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Cronaca Brendola

Ancora altane di caccia abusive nel vicentino: a Brendola e ad Altavilla Vicentina

La segnalazione arriva dal Gruppo di intervento giuridico, in seguito alle risposte ottenute dai comuni. I recenti episodi di intimidazione ai danni di un volontario dell'Enpa non fermano le denunce

Il comunicato inviato da Stefano Deliperi

Il Comune di Altavilla Vicentina ha comunicato (nota n. 6578 del 24 aprile 2012), in seguito alla richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (28 marzo 2012) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus riguardo altane e capanni di caccia rinvenuti nei boschi della zona, che “per nessuna delle strutture … indicate (altane/capanni di caccia) è stata rilasciata autorizzazione di qualsiasi tipo tanto meno richiesta.  E ancora: “l’Ufficio Tecnico … si è già attivato per effettuare gli opportuni controlli e prendere conseguentemente i provvedimenti del caso”.

 

Si tratta – in poche parole – di strutture abusive. LA MINACCIA AI VOLONTARI

 

Anche il Comune di Brendola ha comunicato (nota n. 4998 del 17 aprile 2012) di aver svolto ben due sopralluoghi (10 e 13 aprile 2012) in seguito alla richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (16 marzo 2012) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus riguardo altane e capanni di caccia rinvenuti nei boschi presso la Via Monti Comunali.   L’attività è stata avviata anche in seguito alla richiesta dei Carabinieri del N.O.E. di Treviso (nota n. 3969 del 22 marzo 2012).

 

Sono state accertate 5 fra altane e capanni di caccia, di cui non risulta alcuna autorizzazione né istanza di autorizzazione.   Anche in questo caso si tratta, quindi, di strutture abusive.   L’area è tutelata con il vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e il vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923), rientra nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Colli Berici” (codice IT3220037, direttiva n. 92/43/CEE) e nella zona “E1.TA – zona agricola di tutela ambientale” del P.R.G. comunale.

 

Prossimamente – con l’ausilio di un tecnico specializzato – saranno individuati i titolari delle aree dove sorgono le opere abusive e saranno adottati i provvedimenti di legge.

 

Sono solo gli ultimi casi emersi nel corso della campagna di accertamenti effettuata con abnegazione e coraggio dai volontari veneti del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus in collaborazione con la Lega per l’Abolizione della Caccia.   Un’ampia attività di verifica della legittimità urbanistica e paesaggistica di numerose postazioni venatorie con strutture fisse (altane, capanni in muratura e legno) nel Vicentino, che ha portato a individuare oltre un centinaio di altane di caccia e capanni-bunker nei boschi e nelle campagne della Provincia di Vicenza, successivamente segnalati alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti per gli accertamenti del caso.  

 

Il Corpo forestale dello Stato, dietro le segnalazioni ecologiste, ha in corso controlli a vasto raggio sullo status giuridico di circa 300 postazioni di caccia e ha inoltrato già 30 rapporti alla magistratura fra le proteste dei cacciatori, sostenitori del “fai-da-te” abusivo.

 

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus esprime forte soddisfazione per l’operato del Corpo forestale dello Stato e dei Carabinieri e sostiene l’operazione di verifica della legittimità di troppe postazioni di caccia ormai divenute vere e proprie strutture fisse a carattere edilizio.

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