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Violenza sulle donne, un nuovo sportello nel Vicentino

Lanzarin: "C’è da prevenire, in ogni modo possibile, costruendo un lavoro di squadra tra Istituzioni"

"Abbiamo scelto come simbolo della Giornata mondiale contro la Violenza sulle donne un’iniziativa concreta, un nuovo servizio che può diventare un porto sicuro". Queste le parole dell’assessore alla Sanità e sociale Manuela Lanzarin, che oggi 25 novembre ha inaugurato oggi a Castegnero un nuovo Sportello “Spazio Donna”, che va ad aggiungersi alla complessa rete regionale di assistenza e aiuto alle donne in pericolo o vittime di violenza.

“Abbiamo voluto aggiungere un nuovo tassello di una rete di assistenza - ha aggiunto Lanzarin - composta da 26 Centri antiviolenza, 37 Sportelli di Ascolto e 27 case rifugio. Per la violenza contro le donne non c’è scusante che tenga. C’è da prevenire, in ogni modo possibile, costruendo un lavoro di squadra tra Istituzioni”.

Nell’occasione del 25 novembre, la Regione ha elaborato anche alcune interessanti statistiche riferite all’anno 2020.

I punti di accesso

Nel Veneto sono presenti 26 Centri Antiviolenza (CAV) e 37 sportelli. I punti di accesso complessivi a cui le donne possono rivolgersi sono 63 (26+37).

Le case rifugio

Le case rifugio sono 27, 17 sono di tipo A ad indirizzo segreto e 10 di tipo B. Nel 2020 i contatti raccolti dai Centri di Ascolto Veneti sono stati 6.570 e 1.935 le donne prese in carico. I dati più alti si registrano a Venezia (783) e Padova (596). Il dato complessivo delle donne prese in carico dai centri antiviolenza nel 2020 è di 3.110 donne. In pratica un contatto su 3 si traduce in una presa in carico, a significare la rilevanza del fenomeno.

Le giornate di presenza sono state 41.441 ed il tasso di occupazione è del 63%. La presenza media è di 10 mesi. Sono state ospitate 141 donne (37 senza figli) e 148 figli. Il 75% delle donne è straniera. Il 75% delle donne non ha un’occupazione. Delle 3319 donne prese in carico 2056 hanno figli o figlie. Le denunce alle forze dell’ordine sono pari al 35% delle donne prese in carico dai CAV (29% nel 2019 e 25% nel 2018), si tratta di 1077 casi (952 nel 2019).

I numeri della violenza

Il profilo demografico e sociale si conferma come nel passato, più della metà sono donne di età fra i 31 ed i 50 anni. Il 67% sono donne italiane. Il 63% delle donne prese in carico ha un grado di istruzione medio alto. Il 53% delle donne ha un’occupazione (61% nel 2019).vL’81% delle violenze si manifesta all’interno di relazioni della coppia, sia in relazioni “in corso” che “concluse”. Nel 2019 i contatti raccolti dai centri antiviolenza (CAV) erano stati 7127, sono scesi a 6570 nel 2020. Le prese in carico sono scese da 2182 del 2019, a 1935 del 2020. Il dato complessivo delle donne prese in carico dai centri antiviolenza nel 2020 è di 3110 donne (3174 nel 2019).

“Questo calo – fa notare la Lanzarin – è preoccupante e gli esperti indicano nel lockdown vissuto per il Covid la causa prima”. Nel 2020 è stata presa in carico una donna ogni 789 donne residenti, dato in aumento rispetto al 2019 con 1 donna ogni 770. 146 casi registrati riguardano donne che hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza a seguito di violenza nata da convivenza forzata a causa del Covid-19 (violenza esacerbata dalla perdita di lavoro). Il 10% delle donne che iniziano il percorso lo abbandonano (314 donne).

La Tipologia di violenza è: psicologica 2445 casi, fisica 1906 con 794 accessi al Pronto soccorso. Per “violenza non fisica” vi sono state 4.089 situazioni mentre per la violenza fisica (compresa la violenza sessuale e le molestie) sono state 2.449 situazioni (per entrambe i casi è da precisare che le donne potevano indicare più opzioni).

L’81% delle violenze si manifesta all'interno di relazioni della coppia, sia in relazioni “in corso” (1792 casi) che “concluse” (744 casi).

Dei casi affrontati nel 2020 il 34% è stato valutato “a rischio” che corrispondono a 572 donne che per la maggior parte dei casi vede l’allontanamento dal maltrattante: 45% – 260 casi – con trasferimento da familiari o conoscenti 12% – 71 casi – con trasferimento in case rifugio 43% – 241 casi – altre soluzioni (comunità mamma bambino, comunità di prima accoglienza, alloggio protetto, strutture ricettive di tipo privato o religioso, ecc.)

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