Tav ed espropri? «Come difendersi da chi abusa delle procedure»
Il passaggio dell'Alta velocità nella città palladiana ha dato la stura al sindacato Cub per organizzare una serata dedicata ad un tema considerato spinoso sulla scorta del quale si consumano veri e propri «drammi familiari» come nel caso della «Superstrada pedemontana veneta»
«Duecento immobili, ben oltre un migliaio di famiglie coinvolte: è attorno a questi numeri che si gioca la partita degli espropri relativi al passaggio del Tav a Vicenza. L'iter, che è cominciato un anno fa, per molti residenti è ancora una chimera zeppa di incognite ed è per questo che ci siamo cimentati in una iniziativa del genere». A parlare è Maria Teresa Turetta, la segretaria veneta del sindacato Cub. La sigla di base ieri 14 settembre, nella sua sede vicentina di via dei Mille, ha dato vita ad una serata informativa («Tav incombono gli espropri» il titolo scelto) proprio in tema di espropri, durante la quale gli avvocati del foro di Padova, Giorgio Destro e Serena Pomaro, di fronte ad una trentina di persone, hanno spiegato (anche ai microfoni di Vicenzatoday.it) i passaggi principali delle procedure di esproprio.
«Premesso che la nostra sigla - ha fatto sapere poco prima dell'inizio dell'incontro durato fino alle 23 - è sempre stata contraria a questo progetto perché insostenibile sul piano economico-ambientale e assurdo sul piano infrastrutturale, abbiamo cercato di aprire una finestra anche sul tema della immissione in possesso da parte di chi dovrà eseguire i lavori perché la problematica avrà anche delle ripercussioni sociali che peseranno come macigni. Per questo il 30 di settembre - spiega Turetta - pure il nostro sindacato aderirà alla manifestazione contro il passaggio del Tav nella città palladiana. Ciò detto abbiamo sentito la necessità di accendere un fanale sull'argomento anche se l'iter è partito l'estate dello scorso anno con la pubblicazione dei nomi delle persone fisiche o giuridiche interessate agli espropri. Volevamo fornire alcuni spunti per spiegare come difendersi da chi eventualmente abusa delle procedure. Rimane poi da capire quale sarà il destino per queste famiglie. Quante rimarranno senza casa? Il mercato è in grado di fornire alloggi per tutti? Acquirenti e inquilini potranno permetterselo? Come mai la politica, magari con un passaggio in parlamento, non ha pensato ad un protocollo sociale che a fronte del passaggio impegnasse il soggetto che realizza la tratta Tav, ossia Iricav due, a stanziare dei fondi ad hoc?».
Ad ogni buon conto «le leggi in tema di espropri - fanno sapere di contro Destro e Pomaro - spesso e volentieri non tengono in maniera adeguata degli interessi del privato. Ora è vero che le procedure sono lunghe ma quando un residente incappa in una procedura di esproprio e si ritiene colpito nel proprio interesse non esistono scorciatoie. Serve l'aiuto di professionisti qualificati, che tutelino sul piano legale e tecnico la parte. Purtroppo i drammi, perché spesso di drammi umani e familiari si tratta, che hanno interessato tante famiglie colpite dal passaggio della Superstrada pedemontana veneta tra Vicentino e Trevigiano, sono lì a testimoniare la spinosità e la complessità della materia». Destro e Pomaro peraltro hanno pure potuto confrontarsi coi timori di molti presenti. Non solo per quanto riguarda la materia degli espropri, ma altresì per quanto concerne il problema dei disagi una volta iniziati i lavori. «Saranno dieci le aree di cantiere in città per 240mila metri quadri complessivi che tra scavi, passaggio di mezzi pesanti, rumori, polveri e altre diavolerie - attaccano gli stessi residenti - non daranno tregua ad un pezzo di città non si sa per quanto tempo». In questo scorcio di fine estate il dossier Tav è stato definito da chi si oppone all'opera come uno dei più spinosi per il sindaco democratico berico Giacomo Possamai.