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Luce e gas: scopri come evitare truffe e raggiri

Guida antitruffa, gli imbrogli sono sempre più diffusi e sofisticati

Cambiare fornitore nel 2020 ha fatto risparmiare in media 200 euro l’anno sulle bollette. Ma gli italiani “cadono” ancora in modalità di vendita spesso aggressive: ogni giorno si chiudono più di 100.000 nuovi contratti in seguito a telemarketing o porta a porta.

Come tutelarsi

Vendite troppo insistenti, tariffe e stipule poco chiare, contratti svantaggiosi e pratiche commerciali scorrette.

  • Visita porta a porta

Un finto agente potrebbe suonare al vostro campanello e chiedervi di visionare le ultime bollette o di controllare il vostro contatore del gas per regolarizzare la fornitura o per analisi di routine. Questo metodo è purtroppo molto efficace, perché l’attività di controllo dei contatori è un’attività che viene realmente effettuata dai tecnici incaricati dalle compagnie elettriche. Come accorgerci allora del raggiro? Molto semplice! Basterà chiedere il tesserino di riconoscimento con la matricola del tecnico e verificare dopo l’intervento con la compagnia elettrica se il controllo era previsto o no.

  •  La truffa del sì? 

Continua a fare molte vittime. Ma come funziona la truffa del sì? La modalità è abbastanza semplice e consiste in una chiamata in cui l’interlocutore pone una domanda molto semplice a cui quasi sempre una risposta affermativa. Ad esempio “Pronto, parlo con il signor Bianchi?”. Ovviamente il malcapitato risponderà sì e incapperà in una vera e propria truffa. 

  •  Chiamate da call center fasulli

Finti impiegati dei principali fornitori nazionali di energia vi potrebbero chiamare e, utilizzando scuse o frasi ingannevoli, potrebbero cercare di ottenere i vostri dati privati e personali.Molte volte le telefonate ricevute sono ad orari inconsueti, con toni insistenti e con discorsi incomprensibili. Ricordate che nessuna compagnia di elettricità o energia vi chiederà mai dati di carte di credito o conti correnti telefonicamente. 

  • Preferire sempre il canale online per stipulare nuovi contratti, verificare le offerte o cercarne di nuove

Come detto, le tariffe online sono più vantaggiose perché “libere” dai ricarichi necessari per sostenere una struttura di vendita offline, ma non solo: stipulare un contratto interamente online (e non al telefono) dà la possibilità di visionare tutta la documentazione e le condizioni contrattuali prima di fare il cambio. Ma non solo: le piattaforme web propongono spesso tariffe speciali ottenute grazie al rapporto diretto con i fornitori o, come nel caso di Switcho, offrono un algoritmo di analisi personalizzata a partire dai propri consumi. E per chi volesse approfondire ulteriormente, c’è anche il portale di Arera, che consente di verificare le tariffe presenti sul mercato.

  • Quando si inizia una ricerca online, prestare attenzione a non compilare form di contatto con il proprio numero di telefono (con il rischio di passare alla fine questo dato ai call center)

In generale, internet conviene. Ma nasconde anche qualche insidia. Per questo - avverte Switcho - è importante prestare attenzione a quali form compiliamo e con quali dati. Spesso, infatti, agenzie e call center usano delle “offerte civetta” particolarmente vantaggiose legate a dei form di contatto: compilarli inserendo il numero di telefono può portarvi a dare involontariamente il vostro recapito ai call center. Che non mancheranno di telefonarvi.

  • Stare attenti al momento in cui si forniscono i propri dati personali (Codice fiscale, IBAN o anche il codice della bolletta necessario per fare gli switch)

Che sia qualcuno che vi raggiunge telefonicamente, oppure vi suoni alla porta, è buona precauzione evitare di fornire i propri dati personali come codice fiscale, l’IBAN e i codici univoci (POD/PDR) presenti sulle bollette. Questi dati, infatti, sono quelli che - se comunicati tutti insieme - possono permette di realizzare un cambio di fornitore e attivare nuovi contratti (anche in maniera fraudolenta). Diffidate, quindi, da chi cerca di recuperarli attraverso scuse banali (ad esempio, spacciandosi per tecnici che devono verificare l’aggiornamento dei prezzi del servizio da parte di Arera).

  • Non credere a chi si presenta davanti alla porta o al telefono dicendo di conoscere i vostri consumi o le vostre tariffe

E’ impossibile conoscere i consumi di qualcuno, a meno di essere l’attuale fornitore o il distributore o di visionare direttamente il dettaglio delle ultime bollette. Dunque, nei casi in cui un venditore si presenti - di persona o al telefono - sapendo già di avere una tariffa più bassa della vostra attuale, sarà meglio diffidare.

  • Non firmare nessun contratto in modo frettoloso

C’è anche un altro modo per distinguere in modo semplice un venditore che si spaccia per un tecnico, da un tecnico vero: il primo - oltre a chiedere quasi subito di visionare le vostre ultime bollette, che invece non servirebbero al secondo - raggiungerà velocemente il momento cruciale: la firma di un contratto. Il consiglio, qui, è di non firmare nulla frettolosamente, ma di prendersi tutto il tempo necessario per leggere il documento e capire cosa si sta firmando. Ovvero, quasi sempre, un nuovo contratto di fornitura.

Il dato 

I contratti attivati attraverso call center e porta a porta sono oltre che meno trasparenti anche più costosi, per l’utente finale, rispetto alle attivazioni online, che portano invece in media a un risparmio di 200 euro annui sulle bollette. 

Perché accade?

Il sistema di vendita “offline” prevede il coinvolgimento di molti soggetti: il fornitore, tipicamente, dà un mandato di vendita a un’agenzia, che è l’incaricata di procacciare i nuovi contratti; quest’ultima, a sua volta, riconosce delle provvigioni al singolo agente per ogni nuovo contratto concluso. Una struttura pesante, i cui costi, alla fine, sono a carico dell’utente finale, con un ricarico sul prezzo della materia prima che pesa fino al 30% in più. 

La lunga filiera della vendita offline, tuttavia, non è responsabile solo dei costi più cari sulle nuove attivazioni, ma anche degli “eccessi” del telemarketing, della scarsa trasparenza sui costi, delle fughe di dati: Solo in pochissimi casi il fornitore è l’autore diretto delle telefonate. Spesso, la catena di intermediari si allunga ulteriormente attraverso meccanismi di subappalti che diluiscono il controllo da parte del committente, e questo causa poca trasparenza su prezzi e offerte, le agenzie e i broker, inoltre, non sono quasi mai monocommessa: è così che si verificano le fughe di tabulati da un fornitore all’altro.

Analisi proveniente dalla Relazione Annuale dell’autorità Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) 2020, a cura di Switcho (www.switcho.it).
 

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