Per tre anni era andato tutto bene. La figlia, nonostante la disabilità, riusciva a frequentare la scuola superiore con buoni risultati sia nel campo scolastico che delle relazioni sociali con i compagni. Poi, nell'ultimo biennio, una studentessa avrebbe cominciato a prendere di mira la ragazza, con  offese espilicite e pesanti sulla sua condizione, arrivando perfino all'aggressione fisica.

Le vessazioni sono state documentate dai telefonini dei compagni, seguendo un drammatico clichè sempre più diffuso.

La giovane somatizza la situazione di grave disagio, accusando disturbi come mal di pancia, dolore ai denti ed insofferenza verso la scuola. A questo punto il padre ha deciso di ribellarsi, querelando la dirigenza dell'istituto per non aver tutelato a sufficienza la figlia. Secondo quando riferito dall'uomo, i frequenti incontri con il personale scolastico sarebbero stati inutili: nonostante la ripetuta segnalazione deglie episodi di violenza, nessuna azione sarebbe stata intrapresa.

Da qui la decisione di rivolgersi all'autorità giudiziaria.