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Tentato strangolamento di una dottoressa al Pronto Soccorso di Vicenza, sit in di protesta al San Bortolo

L'appello dei camici bianchi alle istituzioni: "Aspettiamo una forte presa di posizione"

La giornata di martedì è stata segnata da un gravissimo episodio che poteva avere conseguenze tragiche. Una dottoressa è stata aggredita da un uomo che pretendeva informazioni sulla salute del padre ricoverato. La vicenda si è conclusa grazie all'intervento tempestivo del personale sanitario, che ha salvato la vita della dottoressa dallo strangolamento e che è svenuta per la mancanza di ossigeno, riportando una prognosi di 10 giorni. L'aggressore, un 34enne cittadino cinese, è stato poi arrestato. 

“Nessuna violenza è tollerabile nei luoghi di cura”. È questo il messaggio che decine di operatori sanitari in divisa hanno lanciato alle 8:30 di questa mattina - 15 marzo - davanti all’ospedale San Bortolo di Vicenza e, in contemporanea all’entrata del San Lorenzo di Valdagno dove si sono radunati i loro colleghi che indossavano una mascherina segnata di rosso. Il sit-in dei camici bianchi, scaturito dall’ennesimo episodio di violenza al pronto soccorso, avvenuto nella giornata di ieri in forma particolarmente grave con il tentato strangolamento di una dottoressa 27enne al pronto soccorso, ha voluto rappresentare un forte richiamo alle istituzioni perché intervengano contro le aggressioni che si consumano sui posti di lavoro. 

“Piena disponibilità al colloquio e al confronto, nessuna tolleranza per atti intimidatori e aggressioni fisiche e verbali. Piena vicinanza e solidarietà alla collega e a tutti coloro che sono stati sino a oggi vittime di violenza nei luoghi di lavoro”, si legge in una nota del Consiglio direttivo Obiettivo Ippocrate. I medici hanno quindi lanciato un appello alle istituzioni a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale, chiedendo una forte presa di posizione contro la violenza in ambito lavorativo. I medici chiedono di non sottovalutare la situazione e di intervenire con provvedimenti concreti per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Al sit in davanti al San Bortolo c'erano circa 150 sanitari e le attività sono state sospesa per circa mezz'ora. "Le violenze in ospedale sia fisiche che verbali sono quotidiane, è che molte non vengono segnalate", sottolinea il dottor Massimiliamo Zaramella presidente di Obiettivo Ippocrate, aggiungendo: "Per uscire da questa situazione bisogna che i cittadini scelgano se per loro la salute è una priorità, se lo è dovrebbero far sentire la loro voce e scendere in piazza":

L'articolo 32 della costituzione recita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Ma oggi, è ancora valido? "Noi viviamo sulla nostra pelle delle decisioni politiche, sarebbe più onesto dire che l'articolo 32 non esiste più, che non è più garantita la salute e per salute intendo non solo l'ospedale ma la prevenzione, l'attività nelle scuole, la programmazione e la trasparenza", aggiunge Zaramella, concludendo: "Oggi si va alla rinfusa, manca la volontà di creare una rete per garantire i servizi. La situazione del Pronto Soccorso è solo la facciata più visibile, dietro c'è il problema dei reparti, la mancanza di risorse e di personale, , manca una coordinazione a livello comunale, regionale e nazionale". 

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