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Cronaca Caldogno

Caldogno, fuori dalla disco perché di colore: "Se sono segnalati non entrano"

Festa pasquale con esclusione per motivi razziali? Un 15ennne di origine ghanese che non è stato lasciato entrare al Nordest. Ma la sicurezza del local respinge ogni accusa: "Ci sono state esclusioni di ubriachi e per droga, non c'entra il colore della pelle"

Centinai di ragazzi al Nordest nella serata di giovedì. Le vacanza pasquali sono iniziate. Molti sono del liceo Quadri e l'appuntamento, i biglietti sono già stati venduti a scuola dal P.R. e l'appuntamento è per la sera davanti alla discoteca di Caldogno. Ma il gruppo di 15enni trova una brutta sopresa all'entrata. Uno di loro, originario del Ghana, non può entrare. 

Alla richiesta di spiegazioni la sicurezza risponde che è il protocollo e che hanno una lista di persone sgradite che non possono fare entrare. "Se fanno casini in altre discoteche, se vengono segnalati o non pagano i conti non entrano", spiegano i bodygard del locale. L'episodio però desta dei sospetti perché - secondo le testimonianza - per il ragazzino era la prima volta in discoteca.

La madre di un amico del  ragazzino segnala infatti il fatto anche su Facebook: "Ieri sera ho accompagnato mio figlio e tre amici ad una festa studentesca presso la discoteca Nordest di Caldogno. Dopo un'ora, mio figlio mi dice che a tre di loro era stato consentito l'accesso, mentre al quarto era stato impedito. Un ragazzo quindicenne, alla sua prima volta in discoteca, come gli altri del resto, è stato separato dal gruppo e lasciato fuori senza un briciolo di spiegazione. Un piccolo particolare: il ragazzo in questione è di colore".

La signora, che ha spiegato di essere andata di persona in discoteca, avanza però anche altri sospetti: "Sono andata, quindi, di persona a vedere cosa stesse succedendo e, per prima cosa, mi rendo conto che, ad essere fuori dalla discoteca, ci sono una trentina di giovani. Altro piccolo particolare: tutti di colore. Alle mie richieste, insistenti, sono state fornite motivazioni, assurde e infondate. Per questo motivo, con l'aiuto del padre di mio figlio, e di altri genitori, ho intrapreso un'opera di divulgazione di questo vergognoso episodio: abbiamo contattato giornali, avvocati e l'Alto Ufficio contro le Discriminazioni razziali, non per motivi politici o ideologici, ma solo educativi"

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