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Viaggiare al tempo del Coronavirus: dov'è vietato l'ingresso ai Veneti

All'estero respingono gli italiani provenienti dalle zone colpite dall'epidemia. Sono molti i vicentini che si devono muovere per lavoro, necessità o viaggio. Ecco i paesi dove non possiamo andare

Il Coronavirus ha iniziato a diffondersi nel mondo a partire dalla Cina, che si trova al primo posto tra i Paesi nei quali il virus è maggiormente diffuso. A seguire ci sono la Corea del Sud, dove i casi sono più di 1.200, e l’Italia, con 1850 casi accertati finora.
Per il Coronavirus è stato vietato lo sbarco a passeggeri lombardi e veneti in varie località. In Giordania, Seychelles e Mauritius vietano l’ingresso a tutti gli italiani. E tanti altri Paesi pensano alla quarantena per chi proviene da Lombardia e Veneto. Ma Austria, Francia, Slovenia, Svizzera, Croazia e Germania hanno annunciato di chiudere i confini

Il sito ufficiale da consultare è viaggiaresicuri.it del Ministero degli Esteri, che viene costantemente aggiornato sulle nuove restrizioni che i singoli Paesi esteri hanno deciso di applicare ai viaggiatori provenienti dall’Italia

La quarantena per chi proviene dall'Italia

In questo momento, alcuni Paesi hanno predisposto un periodo di quarantena o l’auto - quarantena per chi arriva dall’Italia o da alcune zone di essa: nello specifico si tratta di Regno Unito, Romania, Malta, Israele, Polonia, Emirati Arabi, India e Croazia. Chi atterra in Cina a Pechino dall'Italia è tenuto a 14 giorni di auto-quarantena, in modo tale da evitare un’epidemia di ritorno. Corea del Sud e Iran, ma non ha imposto alcun divieto. Lo stesso è per l’Arabia Saudita.  La Russia consiglia ai propri cittadini di non fare viaggi in Italia.

Diversi Paesi hanno adottato misure restrittive bloccando gli ingressi di persone in arrivo dall'Italia o in alcuni casi dei cittadini italiani in generale. Altri Paesi, tra cui Stati Uniti e Hong Kong, hanno alzato le allerte e sconsigliano viaggi nel nostro Paese. La American Airlines, ha sospeso tutti i voli da e per Milano fino al 24 aprile. Decisione analoga per la Delta che ha fermato i collegamenti dal Jfk a Milano Malpensa rispettivamente fino al 1 maggio). Lufthansa a marzo ha ridotto ridotto i voli per Milano, Venezia, Roma, Torino, Verona, Bologna, Ancona e Pisa.

Vietato l'accesso agli italiani

Ci sono alcuni Stati nei quali non è al momento consentito l’ingresso a chi proviene da un paese che ha il Coronavirus. Chi ha prenotato un viaggio in Paesi come Giordania, Iraq, Turkmenistan, El Salvador, le isole Seychelles, le Mauritius e il Kuwait non potrà partire in quanto è stato vietato l’accesso ai cittadini italiani. Per quanto riguarda i rimborsi, saranno possibili se previsti dalla propria assicurazione viaggio o in base alle condizioni della singola compagnia aerea. Per i viaggi la cui destinazione è una “zona rossa” per contagio da Coronavirus è previsto sia l’annullamento sia il rimborso per motivi di sicurezza.

Non è stata impedita la mobilità da e verso i 27 Paesi dell’Unione europea, come confermato dal Ministero degli Affari Ue Vincenzo Amendola. Il Regno Unito ha imposto l’auto-quarantena per tutti i soggetti che prevengano dai luoghi di maggiore diffusione del virus, le cosiddette “zone rosse” anche in assenza di sintomi, mentre chi viaggia dal resto dell’Italia settentrionale sarà tenuto a farlo in presenza di sintomi.

In Olanda è stato ordinato di non andare nei comuni italiani che rappresentano il focolaio del Coronavirus, né a Roma e in Lazio. La Francia ha mandato a casa i bambini e i ragazzi che sono stati in gita in Lombardia o Veneto negli ultimi 14 giorni e ha previsto dei controlli sui treni francesi della linea Parigi-Milano.

Nessuna limitazione da parte della Germania, mentre a Praga vengono controllati in aeroporto i passeggeri che provengono dall’Italia e la compagnia nazionale bulgara, Bulgarian Air, ha annullato tutti i voli da e per Milano, fino al 27 marzo, per i quali è previsto il rimborso totale.

Quali sono le zone rosse in Italia

Le zone rosse, ovvero i focolai dai quali è partita la diffusione del Coronavirus in Italia sono in totale 11. Si tratta dei Comuni lombardi di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e del Comune di Vo’ Euganeo, in Veneto.

Le zone gialle, ovvero quelle che non costituiscono il centro del focolaio, ma sono comunque più a rischio, sono le aree di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

Alle zone rosse vengono applicati alcuni divieti di accesso e di allontanamento tramite il presidio da parte delle Forze dell’Ordine in diversi check point. Chi è stato nelle zone rosse negli ultimi 14 giorni è tenuto a comunicarlo all’ASL che disporrà la “sorveglianza sanitaria” e “l’isolamento fiduciario”. Non sono previste limitazioni di alcun tipo per chi si sposta in Italia.

Prenotare un viaggio e partire: consigli utili

Prenotare un viaggio in questo periodo è possibile: Sos Tariffe.it consiglia di farlo attivando un’assicurazione viaggio che preveda il rimborso in caso di cancellazione, ipotesi molto plausibile dato il momento storico, e la copertura di eventuali spese mediche. Prima di partire per l’estero è bene controllare la sicurezza del luogo di destinazione sul sito viaggiaresicuri.it, assicurandosi di avere a propria disposizione i riferimenti per contattare le autorità italiane dall’estero.

Chi viaggia in treno, aereo, macchina e qualsiasi altro mezzo deve prestare più attenzione del solito al rispetto delle normali norme igienico-sanitarie, cercando soprattutto di lavarsi le mani più spesso e di mettere il gomito davanti alla bocca in caso di tosse o starnuto, considerato che non sono in vigore limitazioni per gli spostamenti sul territorio nazionale, ad eccezione della “zona rossa”.

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Se si sta per partire all’estero, si può contattare l’Autorità italiana competente e il servizio sanitario locale. In caso di viaggi in Italia, bisogna rivolgersi al proprio medico di base, contattandolo telefonicamente, e ai numeri nazionali 1500 e 112. Ogni regione italiana ha comunque messo a disposizione un numero verde regionale, al quale rivolgersi in caso di necessità, che è disponibile sul sito del Ministero della Salute.

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