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Cronaca San Pietro Intrigogna / Strada di Casale

Alluvione, fa risparmiare 5mila euro al Comune che gli chiede indietro tutto

La storia è quella di un nostro lettore, Giorgio La Scala, colpito dall'alluvione di Ognissanti, in strada di Casale a Vicenza. Il perito aveva calcolato 5mila euro di danni, lui ne spende 498(2 euro sotto la franchigia minima) e deve ridare l'anticipo ricevuto

L'alluvione del 2010 ed i rimborsi, com'è andata veramente? C'è stato chi ha fatto il furbo, probabilmente, ma anche chi si è trovato ingabbiato nei gangli di una burocrazia che preferisce spendere 5mila euro anzichè 498. E' quanto testimonia il nostro lettore, Giorgio La Scala, colpito dalla catastrofe di Ognissanti, nella sua casa in strada di Casale a Vicenza.

LA DOMANDA "Dopo i primi giorni, il comune diramava l’annuncio che si poteva compilare un modulo di rimborso danni e presentare la domanda entro un mese, cosa in quel periodo non proprio facile dato il disastro. Nient’altro, solo presentare la domanda. Non essendo un tecnico e non sapendo quantificare i danni, anche perché era impossibile in quella situazione, non ho ritenuto di dover esagerare per non danneggiare chi se la passava peggio di me e ho chiesto 2900 euro". 2 MILIONI DI RIMBORSI DA RESTITUIRE

L'ANTICIPO "Dopo un paio di mesi ho chiesto al comune di mandare un perito affinchè potesse essere più preciso nella stima ma mi è stato risposto che costava troppo. Dopo tre mesi il comune mi chiede di allegare le ricevute dei lavori fatti e dei mobili ricomperati. Allegato ciò che avevo ho aspettato il rimborso, nel frattempo comperai un divano del valore di mille euro, la ricevuta andò però persa durante l’estate a causa di una nuova piccola alluvione causata da un nubifragio e, risistemando tutto e ributtate via altre cose, è andata perduta. Le fatture da me presentate raggiungevano allora la cifra di 498 euro. Successivamente, circa un anno dopo l’alluvione, mi arriva un anticipo di risarcimento pari a 1055 euro. Nel frattempo, un po’ alla volta, in base al tempo che avevo, ho riparato da solo i muri della casa, restaurato qualche mobile e rifatto il colore. Ciò mi è costato un intero anno di lavoro e ben capisce, tante e diverse spese sotto i 100 euro. Mi risultava difficile tenere le ricevute anche perché ormai avevo deciso di non chiedere il saldo e tenermi i mille euro".

Alluvione: la testimonianza



IL PERITO "Dopo un anno e mezzo abbondante, il comune si decide a mandare il perito che, dopo in sopralluogo mi stima oltre 5000 euro di danni, rimborsabili solo a lavori effettuati e solo al 70%. Trovando inutile spendere troppi soldi visto che la mia zona è ad alto rischio e in caso di nuova alluvione sarei stato daccapo (dal 2010 abbiamo avuto altri cinque allarmi con l’acqua che ha raggiunto la soglia di casa), non ho fatto lavori".

LA BEFFA "Dopo due anni il comune mi incita a chiudere la pratica del rimborso. Per me era chiusa, le ricevute che avevo le avevo presentate, altri lavori non ho potuto o voluto farli, per cui ritenevo chiusa la questione. Non per il comune che mi invita a comperare qualcosa per raggiungere almeno i 500 euro ma senza spiegarmi il perché. Stanco e avvilito della situazione non ho ritenuto di fare altro fino all’arrivo della raccomandata nella quale mi si chiedeva indietro l’intero anticipo ricevuto. Ho chiamato in comune per chiedere perché almeno quei 498 euro non mi erano stati riconosciuti e pere tutta risposta mi è stato detto che c’era una franchigia di 500 euro e, non avendoli raggiunti, dovevo ridare tutto. L’ultima beffa".

LA CONCLUSIONE "Non voglio fare a meno di restituire i soldi, ma non voglio nemmeno che questa cosa passi sotto silenzio perché come a me, questa cosa è successa a centinaia di persone. In questi giorni il comune è stato oggetto di un riconteggio della propria contabilità da parte dello stato centrale venendo penalizzato per le spese sostenute per l’alluvione gridando all’ingiustizia. E quello che hanno fatto a noi cittadini cos’è? Le aggiungo infine che, malgrado varie segnalazioni in comune e la visita dell’ex assessore Tosetto direttamente nella zona interessata chiamato da me, a tre anni dall’alluvione siamo ancora senza argine".

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