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Cronaca

Omosessuali, la Diocesi: "No al riconoscimento ma neanche alla discriminazione"

"Per quanto riguarda la comunita' civile, e' doveroso venga evitata ogni forma di discriminazione e siano garantiti a ciascuno i diritti fondamentali di ogni persona umana" ha dichiarato l'ente religioso

Niente registro delle  coppie omosessuali  per la Diocesi di Vicenza: "Riconoscimento no, ma neppure discriminazione" scrivono in una nota.

''Relativamente alle convivenze di persone dello stesso sesso va ricordato che le persone con orientamento sessuale omofilo secondo l'insegnamento della Chiesa partecipano al progetto di salvezza di Dio, che chiama ogni persona a dare un senso pieno alla propria vita - afferma la diocesi - Solo nella differenza sessuale, tuttavia, si esprime nella sua pienezza la chiamata di ogni uomo ad essere ''immagine di Dio''. Per quanto riguarda la comunita' civile, e' doveroso venga evitata ogni forma di discriminazione e siano garantiti a ciascuno i diritti fondamentali di ogni persona umana.

Eventuali convivenze tra persone dello stesso sesso non possono, pero', pretendere il riconoscimento giuridico accordato alla famiglia fondata sul matrimonio''. L'intervento della Chiesa di Vicenza e' motivato dalla presenza di una petizione che un comitato di cittadini ha intenzione di presentare al Consiglio Comunale di Vicenza (analoghe iniziative risulta siano in atto anche in altri centri della Provincia) per chiedere il rilascio di un certificato anagrafico, in base al quale attribuire alcuni diritti a persone conviventi, si ritiene opportuno fornire alcuni criteri per un discernimento sul valore e sulla opportunita' di tale proposta. ''Va ricordato innanzitutto il principio fondamentale stabilito dall'art. 29 della Costituzione della Repubblica italiana, in quanto patrimonio comune della nostra societa'.

L'art. 29 afferma che ''la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societa' naturale fondata sul matrimonio'' - afferma la diocesi -. E' evidente che alla ''famiglia fondata sul matrimonio'' viene attribuito un riconoscimento e una condizione speciale, fondati sull'impegno che chi si sposa si assume di fronte alla societa'. Come e' stato piu' volte ribadito dalla Corte Costituzionale, tale riconoscimento non e' fonte di discriminazione per altre forme di convivenza tra persone, prive del carattere pubblico, della stabilita', della certezza, della reciprocita' dei diritti e dei doveri, che invece possono nascere solo dall'istituto matrimoniale''. Secondo la Diocesi di Vicenza, la tutela di alcuni aspetti derivanti da una convivenza di fatto non appare perseguibile con il ricorso allo strumento dell'anagrafe, che non ha questo compito e non puo' essere strumentalmente utilizzato per questi fini.

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