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Cronaca

Chiedevano il "pizzo" per permettere ai connazionali di vivere in Italia: sgominata band rom

L'azione intimidatoria avveniva anche con l'utilizzo di armi e munizioni. In caso di rifiuto, le vittime erano oggetto di intimidazioni incendiarie e danneggiamenti

Sei persone di etnia Rom, appartenenti a diverse famiglie provenienti dalla città rumena di Lugoj, dimoranti in Italia - in particolare a Rosà e Ravenna - e all’estero, avevano costituito e partecipavano ad una associazione per delinquere fondata sul vincolo familiare e su una sorta di gerarchia/venerazione verso i “capi” del gruppo, finalizzata a mantenere - tramite una capillare organizzazione operativa anche in territorio estero - un ruolo di supremazia nella città rumena di Lugoj e ad estendersi nei diversi Stati europei in cui si erano trasferiti i concittadini di etnia Rom, avvalendosi di un numero considerevole di adepti e fondando la propria azione su intimidazioni, violenze ed estorsioni di denaro.

É quanto portato allo scoperto da un'indagine coordinata dalla Procura di Vicenza partita da numerose denunce presentate da una famiglia di etnia rom residente nel territorio vicentino, a partire dalle quali è stato accertato come il metodo estorsivo utilizzato dagli indagati nei confronti di tali soggetti era ampiamente rivolto nei confronti di molti connazionali, residenti in Italia ed all’estero, dai quali ottenevano il pagamento di somme di denaro per consentire loro di permanere - senza ritorsioni  - nei territori nei quali si erano stabiliti.

L'azione intimidatoria avveniva mediante richieste estorsive formulate anche con ostentazione di armi e munizioni, poste in essere principalmente attraverso l’utilizzo di social network - visibili dall'intera comunità – e finalizzate al pagamento di un vero e proprio “pizzo” da parte dei connazionali, oltre che tramite l’esecuzione di una serie di organizzate azioni incendiarie e di danneggiamento ai danni di coloro che rifiutavano di corrispondere le somme di denaro richieste.

Al vertice dell’organizzazione, con un ruolo di promotori e capi della stessa, è stato individuato Ionel Ciurariu, alias “Pipi Lugoj”, mentre un ruolo di rilievo è emerso con riferimento agli indagati Alexandru Sain alias “Guntu” e Bratian Varga alias “Bretian Cirpaci”, elementi organici dell’associazione, presenti ed attivi in tutti i momenti più rilevanti dell’attuazione del programma criminoso dell’organizzazione stessa, in funzione di esecutori materiali delle pretese estorsive.

Arrestati e posti ai domiciliari anche Tiberius Rostas, alias “Tibi Darynca”, Adam Neda, alias “Baron Cosmin”, 11, Stefan Bot, alias “Momi Bot”, CIURARIU Ionel, alias “Zoran Zis Zoran”, Brainar Sain, alias “Beni” e Serban Dorin Ciurar, alias “Sebi”.

L’ordinanza cautelare ha interessato anche altre persone di etnia Rom – capi e/o partecipi dell’associazione – le cui ricerche, anche in ambito internazionale, sono in corso di svolgimento.

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