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Vendemmia 2019: produzione in calo ma di elevata qualità

In provincia di Vicenza è prevista una riduzione produttiva del 20-25% rispetto al 2018, ma in linea con le normali vendemmie. E' questo lo spaccato tracciato dal 45esimo focus sulle previsioni vendemmiali di Veneto Agricoltura e Regione, con Avepa, Arpav e Crea-Ve

Martedì mattina ha avuto luogo lo storico focus (giunto alla 45^ edizione) organizzato da Veneto Agricoltura e Regione, con Avepa, Arpav e Crea-Ve sulle prime stime quali-quantitative della vendemmia 2019 al via con la raccolta delle uve base spumante. Un evento che ha visto, come ogni anno, una grande partecipazione di operatori e addetti ai lavori interessati a raccogliere utili informazioni sullo stato del vigneto alla vigilia della vendemmia, che nel Veneto partirà con i Pinot e lo Chardonnay, mentre proprio in queste ore è iniziata la raccolta delle uve di Pinot Grigio per base spumante.

“Viticoltori e cantine devono porre la massima attenzione ai disciplinari - ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, chiudendo l’incontro – altrimenti si corre il rischio di assistere a scene di super produzioni già viste in passato con relative riduzioni dei prezzi delle uve”. Pan ha ribadito, inoltre, la necessità che “il mondo vitivinicolo rispetti sempre più i principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.

Da parte sua, il Commissario di Veneto Agricoltura, Alberto Negro, ha ricordato come “la superficie del vigneto biologico, non solo nel Veneto, stia lentamente ma costantemente crescendo, a conferma che questa tipologia di prodotto é ormai diffusamente richiesta dal mercato per ragioni di ordine sia qualitativo che ambientale”.

Tornando alle previsioni di vendemmia, nel Veneto quest’anno la produzione di uva dovrebbe ridursi mediamente del -15% rispetto alla produzione record del 2018, con punte anche ben maggiori in alcune aree. Complessivamente, la produzione dovrebbe raggiungere i 12,8 mln di quintali di uva. Vediamo, in sintesi, la situazione previsionale nelle diverse province.

In provincia di Vicenza è prevista una riduzione produttiva del 20-25% rispetto al 2018, ma in linea con le normali vendemmie. Ciò è dovuto ad una minore fertilità delle piante che ha ridotto il peso specifico dei grappoli. Anche qui si prevede una produzione in calo di circa il 20% per le varietà a bacca bianca (ad eccezione del Pinot Grigio, che addirittura potrebbe sfiorare il -40%). Per le varietà a bacca nera è previsto un decremento del 15-20%. I pochi nuovi impianti, o meglio reimpianti, avranno un impatto quasi nullo sulla resa complessiva o comunque molto limitato.

A Belluno la produzione è stimata in calo di circa il 10%, riduzione in parte compensata dall’entrata in produzione di 6 ettari di nuovi vigneti. Nei territori di Padova e Rovigo, grazie al buono stato fitosanitario delle uve, la raccolta è prevista nella media, e comunque in calo del 13-18% rispetto all’eccezionale annata 2018. L’entrata in produzione di nuovi vigneti andrà ad incidere per circa il 5% in provincia di Padova e del 2% a Rovigo.

In provincia di Treviso, l’uva Glera (Prosecco) presenta una buona fertilità, tale da garantire livelli produttivi in grado di assicurare se non superare i limiti imposti dai relativi disciplinari di produzione. Se confrontata con l’elevata produttività del 2018, risulta che la produzione di quest’anno sarà inferiore del 10-15%. Il Pinot Grigio presenta invece una situazione eterogenea: alcuni vigneti hanno un’ottima fertilità per cui si prevede il raggiungimento delle quantità indicate dai disciplinari; in altri la riduzione di resa potrebbe raggiungere anche il 10-20% In generale, tutti i vitigni hanno una buona produttività (Merlot, Raboso Piave, Chardonnay che lamenta qualche problema di oidio). L’entrata in produzione dei nuovi vigneti inciderà per circa l’1%. Anche nel veneziano si prevede una quantità di raccolta in calo del 15-20% rispetto alla vendemmia 2018. La diminuzione è più accentuata per le uve a bacca bianca precoci, mentre per la varietà Glera il calo produttivo è stimato attorno al 15%, comunque in linea con le medie produttive normali. L’entrata in produzione di nuovi vigneti (per lo più di varietà Glera e Pinot Grigio) incide per circa il 2,5-3%.

Infine, nell’area di Verona, rispetto al 2018, il calo produttivo si stima dal 10 al 25% a seconda delle varietà. Molti i motivi, soprattutto il fatto che dopo un 2018 di produzioni eccezionalmente abbondanti, è naturale che la vite subisca un anno di “scarica”; in modo particolare, Pinot Grigio e Chardonnay, che hanno attraversato il loro periodo di fioritura nel bel mezzo delle piogge di fine maggio. Relativamente ai vitigni dell’uvaggio Valpolicella si prevede il raggiungimento delle rese dei disciplinari, con una qualità ottima, come del resto per la Garganega nella zona del Soave; con esclusione però dei vigneti del Soave Classico pesantemente colpiti dalla grandinata del 5 maggio scorso, con effetto la riduzione delle rese. L’entrata in produzione di nuovi vitigni inciderà sulle quantità complessive per circa il 10%.

In Provincia di Bolzano per la vendemmia 2019 ci si aspetta un calo del 13% rispetto al 2018; infatti alcuni vitigni come Pinot Grigio, Lagrein, Gewürztraminer presentano dei grappoli più piccoli rispetto ad altre annate oppure i tralci portano meno grappoli.

In quella di Trento tutta la produzione si annuncia in calo: Pinot Grigio -15%, Chardonnay -20%, Muller Thurgau -15%, Traminer -40, Teroldego -5%, Marzemino -10%. Solo la produzione di Merlot dovrebbe rimanere invariata.

In Friuli-Venezia Giulia la fertilità reale dei germogli (numero medio di grappoli per gemma) risulta inferiore a quella del 2018 su tutte le varietà. Si stima pertanto una contrazione della produzione per pianta rispetto all’anno precedente nell’ordine del 10-15% anche se con significative differenze in relazione alla zona e alle varietà. In sintesi, per Merlot e Glera le produzioni risultano al momento regolari, mentre per il Pinot Grigio, varietà più sensibile a fattori esogeni, si segnala una discreta variabilità di resa unitaria fra i vigneti. Ad oggi, si può stimare una riduzione della resa dei vigneti nell’ordine del 10%, tenendo anche conto dell’entrata in produzione di molte centinaia di ettari dei nuovi impianti. 

Per quanto riguarda le altre Regioni italiane contattate in video conferenza: in Piemonte, colpito da gelate in primavera e ondate di caldo a giugno, produzione nella media. Inizio vendemmia, prossima settima (moscati). Lombardia: estate molto calda, uve sane, produzione -15% con punte del -20% nell’Oltrepo Pavese e -15-20% in Franciacorta; Valdellina -10%. In Emilia-Romagna periodo primaverile molto impegnativo sotto il profilo della sanità delle uve; produzione in calo del -15% medio, qualità molto buona. In Toscana la vendemmia è in ritardo di 10 giorni circa; la produzione sarà nella media o in leggero aumento, mentre per il Brunello si prevede una leggera riduzione. Puglia: produzione in calo del -20% per un andamento climatico non favorevole, specie in primavera. In Sicilia la vendemmia è in ritardo di circa 10 giorni, con una riduzione produttiva che arriva al 30% per le uve bianche precoci, specie in Sicilia Occidentale; meno pesante il calo per le uva a bacca nera; uva eccellente grazie ad un buon andamento climatico.

In Francia l’andamento climatico ha inciso negativamente sulla produzione che sarà senz’altro in calo rispetto al 2018 e sui livelli del 2017.

In Spagna la riduzione produttiva sarà mediamente di circa il 30% con punte del 50% in alcune aree. Bianchi eccellenti con ottimo grado alcolico.

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