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Cronaca

Cani da caccia segregati in piccoli box, denunciato cacciatore

Il controllo delle guardie zoofile su segnalazione ha scoperto un soggetto che pratica il bracconaggio.

Un altro caso di cacciatore/bracconiere pizzicato dalle guardie zoofile dell'enpa. La segnalazione arrivata al Nucleo di Vicenza informava che a Marostica degli animali erano detenuti in condizioni non idonee, cavalli, parecchi cani costretti a vivere costantemente nei piccoli box, oltre ad altri animali.

La visita delle guardie zoofile del quattro ottobre scorso ha portato a dare precise prescrizioni sulla detenzione di alcuni di questi animali, poi la svolta, nelle pertinenze dell’abitazione tra annessi e bosco le guardie hanno rinvenuto uccelli appartenenti alla fauna selvatica detenuti stabilmente nelle classiche gabbiette da utilizzare solo per la movimentazione, quindi di dimensioni che non permettono loro di muoversi liberamente o di aprire le ali.

Gli uccelli erano sprovvisti di qualsiasi documento e dell’anello identificativo, da quello che è trapelato il cacciatore non avrebbe saputo/voluto dare nessun riferimento sulla provenienza degli animali chiaramente illecita, alcuni di questi, pispole, passere scopaiole, lucherini, pettirossi, sono di specie “particolarmente protetta” segnalate dalla Convenzione di Berna come minacciate, oltre a quaglie e una cesena, anche questi sprovvisti degli anelli e della documentazione che ne attesti la proprietà.

Le Guardie hanno fatto scattare immediatamente il sequestro degli uccelli e il cacciatore è stato denunciato alla Procura della Repubblica con l’ipotesi di reato previsto all’articolo 727 C.P. comma 2, e l’Art. 30 lett. b, legge 157/92, il P.M. dott. Jacopo Augusto Corno convalidava l’operato delle Guardie Zoofile e indagava il cacciatore.

Anche in questo caso le Guardie si sono trovate di fronte all’annoso problema di sei cani da caccia detenuti probabilmente costantemente nei piccoli box di sei sette metri quadrati, spazi dove questi animali di stazza grande in coabitazione con la cuccia le ciotole e altro riescono appena a muoversi e non certo a sgambarsi, una vera condanna. “Sulle condizioni di detenzione dei cani da caccia e degli uccelli da richiamo come Guardie E.N.P.A. abbiamo predisposto un protocollo che condivideremo con le altre forze di Polizia”,  ha commentato Renzo Rizzi Ispettore Regionale Guardie ENPA, aggiungendo: 

“La legge 189/2004 ha modificato il sistema penale sugli animali dandogli delle tutele dirette, colmando anche le lacune lasciate dodici anni prima dalla legge 157/92, conosciuta anche come legge sulla caccia, la quale ha dettato le linee per la protezione della fauna selvatica quale bene indisponibile dello Stato, senza però entrare nel merito del benessere degli animali. Ovvero, la legge 189/2004 dice che chi maltratta un animale deve risponderne a livello penale, anche se questo animale si è autorizzati ad ucciderlo, in pratica un animale ferito dal cacciatore deve essere abbattuto nel minor tempo possibile per evitargli ulteriori inutili sofferenze”.

“Troppe volte succede che una lepre inseguita da una muta di cani ferita e sfinita non riesca più a correre, i cani gli arrivano addosso e la facciano a pezzi, in questi casi i cacciatori presenti devono intervenire per abbatterla prima che questo evento si verifichi - ha concluso Rizzo - Lo stesso per il cacciatore da capanno, quando ferisce un animale deve uscire ed abbatterlo, non può lasciarlo agonizzare a terra per un tempo indefinito, così come non può maltrattare o detenere in condizioni incompatibili con la propria natura il cane o gli uccelli che utilizza per la sua attività ludica.”

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