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Miteni, il Noe ancora a caccia del GenX

Mentre sono iniziate le operazioni di svuotamento della fabbrica trissinise sotto la supervisione dei pompieri, i carabinieri perquisiscono lo stabilimento alla ricerca di due sostanze pericolose recentemente entrate nell'inchiesta

Sotto la supervisione dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri del Noe e delle altre autorità delegate in materia di protezione ambientale e sanitaria, giovedì alle 8,30 sono cominciati i lavori per il cosiddetto svuotamento in sicurezza della Miteni di Trissino: si tratta della nota industria chimica al centro dell'affaire Pfas, una societá che di recente è anche fallita. Tra le prime sostanze che saranno rimosse dai siti di stoccaggio ci sono acidi altamente tossici.

Ma c'è di piú. Da stamani nello stabilimento è in corso una serie di controlli incrociati condotti dal Servizio prevenzione infortuni, unitá speciale dell'Ulss di Venezia ed i Carabinieri del Noe di Treviso. Si tratta di quei controlli accurati sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla tenuta degli impianti a lungo richiesti dai sindacati aziendali, che per mesi avevano rifiutato l'intervento dello Spisal berico giudicando le sue competenze non sufficientemente specializzate per condurre accertamenti di questo tipo.

Lo Spisal lagunare infatti, proprio per la storica presenza del petrolchimico di Marghera negli anni ha acquisito un know how di livello in materia di grandi impianti industriali. Di piú i militari del Noe, da alcune indiscrezioni filtrate dalla fabbrica ieri avrebbero compiuto una lunga perquisizione nell'ambito dell'inchiesta che la procura berica da tempo ha aperto sull'affaire Miteni. Piú nel dettaglio i Carabinieri avrebbero cercato maggiori riscontri sulla lavorazione di due composti, GenX e C6O4, recentemente finiti nell'indagine.

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