rotate-mobile
Cronaca Bassano del Grappa

Passa anche per Bassano l'operazione "Zatla": 50 arresti e 100 perquisizioni

Trecento chili tra hashish e cocaina sono stati sequestrati nell'ambito dell'indagine della squadra mobile di Padova denominata 'Zatla' (hashish in arabo), durata circa 2 anni, e conclusasi nelle ultime ore. Uno spacciatore di riferimento arrresto nel bassanese, Vicenza, una settimana fa

Arrestate 50 persone e trecento chili tra hashish e cocaina sequestrati nell'ambito dell'indagine denominata 'Zatla' (hashish in arabo), durata circa 2 ann e conclusasi nelle ultime ore da parte della squadra mobile di Padova. In passato erano state arrestate altre 20 persone. L'ARRESTO A BASSANO

La polizia ha calcolato che a Padova arrivavano 30 kg di hashish a settimana, droga che veniva acquistata ad un prezzo variabile tra i 15 e i 20 mila euro al kg, avendo un elevato principio attivo. Alcuni indagati avevano tra l'altro disponibilità di case dell'Ater e gestivano esercizi commerciali (macellerie arabe e bar). Gli indagati col maggior spessore criminale sono risultati stanziali in Italia ormai da anni, in regola con le norme sul soggiorno, con un lavoro e spesso con famiglia. Il lavoro lecito che molti stranieri svolgevano era finalizzato a garantire la permanenza in Italia e tenere un 'basso profilo' per non destare attenzione delle forze dell'ordine.

L'indagine è iniziata nel settembre 2009 quando venne arrestato a Piove di Sacco (Padova) un marocchino che custodiva un'ingente partita di hashish. Dal sequestro la 'mobile' è risalita, tramite il fornitore e i suoi contatti, prima alla relativa filiera di spaccio sino ad arrivare ai canali di rifornimento internazionali, che facevano arrivare in Italia la droga dal Marocco via Spagna attraverso la frontiera francese.

Gli approvvigionamenti dello stupefacente variavano a seconda delle zone d'Italia, ma era in particolar modo interessata l'area del bresciano-bergamasco e l'area del padovano. Successivamente la polizia ha eseguito una ventina di arresti in flagranza nel nord Italia (da Padova a Vicenza, da Brescia ad Imperia) con ingenti sequestri per un totale di 300 kg di hashish e oltre un etto di cocaina. Dall'ascolto delle migliaia di telefonate intercettate, gli indagati adoperavano termini in 'codice' con linguaggi criptici ed eufemismi: per 'il moro' e 'la compaesana' indicavano l'hashish; per 'scarpe', 'sandali', o 'passaporto' un etto di hashish; per 'pantalone', 'pane' un kg di hashish, 'una mano' 5 kg.

I sodali dell'organizzazione, per lo più marocchini, alcuni pregiudicati, altri insospettabili incensurati, avevano il doppio volto di clandestini irregolari in Italia nello spaccio al dettaglio mentre al vertice c'erano immigrati regolari, abbienti e con regolare occupazione, come i fratelli Reddad ed Hassan Dibouch, che agivano dietro il paravento di attività commerciali. Gli indagati Kamal Fariss, Ahmed Skhairi e Azize Elazhari avevano, in particolare, costituito un clan attivo nel padovano capace di acquisire incessanti e continui rifornimenti dai canali marocchini. A gestire le fila dell'organizzazione nell'area lombarda erano Said Ghabraoui, Mohamed El Zahraoui, Mohamed Souaid e il loro corriere italiano Mario Russo, arrestato il 2 Aprile 2010 a Ventimiglia alla guida di un pullman con circa 100 kg di hashish.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Passa anche per Bassano l'operazione "Zatla": 50 arresti e 100 perquisizioni

VicenzaToday è in caricamento