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Cronaca

10 febbraio 2017, 70 anni dopo l'esodo giuliano a Vicenza: per non dimenticare

Interi centri abitati si svuotarono, migliaia di persone si spinsero oltre confine per sfuggire al regime di terrore imposto dalle milizie titine. Una pagina drammatica della storia contemporanea, ricordo indelebile per chi l'ha vissuto in prima persona

Si avvicina il 10 febbraio, data che in Italia, dal 2004, è stata istituita come Giorno del Ricordo, in memoria dele vittime delle foibe, dell’esodo giuliano dalmata e delle vicende del confine orientale italiano nel drammatico periodo della fine della seconda guerra mondiale e subito dopo.

Nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945, nell’Istria vessata da anni di fascismo e dall’occupazione nazista poi, il vuoto di potere lasciò spazio a feroci ondate di violenza. I comunisti di Tito misero in atto arresti, esecuzioni, deportazioni nei campi di concentramento balcanici, portando alla morte brutale di migliaia di civili e all’esodo di altrettante persone, persino a guerra finita. Nelle foibe (parola dialettale che deriva dal latino fovea "fossa"), cavità carsiche, sparirono oltre 10mila persone, un genocidio che non teneva conto di età, sesso e religione.

Giorno del ricordo, 70 anni dopo l'esodo giuliano dalmata

Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, per sfuggire al regime di terrore imposto dalle milizie titine, in Istria, si svuotarono interi villaggi dando vita ad una vera e propria diaspora di cittadini di etnia e di lingua italiana. Persone che attraversarono i confini e raggiunsero l'Italia. Molti di loro trovarono rifugio nell'ex convento di Santa Maria Nova, a Vicenza, dove vennero accolti mille esuli istriani.

A tal proposito, venerdì, alle 11 davanti all’ex Collegio Cordellina di contra’ Santa Maria Nova, ci sarà la deposizione di una corona d’alloro e un momento di riflessione in memoria dei mille esuli italiani qui  trovarono rifugio.  Le celebrazioni proseguiranno poi venerdì 10, alle 11, al cimitero maggiore di viale Trieste dove è in programma una cerimonia che prevede la deposizione di una corona d’alloro con gli onori ai martiri, i saluti del presidente del consiglio comunale, Federico Formisano, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, e del presidente del comitato provinciale di Vicenza dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Coriolano Fagarazzi e, a seguire, la lettura dell’invocazione per le vittime delle foibe.

Inoltre, sempre venerdì 10, ma alle 18, nella sala degli Stucchi di palazzo Trissino, è prevista la rievocazione degli eventi a cura del presidente del Comitato provinciale di Vicenza, Coriolano Fagarazzi, e un concerto conclusivo.

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