Castelgomberto, per l'azienda la Liberazione non è festa: il 25 aprile si lavora
Il giorno in cui l’Italia venne liberata dal regime nazi-fascista non è ritenuta festa nazionale per la Metalpres di proprietà del cugino dell'assessore Donazzan, che lo difende a spada tratta
Il giorno in cui l’Italia venne liberata dal regime nazi-fascista non è ritenuta festa nazionale per la proprietà dell’azienda metalmeccanica Metalpress che si trova a Cornedo Vicentino. In una nota diffusa dai vertici aziendali ai dipendenti, infatti, è scritto: “ La direzione informa che il giorno 25 aprile non verrà considerato come un giorno festivo ma verrà regolarmente svolta l’attività lavorativa. Si precisa che la chiusura per festività prevista il 25 verrà recuperata il giorno 30 aprile. Si precisa infatti che la società Metalpres srl rimarrà chiusa dal giorno 30 aprile al 1 maggio. L’attività lavorativa riprenderà regolarmente il giorno mercoledì 2 maggio”.
In parole povere il giorno che ormai da oltre 70 anni viene celebrato come festa nazionale per il proprietario della Metalpres, Armando Donazzan, cugino dell'assessore Regionale Elena Donazzan, non è ritenuto tale. In barba al fatto che proprio il 25 aprile del 1945 furono proprio gli operai a Milano a scendere in piazza, in sciopero, per liberare la città. E che faceva parte del comitato di liberazione un certo Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica italiana.
La stessa Donazzan interviene sulla questione con un post su Facebook etichettando il tutto come "una inutile polemica a causa del nostro cognome". La forzista precisa: "Armando è un imprenditore che sa fare bene il suo lavoro e che ha talmente rispetto dei propri lavoratori da avere chiesto loro, avendo esigenza di produzione da onorare, se preferissero restare a casa il 25 aprile o il 1 maggio. I lavoratori hanno scelto! Nessuno si indigna per baristi, ristoratori, commessi, cassieri, turnisti, medici, infermieri, farmacisti, carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, guardie giurate, militari, macchinisti, controllori, piloti, assistenti di volo, autisti di autobus, tassisti... ho dimenticato qualcuno? Scrivetelo, perché ogni lavoro è ugualmente sacro, dal grande manager all’addetto delle pulizie. Onorata di essere parte della famiglia Donazzan!"
“Troviamo inaudito, inaccettabile e inqualificabile un atteggiamento del genere da parte dell’azienda – commenta invece Marco Maraschin della FIOM-CGIL -, ritenere che il 25 aprile non sia festa nazionale ed addirittura rimarcare che non la si ritiene tale significa cancellare la storia. Se oggi un’azienda fa parte del libero mercato è proprio perché nel 1945 l’Italia è stata liberata”. “Ci aspettiamo – aggiunge – scuse ufficiali per questo comportamento che intende eliminare dalla memoria collettiva ciò che accadde anche nelle nostre zone e pure a Castelgomberto”.
“La provocazione della direzione di Metalpres deve essere respinta perché tende a svalorizzare la festività civile e laica per eccellenza – dichiara Danilo Andriollo, presidente provinciale Anpi - quel 25 aprile anniversario della Liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, ottenuta grazie alla guerra partigiana, insieme a quella alleata”.