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Cronaca Brendola

Pfas: l'asilo di Brendola chiede contributo alla Miteni per depuratore, ma l'azienda risponde no

Mentre i bimbi devono bere acqua in bottiglia, l'azienda concede massima disponibilità per condividere la conoscenza sui sistemi di captazione e filtraggio delle sostanze, ma precisa di non avere intenzione di erogare contributi in denaro

Il polo dell’infanzia di Brendola chiederà all'azienda Miteni di Trissino un contributo per l’installazione di un impianto di depurazione dell’acqua a scuola e anche una consulenza tecnica su come realizzarlo. Ma incassa un sì solo a metà: Miteni, infatti, ha già fatto sapere che per la questione tecnica c’è massima disponibilità per condividere la conoscenza sui sistemi di captazione e filtraggio delle sostanze, ma sul fronte soldi non ha intenzione nè possibilità di aprire i cordoni della borsa. A riferirlo è il giornaledivicenza.it 

IL CASO "PFAS"

Nel frattempo, i 220 bambini che frequentano il polo dell'infanzia di Brendola, continueranno a bere acqua in bottiglietta, sia a mensa che durante le altre attività scolastiche. Vicentin precisa: "Stiamo valutando l’idea di installare un impianto centralizzato, ora vedremo se ai carboni attivi o a nano filtrazione a membrana, e invieremo anche una richiesta di libero contributo all’azienda Miteni di Trissino in sostegno del nostro polo. E poichè Miteni ha maggiore competenza le chiederemo, se possibile, anche dei consigli sul tipo di impianto. Poi dovremo anche considerare i costi di una tale installazione" .

Ma appunto, su quest'ultima nota l'azienda non ci sente. Nella lettera che il gruppo di gestione dell’asilo di Brendola ha inviato alle famiglie dei bambini chiedendo di sottoscriverla assieme alla proposta di installare un depuratore, si evidenzia che l’acqua erogata rispetta i parametri oggi fissati per il suo utilizzo potabile e alimentare, anche per la fascia di età che va da zero a sei anni.

Tuttavia, visto che l'argomento perfluoro-alchilici è sempre in evoluzione  il gruppo di gestione ha pensato a ulteriori migliorie con tecnologie non solo per l'abbattimento dei pfas – prosegue la lettera -ma anche per la riduzione e il bilanciamento del contenuto salino, la rimozione di eventuali inquinanti anche biologici.

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