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Un test salivare per entrare nel Registro dei donatori di midollo osseo

Parte da Vicenza e si estenderà al Veneto la nuova metodologia di tipizzazione per diventare potenziali donatori “di vita”

Un kit salivare recapitato direttamente a casa per entrare nel registro dei donatori di midollo osseo, anziché il classico prelievo del sangue. Un metodo non invasivo per un gesto che può salvare la vita.

Parte da Vicenza il progetto pilota in Veneto “Match At home” per portare sempre più giovani, dai 18 ai 35 anni, ad un gesto altruistico come quello della donazione del midollo osseo. Un progetto nazionale avviato a settembre 2021, che ha già coinvolto 4 regioni: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Liguria.

Ora entra in scena anche il Veneto, che ha comunque già sperimentato lo scorso anno il metodo con la città di Vicenza, attraverso l’attività di Admo Veneto.

Da ottobre 2021, nella città berica si sono registrati 6 aspiranti donatori contattati e risultati idonei al colloquio anamnestico on-line con il medico, 1 aspirante donatore che ha eseguito la tipizzazione HLA ed è stato inserito nel Registro Nazionale IBMDR . Nel 2022 fino ad oggi gli aspiranti donatori che hanno effettuato il colloquio anamnestico on-line con il medico sono 19, 11 i donatori che hanno eseguito anche la tipizzazione HLA e 8 quelli in attesa di ricevere il kit. Negli ultimi mesi infine sono 26 i donatori che si sono pre-iscritti nella piattaforma ADMO e sono già programmati per il colloquio on-line con il medico.

“Siamo orgogliosi di avere portato al debutto questa nuova organizzazione che si sta dimostrando utile per coinvolgere un maggior numero di donatori - sottolinea Maria Giuseppina Bonavina, direttore generale dell’Ulss 8 Berica - Sicuramente l’incremento delle donazioni passa anche attraverso la capacità di operare attraverso modalità innovative. Allo stesso tempo questo progetto è un esempio virtuoso dell’attenzione che l’Azienda Sanitaria pone alla collaborazione con il mondo delle associazioni, che rappresentano un patrimonio di generosità ed energie che ci spronano a dare ogni giorno il meglio per i malati e per i loro familiari”.

Proprio la capacità anche organizzativa della Medicina Trasfusionale di Vicenza è alla base di questo innovativo modello organizzativo: “La scelta è caduta su Vicenza come primo centro in Veneto - sottolinea Francesco Fiorin, direttore della Medicina Trasfusionale dell’Ulss 8 Berica - perchè siamo l’unico servizio trasfusionale nella nostra regione con un’esperienza specifica nella tipizzazione da campione salivare. E questo si inserisce in un programma più ampio che era già ben avviato, finalizzato ad ampliare il più possibile il bacino dei donatori di cellule staminali: tanto è vero che proprio quest’anno abbiamo ricevuto il premio come centro che ha reclutato il maggior numero di donatori in Italia, 30 donatori della provincia di Vicenza nel 2021, ovvero il 50% dei donatori del Veneto. Di conseguenza, a livello nazionale siamo anche il laboratorio che lo scorso anno ha effettuato più tipizzazioni, circa 1.800, e questo grazie ad un percorso di reclutamento dei donatori non casuale, ma appositamente studiato: proponiamo infatti l’esame per la tipizzazione innanzitutto ai donatori di sangue under 30, dunque a persone che sono già sensibili al tema della donazione e che sono già presenti nelle nostre sedi, senza farli venire appositamente. Così, se lo scorso anno in Italia sono state fatte circa 300 donazioni di midollo osseo e di queste ben 62 da donatori del Veneto, di queste molte erano proprio della provincia di Vicenza”.

 “Voglio dare alcuni numeri rappresentativi della realtà regionale raffrontati a quelli nazionali per mostrare, anche con i numeri, la generosità dei veneti – queste le parole di Giorgio Gandini direttore Registro Regionale donatori di midollo osseo  - I donatori iscritti al Registro IBMDR nazionale al 31.12.2021 erano 469.650; di questi 71.621 erano veneti(15,2 %). Nel 2021 (anno critico per le nuove iscrizioni, in relazione alla pandemia) le nuove iscrizioni in Italia sono state 20.427, di cui 5.156 di donatori veneti (25 %). Le donazioni di Cellule Staminali Emopoietiche da donatori del Registro IBMDR nel 2021 sono state a livello nazionale 300, di cui 62 fatte da donatori del Veneto (20 %). I numeri evidenziano dunque  la grande disponibilità della gente veneta (circa 1/6 degli iscritti, in termini assoluti è veneto), la grande generosità della gente veneta (1/5 delle donazioni da Registro in Italia sono fatte in Veneto da dona tori veneti), la grande organizzazione della rete sanitaria veneta, e della rete trasfusionale in particolare, che con professionalità e passione da anni si impegna in questa attività importantissima".

"Il fatto che i Centri Trapianto scelgano con buona frequenza donatori appartenenti al Registro Veneto - continua Guandini - è dovuta sia al notevole numero di donatori iscritti (e quindi alla probabilità statistica di compatibilità con il ricevente), sia alla efficacia ed efficienza delle strutture della rete veneta nel convocare il donatore quando si verifichi la compatibilità con un paziente e nel fare in tempi stretti le procedure di donazione, in modo da garantire al paziente la tempestività del trapianto. A riprova di questo, per il 2021 il Registro nazionale IBDMR ha conferito a Vicenza il riconoscimento come Centro Donatori che ha fatto il maggior numero di nuove iscrizioni e a Verona il riconoscimento come Centro Prelievi in cui è stato raccolto il maggior numero di donazioni di cellule staminali emopoietiche”

La parola all’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. “Accade in questo settore ciò che in Veneto ci riesce con frequenza: sappiamo fare squadra. Entità diverse, dal pubblico al sistema del volontariato, fanno squadra per dare a chi soffre il massimo dell’assistenza e delle cure possibili. E’ un sistema virtuoso da esportare”.

Infine l’associazione che ha lanciato la nuova start up del dono, Admo, con la Presidente nazionale Rita Malavolta.  “L’esempio che abbiamo davanti è quello tedesco che oggi conta più di 6 milioni di iscritti. Questo perché da oltre 10 anni non viene più utilizzato il prelievo ematico ma appunto il kit salivare che viene inviato dai Registri Internazionali tedeschi o l’Anthony Nolan inglese in quanto oramai agiscono tutti allo stesso modo ai neo diciottenni, attraverso il servizio postale nazionale. Un metodo ottimale, per chi ha l’agofobia, per non recarsi in ospedale, in completa sicurezza. Il Covid in questo ci ha aiutato ad accelerare la procedura e dalle prime risposte delle regioni pilota la risposta dei giovani è stata molto favorevole.” Il periodo pandemico ha infatti visto un calo degli iscritti del 60%  anche se l’attività di trapianto non si è mai fermata. E il match di compatibilità rimane sempre 1 su 100 mila.

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