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Salute

Test anticorpi covid: perché, dove, quando farlo prima o dopo il vaccino

Fino a qualche tempo fa serviva a capire se si era contratto il virus, adesso invece ha un'altra importante funzione. Il test sierologico valuta la presenza o meno degli anticorpi IgM e IgG nel sangue

I centri analisi e gli sportelli degli ospedali ricevono ormai tutti i giorni richieste di utenti che vogliono sottoporsi alle analisi per controllare gli anticorpi Covid.

Sia da chi deve fare il vaccino, o ha avuto in passato il Coronavirus, chi già fatto la prima o entrambe le dosi del vaccino, e vuole conoscere il livello degli anticorpi sviluppati e dunque la propria immunità o meno al virus.

I risultati del test sierologico eseguito per valutare l’eventuale esposizione a un microrganismo patogeno possono essere:

  • IgM e IgG negative: non c’è stata infezione o l’esposizione al patogeno è avvenuta da troppo poco tempo e non è stata ancora sviluppata una reazione immunitaria rilevabile, oppure il livello di anticorpi prodotti è troppo basso per essere rilevato dal test; 
  • solo IgM positive: l’esposizione all’antigene è molto recente.
  • IgM e IgG positive: l’infezione è in corso ed è stata contratta da poco tempo; 
  • solo IgG positive: l’infezione c’è stata ma non è recente. Non sempre è possibile stabilire se il soggetto che si è sottoposto al test è protetto da una successiva infezione e per quanto tempo.

Un'infezione recente o lontana?

Le IgM sono gli anticorpi che compaiono per primi nel siero dei pazienti dopo una primaria esposizione all’antigene (in genere non prima di 10 giorni), e quindi la loro presenza indica un’infezione recente. La concentrazione di IgM aumenta per alcune settimane e poi diminuisce quando inizia la produzione di IgG.

Le IgG cominciano a formarsi dopo circa 15 giorni dall’esposizione primaria all’antigene. L’organismo mantiene la memoria delle diverse IgG, che possono quindi essere riprodotte ad ogni esposizione allo stesso antigene (effetto “vaccino”), come pronta difesa. Le IgG sono così responsabili della protezione a lungo termine contro quel microrganismo.

L'esame quantitativo Igg

L’esame quantitativo delle IgG per il Sars-Cov2, permette di evidenziare nel sangue dell’utente la presenza degli anticorpi di classe IgG prodotti in caso di malattia o vaccinazione contro il Covid-19.

L’esame permette quindi di definire la concentrazione anticorpale per millilitro di sangue. Questo si rivela molto utile per capire precisamente la quantità di anticorpi nel sangue della persona.

A cosa serve?

Effettuare un esame quantitativo Igg serve per prendere decisioni quali la necessità di vaccinare una persona dopo che ha avuto la malattia, oppure capire se la persona dopo la malattia presenta oppure no un sufficiente titolo anticorpale. Ma anche conoscere se in passato la persona è stata affetta da Covid-19 senza che abbia mai avuto evidenza clinica o di positività al tampone molecolare, così come capire se la persona ha risposto positivamente alla vaccinazione e seguire l’andamento degli anticorpi nel tempo al fine di capire quando sarà necessario ripetere la vaccinazione (richiamo vaccinale).

L’esame quantitativo è in grado di rilevare gli anticorpi prodotti contro la proteina Spike-1. Questo dosaggio è utile per tutti i vaccini a mRNA che impiegano come antigene una componente della proteina Spike.

Come si effettua il test

Il test viene eseguito su una piccola quantità di siero ottenuto tramite prelievo venoso. È possibile eseguirlo esclusivamente a fronte di una prescrizione medica nel quadro di un completamento di approfondimento diagnostico e previo consenso informato. 

Si raccomanda il digiuno da almeno 4 ore; al momento non viene richiesta la sospensione dell’assunzione di farmaci abituali (si richiede comunque di segnalare all’operatore eventuali terapie in atto).

Il test è da considerarsi di screening con lo scopo di essere di ausilio nella diagnosi precoce di infezione o come conferma di avvenuto contatto con il virus Sars-CoV2, nonchè di esito positivo della vaccinazione.

Cosa implica la negatività del test

Se il test effettuato risulta negativo, questo può voler dire che non c’è stata ancora una reazione di tipo anticorpale (che può evidenziarsi nei successivi dieci giorni in caso di avvenuta infezione) oppure che non c’è stata ancora alcuna infezione o che non è stata fatta alcuna vaccinazione o, ancora, che la vaccinazione non ha indotto la produzione di anticorpi.

Cosa indica la positività del test

La positività del test implica che è avvenuto un contatto tra il virus e il nostro organismo (con o senza espressione sintomatica) e che, a seconda della presenza di IgM o IgG la risposta immunitaria è ancora in atto (presenza di sole IgM) oppure pregressa (presenza di IgM e di IgG, o sole IgG).

Il test sierologico dove farlo a Vicenza

  • Laboratori Sefamo
  • Centro di medicina Vicenza 
  • Dataclinica

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