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Salute

Quarantena e Isolamento: quanto durano e quando si devono fare

La prima si riferisce ai contatti stretti, la seconda ai positivi accertati, non può essere equiparata ad un periodo di malattia

Tutti oramai siamo venuti a contatto, magari senza saperlo, con un positivo. Cosa fare? Che differenza c'è tra isolamento e quarantena? Quando posso tornare al lavoro se sono asintomatico? E se mio figlio ha in classe un caso di Covid devo stare in quarantena anch'io? La confusione sulle tempistiche e sulle procedure da seguire in caso di contagio o di contatto con un contagiato è ancora tanta. 

Contatti stretti con un positivo

Per il bene loro e della comunità devono rispettare un periodo di quarantena. Se un contatto stretto di un positivo durante la quarantena scopre di avere i sintomi deve rivolgersi al proprio medico di base che avvierà la procedura per accertare o meno la positività.
Contatti stretti asintomatici: un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso.

Contatto diretto con un positivo

Se non ho alcun sintomo, devo rimanere in quarantena per 14 giorni. Nel caso volessi uscire prima, posso fare un tampone dal decimo giorno in poi (ho quindi dato il tempo all'eventuale contagio di palesarsi). Se invece sono sintomatico, faccio un tampone che - se negativo - mi rende libero (solo dopo aver rispettato comunque 14 giorni di isolamento, o 10 giorni e al decimo giorno un tampone o test rapido ancora negativo). Se invece il tampone è positivo, non sono più un “contatto” ma un “caso”.

Positivo senza sintomi e con sintomi

Se sono un caso positivo, ma asintomatico: rientro in comunità dopo un tampone negativo fatto dopo almeno 10 giorni di isolamento. Nel caso di positività con sintomi: rientro in comunità dopo un tampone negativo, fatto dopo almeno 10 giorni di isolamento ed almeno 3 giorni senza sintomi (tali 3 giorni possono essere inclusi nei 10 oppure successivi: la cosa può variare da caso a caso in base a quando si guarisca dai sintomi).

 Le indicazioni da una nuova circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre 2020 che modifica le prescrizioni riguardanti la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, tenuto conto dell’evoluzione della situazione epidemiologica, delle evidenze scientifiche, delle prescrizioni degli organismi internazionali (OMS) e del parere del Comitato tecnico-scientifico italiano. 

Isolamento

Riguarda l’accertamento documentato di soggetto contagiato e consiste nella separazione della persona infetta dal resto della comunità per tutta la durata del periodo di contagiosità, in ambienti idonei a prevenire la trasmissione del virus. 

Quarantena

La quarantena, invece, consiste nella riduzione dei movimenti delle persone sane per tutta la durata del periodo di incubazione, che potrebbero essere state esposte al virus, con lo scopo di monitorare l’eventuale evoluzione di comparsa o meno dei sintomi da contagio. 

Quarantena e isolamento domiciliare non è malattia

In caso di quarantena domiciliare per il lavoratore non scatta automaticamente la «malattia». Chiarisce l'Inps.

POSITIVI SINTOMATICI, ASINTOMATICI E A LUNGO TERMINE, COSA FARE?

In caso di tampone positivo le indicazione su isolamento e quarantena nei vari casi.

Positivi asintomatici

Le persone risultate positive asintomatiche possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al cui termine risulti la negatività a seguito di test molecolare (10 giorni e test).

Positivi sintomatici

Le persone sintomatiche risultate positive al virus, possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi, cui deve seguire un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni/almeno 3 senza sintomi e test); 

Casi positivi a lungo termine

Le persone che, pur senza presentare ancora sintomi, continuino a risultare positive al test molecolare, in casi di assenza di sintomi da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Il tutto potrà essere regolato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti virologi, tenuto conto dello stato immunitario delle persone interessate (nelle persone immunodepresse il periodo di contagiosità può essere più lungo).

CONTATTI STRETTI ASINTOMATICI

I contatti stretti di casi di infezione acclarati dalle autorità sanitarie, dovranno: 

a) osservare un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso (14 giorni di quarantena);

b) oppure osservare un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno (10 giorni di quarantena e test).

La circolare chiarisce che:

La quarantena viene fatta invece da chi può essere definito un "contatto stretto", ovvero una persona a tutti gli effetti sana (fino a che non insorgono sintomi) che è stata esposta ad un caso di Covid (un caso acclarato da tampone). L'obiettivo in questo caso è di monitorare i sintomi e assicurare l’identificazione precoce dei casi.

Per riassumere e semplificare: stanno in isolamento i malati, stanno in quarantena i sani venuti a contatto stretto coi malati

  • La quarantena si riferisce alla restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.
  • L’isolamento fiduciario riguarda invece tutti i casi accertati, cioè i positivi al tampone molecolare, che devono evitare in tutti i modi possibili di trasmettere l’infezione. Ricordiamo che chi è positivo ed esce di casa quando sa che non potrebbe farlo commette un reato, quindi un illecito di natura penale. In casi meno gravi, se non si arreca pericolo ad altri, si viola il testo unico delle leggi sanitarie (arresto da 3 a 18 mesi e ammenda da 500 a 5mila euro); in quelli più gravi si può arrivare anche a denunce per epidemia colposa, con pene che vanno da uno a cinque anni.

Soggetti positivi: tempi dell'isolamento

Partiamo da coloro che sono risultati positivi dopo un tampone, insomma i casi conclamati. Come sappiamo possono essere di due tipi: positivi sintomatici (che presentano i sintomi della malattia) o asintomatici, ovvero che non sono malati, ma sono identificati come casi solo a seguito di un tampone positivo effettuato. Infine ci sono i cosiddetti "positivi a lungo termine" ovvero coloro che continuano a risultare positivi al secondo o al terzo tampone dopo la guarigione clinica, cioè dopo qualche giorno senza sintomi.

  • Soggetti positivi asintomatici (10 giorni + un solo tampone negativo): devono stare in isolamento per almeno 10 giorni (prima erano 14 e terminavano con due tamponi negativi a distanza di almeno 24 ore) dopo aver scoperto di essere positivi (ossia dopo i risultati di un tampone). Decorsi questi 10 giorni dal riscontro della positività devono ripetere il tampone e possono interrompere l’isolamento solo se il risultato è negativo.
  • Soggetti positivi sintomatici (10 giorni di cui 3 senza sintomi + un solo tampone negativo): devono stare in isolamento per almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e almeno durante gli ultimi 3 non devono più presentare sintomi. Decorsi questi 10 giorni devono ripetere il tampone e possono interrompere l’isolamento solo se il risultato è negativo. In sostanza il tampone viene fatto solo se sono passati almeno 3 giorni senza sintomi e se nei fatti ne sono trascorsi in tutto almeno 10 di isolamento dal giorno dell’insorgenza dei sintomi.

I SEGNI CHE LA QUARANTENA LASCIA SULLA MENTE

La quarantena può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere psicologico dei cittadini. A certificarlo è una review pubblicata sulla rivista The Lancet da un gruppo di ricercatori del King's College di Londra. Pur non differenziando i singoli in base allo stato di salute di partenza, i ricercatori hanno osservato che disturbi quali l'ansia, la depressione, l'irritabilità e il disturbo post-traumatico da stress possono durare anche per mesi, dopo la fine della quarantena. Secondo Fiorillo, gli effetti della quarantena possono ingenerarsi «dalla perdita della routine, dalla percezione della paura delle conseguenze dell’epidemia, dalla riduzione dei contatti sociali e fisici, dal senso di coercizione all’interno di spazi limitati, dall'insicurezza e dalla percezione di un futuro a tinte fosche». Senza dimenticare alcuni cambiamenti forzati, come quelli che stanno vivendo i parenti delle vittime di Covid-19: impossibilitati a dare l'ultimo saluto ai propri congiunti.

La nuova Circolare del ministero della Salute del 12 ottobre 2020 aggiorna le indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemiologica, delle nuove evidenze scientifiche, delle indicazioni provenienti da alcuni organismi internazionali (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico l'11 ottobre 2020.

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