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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Strage di Corinaldo, i colpi della "banda dello spray" nel Vicentino

Una gang di giovanissimi, senza scrupoli e identificati come "rapinatori seriali professionisti". È il quadro che emerge dall'inchiesta della procura di Ancona che ha permesso l'arresto di sette modenesi che operavano in tutto il nord Italia, provincia berica compresa

Più di 170 pagine, zeppe di intercettazioni che fanno venire i brividi. Sono quelle dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura di Ancona nei confronti di una banda di giovanissimi modenesi ritenuti responsabili della strage di Corinaldo, in provincia di Ancona, avvenuta nel dicembre scorso e nella quale persero la vita sei persone, di cui 5 minorenni.

L'inchiesta mette in luce un quadro inquietante fatto di rapine senza scrupoli e di soldi facili che servivano per vacanze, beni di lusso e droga; molti soldi - quasi 15mila euro al mese secondo la ricostruzione degli inquirenti - e il profilo di una vera e propria gang che si dedicava alle rapine seriali usando in molti casi lo spray come alla "Lanterna Azzurra" nell'Anconetano. 

In cella sono finiti 7 giovani modenesi, tutti tra i 19 e i 22 anni che, da quello che emerge nelle conversazioni telefoniche ed ambientali intercettate dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto Operativo di Ancona, hanno colpito in tutto il nord Italia prima e dopo la strage, provincia di Vicenza compresa. I raid della banda - si legge nell'ordinanza - hanno toccato due volte la discoteca Liv di Bassano del Grappa. La prima volta il 24 novembre 2018. In quell'occasione sono state presentate denunce per furto e le indagini tecniche hanno permesso di riscontrare la consumazione di furti e l'utilizzo dello spray ed è stata accertata la presenza di tre degli indagati. Il secondo colpo accertato, con la presenza sempre di tre indagati, è avvenuto nello stesso locale nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2019.  Anche il  3 e 4 marzo 2019,  presso la discoteca "Nord Est" di Caldogno, è stata accertata la presenza di tre malviventi della banda e le indagini tecniche hanno permesso di certificare la consumazione di furti. Infine, il 24 febbraio. quattro  degli arrestati sono stati al 'Viclub' di Vicenza. Qui i furti sono in corso di accertamento. 

CHI SONO GLI ARRESTATI

I militari che sabato mattina hanno messo le manette a 7 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, omicidio preterintenzionale, lesioni personali e i singoli episodi di furti e rapine. Sono Badr Amouiyah (detto Badi), 19enne nato a Modena e residente a San Prospero, Moez Akari, 22enne tunisino residente a Castelnuovo Rangone, Andrea Cavallari, 20enne nato a Modena e residente a Bomporto, Ugo Di Puorto, 19enne nato ad Aversa e residente a San Prospero (Modena), Souhaib Haddada, 21enne marocchino e residente a Bomporto, Raffaele Mormone, 19enne nato a Modena e residente a San Cesario sul Panaro. La refurtiva veniva poi consegnata ad un Compro Oro del modenese il cui titolare, Andrea Balugani, 65enne di Castelfranco Emilia, garantiva l’acquisto dell’oro pagando in denaro contante. Lui è accusato di aver fatto parte dell’associazione ed è escluso dalle altre accuse. 

LE INTERCETTAZIONI

Come riporta Anconatoday, nemmeno i componenti della banda dello spray hanno mai dimenticato la notte della strage di Corinaldo che, durante i raid nelle discoteche di mezza Italia, tornava costantemente alla loro memoria ed emergeva nelle conversazioni telefoniche ed ambientali intercettate dai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto Operativo di Ancona.

E’ proprio nei discorsi di alcuni di loro che emergono dichiarazioni che il Gip stesso definisce come delle vere ammissioni. Come quando Di Puorto invita gli altri a non avere paura ad entrare nella discoteca verso la quale erano diretti nel marzo scorso: La discoteca Studio 16 a Arquà Polesine, in provincia di Rovigo. Mormone replica dicendo: «Porto il gas dentro ti giuro faccio spruzzare tutti, li faccio sparire» e precisa: «Ormai va di nuovo di moda il gas…Già l’hanno dimenticato». Di Puorto risponde: «Fra io non l’ho mai dimenticato». A quel punto Mormone tranquillizza l’amico rendendosi disponibile ad usarlo lui lo spray al peperoncino: «Spruzzo io, tu me lo rimetti in tasca dopo che ho spruzzato. Voglio vedere chi lo trova, voglio vedere se prendono le impronte dall’aria…ti giuro lo spruzzo e metto di nuovo in tasca… se muore voglio vedere», con un palese riferimento alla tragedia di Corinaldo. 

La gang incontra il trapper Sfera Ebbasta

La sera della tragedia di Corinaldo i componenti della banda dello spray al peperoncino che scatenarono il panico alla Lanterna Azzurra incontrarono Sfera Ebbasta, l'artista atteso alla discoteca della strage, in un'area di servizio. E' quanto si legge nell'ordinanza del gip di Ancona, che riporta un'intercettazione ambientale tra alcuni degli indagati in cui ricordano l'episodio. I ragazzi, si legge nel provvedimento, "rammentano il fatto che, durante il viaggio di ritorno, presso un'area di servizio, avevano incontrato l'artista Sfera Ebbasta" e uno di loro era quasi intenzionato a rubargli la collana: "Se non era stato per i morti te lo giuro (...) lì, gliela faceva". Nella conversazione si sente uno degli indagati dire "Sfera Ebbasta è solo un pagliaccio (...) lo schifo è una m..., ha rovinato tutto fra". E un altro: "Pensa fra che affamato quella sera lui è andato all'Altro Mondo e poi doveva venire lì" ; "doveva fare due serate (...)". A un certo punto i ragazzi ricordano l'incontro con il trapper: "io lo schifo proprio come persona.., ci stavo per litigare in autogrill lo stavo per bussare quel figlio dì (...) diceva con quella faccia da (...) e la collana così fuori". E la replica: "la collana quella con la chitarra fra... li se non era stato per i morti te lo giuro (....) lì gliela faceva, lo guardava in un modo…".

Gli arrestati si identificano con gli autori del panico alla Lanterna Azzurra

Nella conversazione registrata il 18 marzo alle 15.02: "Siamo andati a una festa fra e son morte 6 persone [...] E noi potevamo restare lì, o io o (...) o (...) [...] Vecchio, spray, iniziava a tossire fra, la gente che urlava, la gente che iniziava a cadere, io ho saltato tre persone fra, ho passato certe cose fra...". “

La concorrenza con la banda rivale di Genova

Dalla conversazione intercettata e trascritta nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari emesse dal tribunale di Ancona nei confronti dei sette giovani accusati di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti, emerge la "concorrenza con il gruppo dei genovesi". La conversazione è stata registrata il 13 aprile scorso dentro l'auto di uno degli indagati appena uscito insieme a due complici dalla discoteca Mojito di Città di Castello (Pg) "nella quale avevano commesso dei furti", si legge nell'ordinanza, che precisa ulteriormente: "Gli interlocutori fanno riferimento ai problemi di concorrenza sorti con il 'gruppo dei genovesi' presenti anche loro all'interno dello stesso locale e resisi responsabili di analoghe condotte criminose”.

«Iniziamo con il bracciale stasera?»

"Iniziamo con il bracciale stasera?". E' una delle frasi intercettate dai carabinieri nell'autovettura di due dei sette arrestati, accusati di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. La conversazione intercettata risale alla sera del 9 marzo scorso: i ragazzi stavano andando alla discoteca 'Dorian Gray' di Verona dove si è esibito l'artista "Gabry Ponte". "Becchiamo i genovesi stasera", commentano tra loro in macchina, riferendosi alla banda rivale. I tre, recita l'ordinanza di applicazione delle misure cautelari del tribunale di Ancona, quella notte "hanno commesso almeno due furti di collane. Infatti, commentano il modello dei monili appena sottratti, il peso e la caratura". Inoltre "fanno riferimento alle modalità di occultamento, alle vittime e alle modalità di esecuzione. Si lamentano poi delle poche collane rubate, attribuendo la colpa agli organizzatori che, immediatamente dopo il primo furto, hanno pubblicamente allertato tutti i presenti. Durante il viaggio di ritorno manifestano il dubbio che una delle collane possa essere falsa e, pertanto, si pentono di essere usciti subito dal locale".

«Ho spruzzato così tanto che la discoteca si è svuotata subito»

"Fra, tutta la discoteca era fuori, uno spray intero tutto dentro l'Italghisa". E' un passaggio delle conversazioni intercettate il 30 marzo 2019 (contenute nell'ordinanza del gip di Ancona) tra le sette persone, accusate di aver usato lo spray al peperoncino per scatenare il panico e derubare i ragazzi nella discoteca di Corinaldo (Ancona) dove il 'fuggi fuggi' generale provocò sei morti e decine di feriti. Il dialogo trascritto nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari del tribunale di Ancona è stato registrato all'interno della Lancia Y di uno degli indagati. I quattro protagonisti parlano delle azioni criminose commesse alla discoteca 'Vox Club' di Nonantola e all'Italghisa di Reggio Emilia. Uno degli indagati confessa di aver spruzzato così tanto spray urticante all'Italghisa che il locale in poco tempo si è svuotato. Il motivo dell'abuso di spray? "Se lo vuoi sapere li avevamo pippato - dice uno degli arrestati - Fra - esclama al complice - tutta la discoteca era fuori, uno spray intero tutto dentro l'Italghisa".

«Morti in 6 per questo giochino e noi lo sappiamo»

"Io in questo bordello ci stavo solo per te e lui non per altro. Siamo andati a una festa, fra', e son morte 6 persone. io ch'ho ancora...ancora quella cosa non va via fra'. In questo gioco fra son morte 6 persone per questo giochino e noi lo sappiamo...e la cosa che è consapevolezza che fa male fra, e tu lo sai vecchio. Sempre qualcosa da nasconderci, sempre qualcosa da non pensarci fra. E' andata così, è andata così fra'. A parlare, in una intercettazione contenuta nell'ordinanza firmata dal gip di Ancona, è uno degli indagati della banda dello spray. Secondo il gip, è evidente la sua consapevolezza "in ordine al fatto che la tragedia sia stata la diretta conseguenza di quello che lui stesso indica come un "giochino", ovvero la loro attività criminosa". Sono altresì significative, rileva l'ordinanza, le affermazioni che mettono in luce la stato d'animo riconducibile alla tragedia ("è la consapevolezza che fa male"} e in particolare per essere costretto a "nascondersi" e a "non pensarci".

Colpi anche all'estero tra cui Disneyland e Repubblica Ceca

Quattro membri della banda dello spray al peperoncino coinvolta nella tragedia di Corinaldo avevano messo a segno un 'blitz' anche a Disneyland Paris. A quanto si legge nell'ordinanza del gip di Ancona, "hanno raggiunto il parco divertimenti "Disneyland" ubicato a Chessy (Francia). Nella circostanza, a seguito del furto di alcune collane, i quattro sono stati arrestati e, dopo essere stati presentati al giudice istruttore di Chessy (Francia) per il rito direttissimo, sono stati rilasciati. Il 9.7.2019 sono ritornati in Italia ed hanno ripreso la loro attività illecita". La banda aveva colpito all'estero anche in un'altra occasione, come si desume da una intercettazione in cui un membro della banda racconta di un'occasione nella quale è andato a rubare in una discoteca della Repubblica Ceca: "Siamo entrati, la serata faceva schifo, era un posto grandissimo mezzo vuoto, ine, io spray ner farmi un 40 (riferito al peso e/o ai carati dì una collana) tedeschi di merda, sono venuto fino qua e non ne faccio nemmeno una?".


 


 

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