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Cronaca Malo

Evasione fiscale, 10 misure cautelari e un sequestro preventivo di 1,4 milioni

La guardia di finanza di Schio è riuscita a ricostruire i vari passaggi posti in essere da un imprenditore di Malo per sottrarsi alle pretese del fisco

Nella giornata di oggi, mercoledì 14 dicembre, i finanzieri del comando provinciale di Vicenza, sotto il coordinamento della locale procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di un consulente fiscale e un imprenditore, entrambi posti agli arresti domiciliari e dei quali non sono state al momento fornite le generalità, la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare determinate attività nei confronti di otto indagati e il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni e disponibilità finanziarie per circa 1 milione e 400 mila euro.

Le indagini, condotte dalle fiamme gialle della compagnia di Schio, sono nate da approfondimenti effettuati nei confronti di un imprenditore di Malo che ha posto in essere un articolato meccanismo di distrazione del proprio patrimonio al fine di sottrarsi agli ingenti debiti erariali, di oltre 620.000 euro, accumulati nel corso del tempo.

Attraverso l’incrocio dei dati acquisiti tramite le banche dati e gli applicativi in uso al corpo, le evidenze documentali e le tradizionali attività di osservazione e pedinamento, i militari sono riusciti a ricostruire i vari passaggi posti in essere dall’imprenditore per sottrarsi alle pretese del fisco. Nello specifico, le diverse operazioni fraudolente si sono articolate nella effettuazione di operazioni societarie straordinarie, tramite la costituzione di due new companies in cui sono stati distratti gli assets dell’impresa originaria, nella cessione sottocosto dell’immobile dove risiede l’indagato ad un parente, nonché nel trasferimento su conti correnti esteri delle somme di denaro indebitamente sottratte allo stato.

Le attività descritte sono state poste in essere con il concorso determinante di familiari, alcuni prestanome e il coinvolgimento di tre professionisti, nello specifico un avvocato e due consulenti fiscali, uno dei quali ha coniato il cosiddetto metodo anguilla ovvero uno schema criminale volto a evitare il pagamento delle imposte, “sfuggendo” alle richieste dell’erario.

In particolare, le investigazioni hanno messo in luce una cessione del ramo d’azienda dell’originaria ditta individuale di cui era titolare l’imprenditore arrestato, gravata da 15 iscrizioni a ruolo nei confronti del fisco, a una prima società neo-costituita priva di pendenze con l’Erario. Successivamente, è stata operata una distrazione del medesimo complesso dei beni aziendali a favore di una terza società, comunque riconducibile al medesimo imprenditore, che si è appropriata, a titolo gratuito, dell’originario ramo aziendale, sottraendo in tal modo risorse alle casse dello stato.

I finanzieri hanno, inoltre, analizzati i conti correnti dei soggetti coinvolti, così ricostruendo il flusso delle disponibilità finanziarie dell’imprenditore, che sono state dapprima convogliate su conti correnti esteri e in seguito rimpatriate in Italia, per poter essere reintrodotte nelle due società neocostituite completando così la metodologia fraudolenta di sottrazione al pagamento delle imposte.

Sono state attivate, per il tramite della procura della Repubblica, procedure di cooperazione internazionale che hanno consentito il sequestro di somme in Bulgaria e Austria. Sono state, infine, disvelate ulteriori condotte penalmente rilevanti a carico degli indagati in riferimento all’indebita percezione di contributi cd. “a fondo perduto”, per circa 35.000 euro, previsti dal legislatore nell’ambito delle politiche economiche di contrasto all’emergenza da Covid-19: una delle società attinte dai predetti provvedimenti ha “gonfiato” il fatturato medio del 2019 autodichiarando un ammanco da emergenza epidemiologica nei fatti inesistente, così ottenendo, senza averne diritto, la provvista pubblica.

Condividendo le ipotesi investigative del reparto e la successiva ricostruzione della procura, pertanto, il gip presso il tribunale di Vicenza ha emesso un’ordinanza volta all’applicazione di misure cautelari personali degli arresti domiciliari nei confronti dell’imprenditore e del consulente fiscale, la cui condotta risulta aggravata dall’articolo 13 bis in materia di reati tributari attesa l’elaborazione di un modello di evasione fiscale, e il divieto temporaneo di esercitare determinate attività professionali o imprenditoriali nei confronti di ulteriori otto indagati, tra cui lo stesso imprenditore e i due figli, il consulente fiscale che ha elaborato la metodologia di frode e un suo collaboratore, un avvocato e due prestanome, nonché un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta o per equivalente, nei confronti delle dieci persone coinvolte per complessivi 1,4 milioni di euro circa.

Le misure cautelari disposte hanno ad oggetto disponibilità finanziarie su conti correnti italiani e stranieri, immobili, individuati anche grazie al supporto fornito da un elicottero in forza alla Sezione Area di Venezia, autovetture, nonché beni mobili riconducibili alle persone fisiche e giuridiche attinte dal provvedimento. Le fiamme gialle scledensi hanno dato esecuzione, con l’ausilio di altri reparti del corpo competenti per territorio, anche a quattro decreti di perquisizione locale nelle province di Vicenza, Verona e Treviso nei confronti dei dieci indagati, a vario titolo, per i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, ricettazione e indebita percezione di erogazioni pubbliche.

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