10 modi di dire che chi passa per Vicenza deve conoscere
Chi soggiorna nel vicentino per qualche tempo si troverà ad affrontare un certo numero di espressione e proverbi coloriti che provengono dalla tradizione e dal dialetto. Ecco un breve prontuario
Vicenza è una città ospitale, aperta a turisti e ad ogni tipo di visitatore, ma talvota comprendere alcune espressioni dell'uomo e della donna berica non è semplice. Chi visita la città, che sia per un breve o per un lungo periodo, deve imparare a destreggiarsi con dialetto e parole che non sempre trovano un immediata comprensione. Ecco alcuni esempi
1- Ceste
Il termine significa fondamentalmente: "Chi se ne frega", o "amen, discussione finita". Non tutti i vicentini sanno di utilizzare un espressione dialettale quando lo dicono, il consiglio è di evitare di farglielo notare.
3 - Te si indrio come a coa del mas-cio
Non solo chiesa ma anche tanta campagna nella tradizione berica. Emerge anche da questo diffusissimo modo di dire per tacciare l'interlocutore di scarso comprendonio.
4 - Va in Ciuppese
Come spiegano i trattati sul dialetto vicentino, Ciuppese è un luogo nei pressi di Vivaro, particolarmente paludoso e, nella leggenda popolare, teatro di fatti spiacevoli. Mandare qualcuno a Ciuppese è una versione locale del "vaffa".
5 - Da tola no se se stacca se la boca no sa da vaca
Tipico detto enogastronomico, utilizzato nelle occasioni conviviali, per chiedere il piatto dei formaggi a fine pasto.
6- Ara che vien fredo
Usata dalle mogli vicentine con i mariti, ma anche con i figli. Ciò che si dovrebbe raffreddare è il cibo in tavola.La fatidica frase, però, viene pronunciata con un certo preavviso, per mettere le mani avanti.
7 - Ocio
L'ocio, in dialetto veneto, è l'occhio, ma rappresenta solo l'organo della vista, è molto di più. Tale espressione, infatti, funge anche da esclamazione, avvertimento ed, infine, è indispensabile qualora si volesse fare del sarcasmo: attenzione a non confonderne i significati, basta una variazione del tono della voce.
48- Te tendo
Utilizzato quando qualcuno sta per combinare qualcosa e pensa che nessuno se ne possa accorgere. Letteralmente significa "ti controllo".
9. Sito imbriago?
Formula dubitativa atta a colpire nel profondo l’orgoglio dell’uomo vicentino. Chi pronuncia questa frase sottintende nell’interlocutore uno stato di alterazione alcolica, che lo renderebbe ridicolo e poco credibile.
10. Teo digo par l’ultima volta
Con questa espressione, il vicentino avvisa che questa è l’ultima opportunità prima di rischiare di incappare in una sfuriata di proporzioni bibliche. A questo punto, l’unica cosa da fare sarà battere la ritirata e scusarsi con lui e non sgarrare più.