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Vaccini sprint per i sanitari? La circolare della Regione Veneto è «illegittima»

Il provvedimento preso dalla direzione generale del settore salute di palazzo Balbi nell'ambito della contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19 finisce nel mirino del sindacato Cub che invia al funzionario Flor una diffida

Oggi 28 maggio la Cub Veneto ha diffidato la direzione generale della sanità della Regione Veneto per una nota con cui quest'ultima intende dare applicazione al decreto legge per l'obbligo vaccinale nel settore degli operatori sanitari. Lo si apprende in una nota diffusa stasera dalla vicentina Maria Teresa Turetta che guida la Cub a livello regionale.

Nel mirino di Turetta è così finito il dottor Luciano Flor che da qualche mese riveste appunto la carica di direttore generale della sanità di palazzo Balbi. Più nel dettaglio la diffida è la risposta del sindacato di base ad una nota che lo stesso Flor aveva diramato «il 25 maggio scorso». Nota che «introduce una serie di disposizioni volte a integrare la disciplina» prevista dal cosiddetto decreto legge 44 sull'obbligo vaccinale per i sanitari nell'ambito della strategia per il contrasto alla diffusione del coronavirus meglio noto come Covid-19 o Sars-Cov-2. Per vero palazzo Balbi aveva diramato un provvedimento correlato anche il 21 di maggio.

«Lo scopo della circolare regionale - scrive Turetta - sarebbe quello di sveltire la procedura di accertamento dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario». Di fatto però, denuncia la sigla di base, «si prevede una deviazione rispetto all'iter stabilito dalla legge, attraverso la istituzione di un procedimento parallelo funzionale a sgravare le Ulss quali unici soggetti... istituzionalmente preposti alla tutela della salute pubblica... titolari di detto accertamento, in base alla suddetta disciplina normativa». Il fatto che le Ulss, questo il ragionamento di Turetta de facto invochino la possibilità di appoggiarsi a soggetti terzi nella procedura di accertamento costituisce una opzione priva «di... base giuridica» il che costituisce «una palese violazione della normativa sul trattamento dei dati personali relativi alla salute dei soggetti interessati». Per di più il sindacato considera del tutto illegittima la previsione della istituzione di commissioni ad hoc tese a sindacare le certificazioni di esonero. Per di più secondo Cub i criteri per la formazione di queste commissioni restano ignoti, «in spregio di ogni garanzia di imparzialità».

In sostanza la nota della Regione Veneto, a detta del sindacato. altera arbitrariamente, e a detrimento dei destinatari dell'imposizione vaccinale, «il procedimento amministrativo stabilito dalla legge a loro specifica tutela. Detta legge infatti, in quanto istitutiva di un trattamento sanitario obbligatorio, non può che essere interpretata rigorosamente e restrittivamente, così come del resto è espresso nel parere del ministero della salute allegato alla nota medesima».

Appresso un'ultima bordata: «É evidente che siamo di fronte ad una interferenza di natura politica su un impianto normativo già di per sé grave per gli effetti che procura ai lavoratori della sanità e dei servizi socio sanitari, posti davanti al ricatto “o ti vaccini o ti tolgo il salario... É altrettanto evidente che come sindacato non possiamo lasciare soli i lavoratori davanti a tale sopruso che rappresenta un inedito assoluto nella storia dell'ordinamento giuridico italiano e di certo non tollera inasprimenti ulteriori e privi di una forma adeguata, lesivi del fondamentale diritto degli interessati di interlocuzione con l’autorità competente, secondo la normativa in questione, a tutela della propria salute».

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