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Cronaca Schio

Si getta dalla finestra del terzo piano per evitare un Aso, afferrato al volo dagli agenti

L'episodio si è verificato a fine giugno ma è emerso solo oggi, quando il comando della Polizia locale ha tracciato un bilancio degli interventi eseguiti da aprile ad agosto

Un richiedente asilo 23enne, domiciliato in un appartamento gestito da una onlus di Schio, a causa di episodi violenti nella struttura dove era ospitato è stato sottoposto ad un accertamento sanitario obbligatorio che ha rischiato di finire in tragedia. 

Nella circostanza, alla vista degli agenti, il 23enne è corso in cucina e, dopo avere prelevato un coltello per tenere a distanza gli agenti, si è gettato letteralmente dalla finestra del 3° piano. Fortunatamente uno degli agenti è riuscito comunque ad afferrarlo al volo e, con l'aiuto degli altri colleghi, con grandi difficoltà l'ha salvato nonostante la sua resistenza attiva.

Gran parte del salvataggio è stata documentata con video realizzato da un privato cittadino domiciliato nelle vicinanze. Il è stato poi sedato dal personale sanitario ed accompagnato per le cure al reparto di Psichiatria dell'ospedale di Santorso.

L'episodio risale al 25 giugno scorso ma gli agenti della Polizia locale di Schio ne hanno dato notizia solo oggi tracciando un bilancio degli interventi attuati dal primo aprile al 31 agosto. Periodo nel quale, per il solo Comune di Schio, sono state impegnate 113,25 ore di servizio per il delicato compito (esecuzione di accertamenti sanitari obbligatori ASO e trattamenti sanitari obbligator TSO) con un incremento di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dove le ore di servizio si erano attestate a 70,25.

"Appare pertanto evidente come il lookdown, per quanto assolutamente necessario, abbia in qualche modo inciso sull'equilibrio dei soggetti più deboli - sottolinea il comando -  così come nelle famiglie e tra vicini di casa. Infatti nel periodo, al fine di superare problematiche di convivenza e di relazione sociale, parallelamente al provvedimento sanitario è stato proposta all'autorità giudiziaria l'applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata a carico di due pazienti che si erano resi responsabili di minacce aggravate. Entrambe le proposte sono state accolte dall'Autorità Giudiziaria ed eseguite con positivi risultati".

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