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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Noventa Vicentina

"Magna Charta": 30 trafficanti in manette, anche nel vicentino

Sette trafficanti sono stati arrestati tra Lombardia, Piemonte e Veneto. Gli altri interventi sono stati effettuati in Bulgaria, Spagna, Olanda, Slovenia, Romania, Croazia, Finlandia e Georgia

Maxioperazione antidroga da parte dei carabinieri del Ros  che ha coinvolto anche il vicentino. I militari hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Milano, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 30 persone per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Uno degli esponenti di spicco della banda è Nikolay Silvio Iovtchev, cittadino italo-bulgaro, residente a Plovdiv, ma di fatto domiciliato a Limena (Padova). La sua latitanza è terminata ieri quando è stato arrestato a Noventa Vicentina (Vicenza) dai carabinieri della locale stazione, su indicazioni fornite da militari del Ros. Iovtchev, pur se domiciliato nel padovano, aveva trovato "rifugio" nel territorio berico grazie ad alcuni appoggi logistici forniti da alcuni connazionali, suoi amici. L'uomo è considerato il trait d'union per l'approvvigionamento e lo smistamento dello stupefacente tra Bulgaria, Spagna e Italia e la componente calabrese riconducibile alle cosche di Rosarno. Iovtchev è ritenuto responsabile materialmente di due consegne, per un notevole quantitativo di cocaina, avvenute a Milano nel 2005 e l'anno successivo a Cavarzere (Venezia) nei confronti di un cittadino italiano, che a sua volta avrebbe dovuto rivenderla nel mercato del veneziano

Nell'operazione, chiamata "Magna Charta", sette trafficanti sono stati arrestati tra Lombardia, Piemonte e Veneto. Gli altri interventi sono stati effettuati in Bulgaria, Spagna, Olanda, Slovenia, Romania, Croazia, Finlandia e Georgia, da parte dei Carabinieri e dalle locali forze di polizia che da tempo stavano collaborando alle indagini.

I provvedimenti restrittivi sono frutto delle indagini avviate sin dal 2005 in Piemonte nei confronti di una componente calabrese riconducibile alle cosche di Rosarno e in particolare alla famiglia Bellocco. Il gruppo si riforniva della droga destinata al mercato piemontese tramite una banda di matrice bulgara che provvedeva all'importazione dello stupefacente in Italia ed in Europa e la cui centrale operativa era localizzata a Milano.

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