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"Caso Viganò, chi critica il papa dica dei rapporti di McCarrick con la finanza Usa"

Il giurista vicentino Renato Ellero parla della tempesta che sta scuotendo la curia romana e difende Bergoglio. Ma sulla glasnost vaticana non risparmia critiche al pontefice e al cardinale Parolin

Recentemente sul suo blog il professor Renato Ellero, già senatore del Carroccio negli anni ‘90, noto penalista vicentino di origini veneziane, ha acceso i suoi fanali sulla vicenda di monsignor Carlo Maria Viganò. Si tratta del presule che con le sue dichiarazioni pubbliche e con la richiesta di abdicazione nei confronti di papa Francesco I, preso di mira perché avrebbe coperto un pedofilo, ha scatenato una tempesta in seno alla chiesa e in seno alla curia romana da sempre divisa in varie fazioni. Il pontefice ha mostrato molta freddezza verso l’accusa rivoltagli. C’è chi lo difende a spada tratta. Chi lo mette sulla graticola .

Professore in questo frangente di dura contrapposizione sulla stampa nonché sui social media anche lei ha detto la sua. Vero? Anche lei ne ha parlato vero?

«Sì, sul mio blog ho spiegato che Bergoglio ha iniziato a scoprire le pentole della pedofilia nella Chiesa. Sarà un lavoro lungo e duro perché affronta un problema che ha decenni, se non centinaia di anni di vita. Accusare il pontefice di complicità nelle coperture è un falso storico. Il fatto che gli addebiti nei suoi confronti provengano da un prelato appartenente ad una fazione, quella della cosiddetta chiesa cattolica tradizionalista, la linea della quale si è spessissimo materializzata proprio nella copertura se non nella negazione del fenomeno, dimostra la mala fede di chi sostiene questa accusa».

Ne consegue che?

«Chi ha fatto fuori, mi si passi l’espressione grezza, Theodore Edgar McCarrick, il cardinale al centro della polemica di Viganò, è stato proprio l’attuale pontefice. Se poi si vuole allargare lo spettro sul papato di Bergoglio allora si possono muovere sì alcune critiche».

Vale a dire?

«L’azione di rinnovamento della curia romana inizialmente ha avuto un buono slancio. Poi questo slancio si è molto molto, molto afflosciato. Un pezzo della gerarchia, quella che da anni lucra nel torbido e che con la parte più torbida della sessualità e della omosessualità ha convissuto nel silenzio, ha provato a rialzare la testa».

Come?

«Usando per doppi e tripli fini giustappunto l’argomento pedofilia. Proprio quella pedofilia che la cosiddetta ala reazionaria della chiesa, ripeto per i duri di comprendonio, aveva sempre negato come problema vero. Il tutto per rifarsi sotto nei giochi di potere all’ombra del Colonnato».

Quindi secondo lei la questione omosessualità in questa fattispecie è stata usata in modo strumentale?

«Sì».

In realtà non è la prima volta che si sente dire che l’azione di Bergoglio si sia affievolita. Lei che pensa?

«Per carità, io sono il primo a dire che quando si manipola la gerarchia vaticana e quella della chiesa cattolica nel mondo occorrano accortezza e una certa dose, non troppa, di prudenza. Però una certa quale incisività è mancata, bisognerà pur dirlo. A partire da quella che ci si aspettava dal segretario di Stato di sua Santità, ovvero Pietro Parolin. Costui non dimentichiamolo è il numero due della chiesa. Il cardinale di Schiavon, che potrebbe essere il prossimo papa, dovrebbe essere assai più drastico, anche sul piano mediatico, nell’affrontare alcuni problemi insoluti relativi al malaffare nella curia romana».

Mi scusi però alla fine le accuse su McCarrick sono state confermate proprio dalla Chiesa. O no?

«Questo nessuno lo nega. Ci mancherebbe altro. Però se si vuole raccontare una vicenda occorre raccontarla tutta».

Lei si riferisce alla coperture di cui McCarrick, già arcivescovo di Washington, avrebbe goduto per anni grazie alle sue entrature presso l’establishment politico, finanziario e diplomatico a stelle e strisce?

«Esatto. Chi lo critica per criticare Bergoglio al fine di esautorarlo perché giacché l’autore della critica appartenente ad una cordata avversa, si dimentica, in mala fede, una cosa».

Quale?

«Quella di lanciare un po’ di strali verso chi davvero ha protetto il cardinale McCarrick in quegli ambienti tanto influenti. Segno evidente che l’unica aspirazione degli aficionados di Viganò è quella di rimettersi al potere per poi servire, in modo assai poco cristiano, chi è davvero, almeno in Occidente, il padrone del vapore».

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