e il rientro dei capitali all'estero porteranno centinaia di milioni di euro alle casse dello Stato. La società ispezionata ha già provveduto a versare 800 mila euro di contributi previdenziali non versati all'Inps. "Le sanzioni per attività non dichiarate all'estero anno dal 10 al 50% - dice il Comandante Morelli - Facendo una stima si prevedono entrate per lo Stato di centinaia di milioni".

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