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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Turismo, a Vicenza è crisi nera per gli alberghi: «Situazione disastrosa»

Calo del 20% di turisti italiani, mentre crollano del 70% i visitatori stranieri. Gli albergatori vicentini pensano di chiudere nei fine settimana

Prevenire, faticare, resistere per raddrizzare una stagione mai così incerta e drammatica, remando contro un nemico invisibile e una stampa straniera tutt'altro che mite.Hai voglia a sanificare, garantire test, abbassare i prezzi, aumentare i servizi. Le imprese alberghiere del Veneto che hanno deciso di aprire (e sono la maggioranza) hanno messo in campo tutto ciò che è umanamente, economicamente e scientificamente possibile per dare alle nostre località la consistenza di luoghi sicuri. Ma la diffidenza è dura a scalfire. Così, dopo una primavera di blocco totale, l'estate stenta a decollare, mentre i fatturati precipitano. Per le città d'arte è una Caporetto, le spiagge confidano sull'ultima coda della stagione per contenere le perdite, la montagna ripone nel mese di agosto la speranza di accogliere i turisti fidelizzati, le terme guardano direttamente al 2021. Tutti, indistintamente, lavorano in deficit. È quanto emerge dal check estivo di Federalberghi Veneto, con il presidente Marco Michielli che parla di un'estate autarchica, considerato che il 96% degli italiani che faranno vacanza resterà in Patria. Nonostante ciò, si sta evidenziando un calo di turisti italiani del 20% ed un crollo del 70% di quelli stranieri (storicamente, la parte più consistente del bacino turistico veneto).

«A giugno ci hanno penalizzati le incertezze post-lockdown, luglio ha registrato i primi movimenti degli italiani, ma siamo ben lontani dai livelli degli anni passati - spiega il presidente regionale di Federalberghi e di Confturismo Veneto - Ulteriore batosta, soprattutto nelle città d'arte, è il blocco totale di alcuni mercati che esprimono una notevole capacità di spesa (americani, russi e cinesi)". "C'è una doppia diffidenza: la prima è sanitaria, la seconda economica. Le notizie su una possibile ripresa del virus in autunno frenano i turisti fin da ora - afferma Michielli - servono interventi forti per salvare le imprese e i posti di lavoro: prorogare la cassa integrazione fino a fine dicembre; ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale; prolungare le misure sull'Imu e sugli affitti estendendole a tutte le strutture alberghiere».

Mesi di intenso lavoro per Federalberghi Veneto a supporto degli associati sia in Veneto che a Roma e diverse le iniziative messe in campo. Tra questi l'accordo stipulato con le case di cura sul territorio per fornire test e tamponi preventivi al personale che entra in servizio, e un accordo con Europe assistance che, riservato ai clienti, prevede la copertura di tutti i problemi che potessero malauguratamente insorgere durante il periodo di vacanza.

LA SITUAZIONE A VICENZA

A Vicenza è aperto il 70% delle strutture alberghiere e l'occupazione delle stanze è di poco più dello 0% nei weekend (tanto che diverse strutture chiudono nei fine settimana), mentre durante la settimana sale al 40% esclusivamente per effetto del turismo business, ma solo per 1-2 notti di permanenza. Ma in agosto il business si ferma, ed ecco che molti alberghi hanno previsto di chiudere per 2-3 settimane in quel mese. «Quest'anno sarà molto dura, stimiamo un calo dei fatturati del 70% - commenta Oscar Zago, presidente dell'Associazione albergatori di Vicenza - Manca tutto il settore 'leisure', sono spariti i gruppi, per ovvi motivi di sicurezza, e anche la fiera dell'oro di settembre è stata cancellata. Una situazione disastrosa».

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