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Cronaca

«Inaccettabili quelle parole»: il Fogazzaro scende in strada

Alunne e alunni hanno manifestato contro la preside davanti alla sede dell'istituto in zona Burci, accusandola di avere usato toni offensivi al momento di criticare una mise non consona all'ambiente scolastico che sarebbe stata sfoggiata da alcune ragazze: ma la dirigente respinge al mittente ogni singolo addebito

«Bodyshaming» è un anglicismo molto in voga nelle discussioni tra i più giovani e sta a significare la derisione nei confronti di qualcuno per il suo aspetto fisico. Secondo i rappresentanti della rete degli studenti medi del Veneto la preside del liceo Fogazzaro di Vicenza (la dottoressa Maria Rosa Puleo), nel muovere alcuni rilievi ad alcune ragazze per un abbigliamento adottato in classe poco consono alla situazione, «critica che è senza dubbio nelle sue prerogative», avrebbe però usato termini offensivi, zeppi di riferimenti ad inestetismi vari che avrebbero urtato la sensibilità degli alunni ma soprattutto delle alunne. Per questo motivo oggi 3 giugno trecento alunni del Fogazzaro hanno dato vita ad uno sciopero improvviso con tanto di sit-in davanti alla sede della zona Burci (ne parla diffusamente Vicenzatoday.it di oggi): la protesta è andata in scena «dalle 9,30 alle 13,15» mentre, con molta discrezione, le forze dell'ordine tenevano sotto controllo la situazione rispetto ad una iniziativa che è sempre stata pacifica. E durante la quale a più riprese gli allievi hanno scandito il loro convincimento: «inaccettabili quelle parole».

Ad ogni modo ai microfoni di Vicenzatoday.it Beatrice Sofia Urso (referente della Rete studenti medi del Veneto) e Nicola Sposantes (rappresentante d'istituto del Fogazzaro) hanno stigmatizzato la condotta del dirigente scolastico, spiegando alcune espressioni adoperate dalla Puleo, gli alunni ma soprattutto le alunne, non le possono proprio accettare. I ragazzi, spiega la Urso, chiedono pertanto «un confronto su questo tema» mentre per Sposantes «la gravità sta nei toni» adoperati dalla dirigente.

Ma quest'ultima come la pensa? In una intervista concessa al Corriere del Veneto di oggi 3 giugno a firma di Benedetta Centin la dottoressa Puleo rispedisce al mittente ogni singola accusa. Tanto che la stessa dirigente facendo riferimento ad una nota fatta circolare dai ragazzi parla di un resoconto vergognoso «zeppo di falsità».

Poi un'altra bordata: «Sono ragazzi arroganti e bugiardi - sbotta la docente che pensa a tutelarsi - stavo solo cercando un dialogo con loro, ma evidentemente non sono capaci di un confronto. Sto meditando di formalizzare una querela per diffamazione». Sempre stando al Corveneto la preside respinge colpo su colpo le contestazioni: «Sono annotazioni e non note disciplinari quelle fatte alle ragazze che si sono presentate vestite da spiaggia, con micro top a reggiseno o poco più lungo... Ho detto loro: pensate di andare a cercare lavoro così?». Le annotazioni poi, secondo la dirigente sono pensate per approfondire certi temi «in consiglio di classe» dove, gli insegnanti continuano «a sollevare il problema» dell'abbigliamento adottato dagli allievi. Puleo, così chiude il servizio firmato da Centin, si dice amareggiata: «In dieci anni non sono mai dovuta arrivare ad un regolamento specifico ma inviterò il consiglio d’istituto a scrivere una proposta di codice di abbigliamento... visto che il buonsenso non basta».

ASCOLTA L'AUDIO INTERVISTA A URSO E SPOSANTES

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