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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Altane, la legge regionale finisce davanti alla Corte costituzionale

Accolta dal Consiglio dei Ministri l'istanza del Gruppo di intervento giuridico contro la legge regionale che liberalizzava l'edificazione delle altane di caccia perchè in contrasto con altre disposizioni ambientali

Un altro capitolo nella lunga battaglia tra le associazioni ambientaliste e la regione Veneto. ALTANE: TUTTI GLI ARTICOLI

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato nel corso della seduta di ieri l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale “della legge della Regione Veneto n. 25 del 6 luglio 2012, recante “Modifiche alla legge regionale 9 dicembre 1993, n. 50 “Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio”, in quanto alcune norme, disponendo che alcuni tipi di appostamenti destinati all’attività venatoria possano essere esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e realizzati anche in assenza di titolo, contrastano sia con le norme del Codice di beni culturali, sia con le disposizioni statali in materia di governo del territorio”.

E’ stata così accolta l’istanza dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus per l’impugnativa governativa della legge per la palese violazione delle competenze statali costituzionalmente garantite in materia penale, di tutela paesaggistica e di governo del territorio. "La pretesa normativa veneta, infatti, di rendere edificabili altane di caccia senza autorizzazione paesaggistica e senza titolo abilitativo urbanistico-edilizio è in radicale contrasto con le disposizioni legislative sulla tutela paesaggistica - spiega  Stefano Deliperi - e sul governo del territorio, munite per giunta di sanzioni penali, così come riconosciuto e argomentato nel ricorso governativo".

In Veneto, in particolare nella Provincia di Vicenza, sono più di un centinaio i casi emersi nel corso della campagna di accertamenti della legittimità urbanistica e paesaggistica effettuata con abnegazione e coraggio dai volontari veneti del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus in collaborazione con la Lega per l’Abolizione della Caccia. In seguito alle verifiche dei Servizi tecnici dei Comuni interessati e del Corpo forestale dello Stato, sono ormai svariate decine le contestazioni di violazioni di natura penale e amministrativa (una trentina di rapporti alla magistratura sarebbero stati redatti dal Corpo forestale dello Stato, maggio 2012), una quindicina i sequestri preventivi disposti dalla magistratura.

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