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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ambiente e inquinamento, la Cei cala sul Vicentino

Sull'onda dell'affaire Pfas la Conferenza episcopale italiana sceglie la città palladiana per un simposio dedicato agli ecosistemi e al sociale. Frattanto la rete ambientalista del Padovano chiede di sapere se il sedime di un istituto superiore a Piazzola sia contaminato dai «temibili derivati del fluoro»: un documento «scottante» sullo stato del suolo vicino alla scuola era circolato a margine del sit-in per la bonifica della Miteni organizzato a Trissino durante il fine settimana

È in calendario per il 4 marzo a Vicenza presso il centro diocesano Monsignor Onisto di via Rodolfi 14 la seconda edizione del convegno nazionale promosso dalla Conferenza episcopale italiana, più nel dettaglio dalle «Commissioni per il servizio della carità e della salute e per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace» dal titolo «Era cosa molto buona - custodire le nostre terre: salute, ambiente, lavoro». Il programma, estremamente articolato, è stato presentato oggi primo marzo presso il seminario di Vicenza. In collegamento telematico da Roma c'erano don Massimo Angelelli, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale della salute e don Bruno Bignami, direttore dell'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. Con loro, sempre in collegamento da remoto c'era anche il dottor Gianni Cervellera, della Consulta dell'ufficio nazionale per la pastorale della salute, sempre della Cei ossia la Conferenza episcopale italiana. A fare gli onori casa in carne ed ossa invece c'erano don Matteo Zorzanello direttore della Commissione pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Vicenza nonché Lauro Paoletto, direttore del settimanale diocesano vicentino «La voce dei Berici». A più riprese gli intervenuti si sono soffermati a lungo su un concetto preciso. «Ambiente salute ed occupazione debbono camminare di pari passo e non possono escludersi a vicenda».

IL PROGRAMMA
Ed è proprio in quest'ottica, anche in considerazione dei cascami dell'affaire Miteni, che la Cei ha pensato al capoluogo berico, per dare vita ad un simposio che secondo il programma diffuso stamani inizierà alle 8,30 per concludersi alle 17,oo. Stamani a più riprese tutti gli intervenuti hanno parlato della necessità di identificare «un nuovo modello economico» in cui «salute e ambiente debbono andare di pari passo col lavoro». In questo senso, fa sapere Angelelli, «l'incontro di sabato non solo ha l'ambizione di fornire una visione, ma ha l'ambizione di fornire una visione che possa tenere contro degli spunti e delle proposte che nei territori meritano di essere prese in grande considerazione». La giornata peraltro si aprirà col saluto del vescovo berico Giuliano Brugnotto. Gli organizzatori frattanto fanno sapere che sarà disponibile anche una diretta YouTube reperibile sul portale dell'«Ufficio nazionale per la pastorale della salute» che all'evento ha dedicato una pagina web ad hoc.

DA ACERRA AL VENETO
Si tratta di parole precise che danno conto «dello sforzo messo in campo dalla Cei». Se quest'ultima aveva preso Acerra, «luogo simbolo dell'inquinamento legato al caso della Terra dei fuochi», per la prima edizione dell'iniziativa, «non è un caso» che per la seconda sia stato scelto il Vicentino nel quale «i temi ambientali scottanti non mancano». È stato infatti menzionato l'affaire Pfas (i «temibili derivati del fluoro»), al centro peraltro di un maxi processo per contaminazione dei suoli e delle acque davanti alla Corte d'assise di Vicenza. Poi c'è il tema del polo chimico dell'Ovest vicentino, a partire dalle concerie: appresso quello dell'attraversamento di Vicenza da parte del percorso Tav - Alta capacità. «Proprio perché la situazione merita una analisi di un certo spessore nell'ultimo numero in edicola - spiega appunto il direttore Paoletto - il nostro settimanale ha deciso di dedicare al convegno, nonché al tema Pfas e al tema Tav una serie di approfondimenti a 360 gradi».

LA RIFLESSIONE
Dopo la prima edizione, tenutasi per l'appunto ad Acerra nel Napoletano, «la riflessione e l'appello della Chiesa alla risposta delle istituzioni e all'impegno dei cittadini riguardo al gravissimo problema dell'inquinamento ambientale si sposta nel Vicentino. Un territorio entrato a far parte della lista delle quarantadue aree italiane, che ricadono su 78 diverse diocesi, censite a suo tempo dal Ministero della transizione ecologica come siti di interesse nazionale per le bonifiche a causa del grave inquinamento dei terreni e delle altre matrici ambientali come le falde acquifere, causato dai temibili derivati del fluoro, i Pfas appunto» hanno sottolineato Zorzanello e Paoletto.

LA VALLE DELL'AGNO E IL COMPRENSORIO DEL BRENTA
Ad ogni modo il fronte ambientale veneto rimane caldo. Durante il fine settimana a Trissino nella Valle dell'Agno infatti si era svolto un sit-in davanti alla Miteni: per l'appunto la fabbrica presa di mira dalle autorità per la contaminazione da derivati del fluoro che ha colpito Veronese, Vicentino e Padovano. Durante il sit-in «in forza del quale» i dimostranti della galassia ecologista hanno chiesto «che la bonifica del sito inizi senza indugi», si è fatta sentire anche la voce di un gruppo di ecologisti del Padovano che hanno chiesto alla Regione Veneto «notizie precise sullo stato della contaminazione del suolo sotto o nei pressi dell'istituto scolastico Rolando da Piazzola a Piazzola sul brenta nel Padovano». Nel 2021 infatti la Regione Veneto, l'Arpav e la Provincia di Padova avevano dato vita ad un piano di indagine perché la scuola è stata costruita a ridosso di un terreno della Montecatini (uno dei colossi della chimica italiana del secolo scorso) che sta dando parecchie preoccupazioni agli enti locali sul piano della salubrità ambientale.

IL CASO PIAZZOLA, LA SCUOLA E «IL DOCUMENTO SCOTTANTE»
Vicenzatoday.it ha potuto compulsare un documento «scottante» trapelato a margine della manifestazione di Trissino. Un documento il quale altro non è che l'ultimo aggiornamento del piano di indagine: in quelle carte infatti si parla di numerosi superamenti oltre i limiti di soglia per parecchie sostanze. Più nel dettaglio nella relazione al protocollo 0005023/23 in data 26 gennaio 2023 firmata da Marco Pettene, direttore dell'area tecnica del Servizio edilizia scolastica della Provincia di Padova dati e cifre sono incasellati nero su bianco. La relazione peraltro si regge sulla consulenza della ferrarese Sgi, una srl ferrarese molto nota nel settore dell'ingegneria ambientale.

«I SUPERAMENTI»
«Tali superamenti - si legge - sono stati rilevati in maniera diffusa su tutta l'area con particolare riferimento ai materiali di riporto nei quali si rilevano le maggiori concentrazioni di inquinanti. Inoltre - si legge ancora - nella trincea Tr6 alla profondità compresa tra 0,6 e 1,0 metri è stata rilevata la presenza di materiali di colore nero e bianco assimilabili a rifiuto e che come tale dovrà essere gestito». La novità da giorni sta mettendo in ambasce settori della rete ecologista patavina. I quali chiedono che le autorità si attivino per cercare anche sostanze che non compaiono nel rapporto quali «Pfas e diossine».

LEGGI LA RELAZIONE DELLA PROVINCIA DI PADOVA

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