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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Cronaca

Acqua inquinata da Pfas, "giro di vite ma c'è un vuoto legislativo"

Il consorzio Arica, che si occupa del collettore che raccoglie i reflui dei depuratori della valle del Chiampo ha annunciato che la presenza delle sostanze perfluoroalchiliche sarà abbattuta

Giro di vite netto e senza riserve quello che in questi giorni mette in campo il Consorzio ARICA sul problema presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). L’occasione è stata fornita nel corso di un incontro della Commissione Tecnica Regionale sulla problematica PFAS, composta da rappresentanti dell'Istituto Superiore della Sanità, dell'ARPAV e di vari settori della Regione del Veneto e da ARICA che gestisce il collettore che raccoglie i reflui dei depuratori di Acque del Chiampo, Alto Vicentino Servizi e Medio Chiampo.

La problematica è di grande attualità a causa delle infiltrazioni da PFAS che si sono verificate in alcune aree della nostra Provincia che hanno compromesso la falda sotterranea, verso la quale i gestori dei servizi idrici interessati si sono adoperati con investimenti importanti per trovare soluzioni di abbattimento. Oltre alla falda, che riguarda una contaminazione avvenuta molto tempo addietro, è stata rinvenuta la presenza di queste sostanze anche presso alcuni scarichi industriali e da questi ai depuratori. Le iniziative messe in campo fin dal 2013, in materia di riduzione della concentrazione di PFOA e PFOS, hanno portato ad una netta riduzione ed ora con questa iniziativa particolarmente forte si attende un ulteriore miglioramento. Infatti ARICA, pur in presenza di vuoti legislativi, anticipa l'emanazione di normative per allineare, a tutela dell'ambiente, la qualità del fiume Fratta ai valori più restrittivi individuati fra i vari stati membri della comunità europea.


Da aprile, quindi, ARICA intende adottare un'ulteriore forte riduzione per i PFOA e PFOS che sono i PFAS più pericolosi e persistenti. Intende inoltre intervenire per la prima volta anche su altre sostanze perfluoroalchiliche: PFHxA, PFPeA, PFBA e PFBS nonostante non ci siano ad oggi studi scientifici consolidati che ne acccertino la tossicità. È invece certo il fatto che la loro eventuale tossicità è molto inferiore a quella del PFOA e del PFOS. “Abbiamo fatto una scelta netta a tutela della salute, pur consapevoli che esiste un vuoto legislativo che non ci aiuta” – dichiara il Presidente di ARICA, Renzo Marcigaglia – “inoltre siamo convinti che non si possano fare sconti su un tema così pericoloso. Ora mi aspetto che in tempi ragionevoli chi deve legiferare, Regione o Governo, si affretti a farlo, magari partendo dal nostro modello che anticipa i tempi”.

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