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Cronaca

Appalti Expo 2015, Maltauro ammette ma il "compagno G" nega

Con le loro dichiarazioni, Cattozzo, Maltauro e Paris inguaiano Frigerio, Greganti e Grillo che, al contrario, hanno negato tutto: niente mazzette, mai pilotato una gara, mai una interferenza illecita negli appalti

"I biglietti che ho cercato di nascondere erano quelli su cui ho annotato la contabilita' delle tangenti, dei soldi versati da Maltauro". Ad ammettere che su quei foglietti siano state segnate le cifre delle mazzette e' stato Sergio Cattozzo, esponente ligure dell'Udc , durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabio Antezza, lunedì. Il politico è tra i sette finiti in carcere quattro giorni fa come l'ex parlamentare della Dc Gianstefano Frigerio, l'ex funzionario del Pci Primo Greganti, l'ex senatore del Pdl Luigi Grillo, il manager di Expo Angelo Paris e l'imprenditore vicentino Enrico Maltauro. 

Frigerio, il 'compagno G' e Luigi Grillo, il terzetto che avrebbe guidato la "squadra" degli appalti, ha respinto qualsiasi addebito negando le contestazioni, mentre altre ammissioni sono arrivate da Maltauro e da Paris, i quali pero hanno sostenuto di non far parte della "cupola" rifiutando l'accusa di associazione per delinquere. In una delle intercettazioni, si sentirebbe addirittura il fruscio delle banconote date dal vicentino a Cattozzo, mentre quest ultimo le conta. 

L'imprenditore, difeso dagli avvocati Paolo Grasso e Giovanni Dedola, non ha negato i fatti addebitati e dunque, riservandosi di chiarire e precisare davanti agli inquirenti, ha confessato di aver versato denaro sia in contanti sia sotto forma di false consulenze. Il manager Expo, che si fara' risentire dai pm, invece ha parlato di "errori" assumendosi la responsabilita' di aver 'girato' alla "squadra" notizie riservate.

Con le loro dichiarazioni, Cattozzo, Maltauro e Paris inguaiano Frigerio, Greganti e Grillo che, al contrario, hanno negato tutto: niente mazzette, mai pilotato una gara, mai una interferenza illecita negli appalti. L'attivita' dell'ex funzionario del Pci, invece, come ha spiegato il suo legale, l'avvocato Roberto Macchia, e' stata quella di "cercare imprenditori interessati alla realizzazione di immobili in legno e di seguire tutta questa filiera, dalla lavorazione del legno alla fabbricazione degli immobili, tenendo conto che anche per l'Expo ci saranno padiglioni cosi' realizzati". La "tesi" di Greganti, infatti, secondo la difesa, "e' che in questo settore in futuro si potra' garantire molta occupazione". Riguardo a Frigerio ha, poi, precisato di averlo incontrato "piu' volte", ma sempre "in relazione alla promozione di queste iniziative" mentre Grillo lo avrebbe visto "solo poche volte".

Non diversa la linea dell'ex dc e dell'ex senatore del Pdl - da poco passati nelle file di Ncd - con il secondo che ha anche affermato di non aver mai messo piede al circolo culturale Tommaso Moro. Circolo che secondo le indagini era la base operativa della "cupola" e dove, secondo alcune intercettazioni, sarebbero state contate le tangenti che per i pm - che stanno valutando di ricorrere contro il rigetto da parte del gip di 12 arresti - ammonterebbero in totale a circa 1,2 milioni di euro. Martedì l'ultimo interrogatorio di garanzia: quello di Antonio Rognoni, l'ex dg di Ilspa, arrestato in un'altra inchiesta lo scorso 20 marzo, scarcerato prima di Pasqua e che si e' visto recapitare a casa un'altra ordinanza di custodia cautelare pero' ai domiciliari.

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