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Tav, Confindustria e Comune sulla graticola ambientalista

La rete ecologista che contesta duramente l'opera ferroviaria lungo l'asse Verona, Vicenza, Padova, durante un corteo organizzato nella città palladiana, ha preso di mira le categorie economiche e la politica

Il passaggio del Tav nella provincia berica e specie nel capoluogo sono stati il bersaglio di una protesta organizzata ieri 22 maggio nella città del Palladio dalla rete ambientalista veneta, dalla rete dei centri sociali veneti e dai ragazzi che si riconoscono nel movimento ecologista «Fridays for future». Il corteo che ha visto sfilare tra le duecentocinquanta e le trecento persone, mentre con discrezione le forze dell'ordine controllavano la situazione, è partito alle 15 da piazza Matteotti alla volta della Stazione di Vicenza dove de facto si è concluso un'ora dopo.

LE BORDATE
Durante la protesta, l'opera è stata descritta come «sfacciatamente invasiva» per l'ambiente e per il paesaggio: ma soprattutto è stata descritta come inutile e dannosa perché al di là dei costi «incontrollabili» e della possibile mala gestio che spesso accompagna le grandi opere italiane, il Treno ad alta capacità, noto come Tav, genererebbe più problemi di quelli che è chiamato a risolvere. Il che peraltro, come ricorda anche Titta Fazio (volto storico dell'ambientalismo nell'Ovest vicentino) con un intervento sul suo blog, sottrae risorse importanti per le opere «davvero utili» e per i servizi essenziali alla persona «a partire dalla sanità pubblica». Non sono mancati i momenti più marcatamente sarcastici quando i ragazzi hanno criticato il passaggio del Tav lungo l'asse Verona, Vicenza, Padova con la parodia musicale di Elio e le storie tese.

IL PREAMBOLO
Ad ogni buon conto si tratta di concetti che prima della manifestazione erano già stati sottolineati da Francesco Pavin e Marco Zilio due volti di spicco rispettivamente del Centro per il volontariato Caracol di Vicenza e del centro sociale Boccciodromo, che si trova sempre nel capoluogo berico. Zilio non più tardi di giovedì, in quel caso non erano mancate le esternazioni, aveva presenziato ad un breve sit-in degli attivisti No Tav della zona. I quali vedono con angoscia «le criticità ambientali, economiche e di blocco del traffico» che il cantiere Tav comporterà a Montecchio-Alte dove si interseca col tracciato della autostrada Brescia Padova e con quello della Superstrada pedemontana veneta. Concetti che Zilio quel giorno aveva illustrato ai microfoni di Vicenzatoday.it.

«CEMENTO, INQUINAMENTO, MAFIA»
In questo senso le parole di Zilio acquistano un significato particolare anche perché gli attivisti quel giorno, proprio a ridosso del casello avevano affisso uno striscione il cui slogan lasciava poco spazio alle interpretazioni: «Tav uguale cemento, inquinamento, mafia»: un accostamento a tinte forti che in qualche modo potrebbe avere a che fare anche con le rivelazioni in tema di infrastrutture ferroviarie pubblicate da Vicenzatoday.it il 4 marzo.

TONI ACCESI
Durante il corteo le punte polemiche maggiori si sono registrate davanti al municipio di Vicenza e in piazza Castello. In corso Palladio la giunta di centrodestra capitanata dal sindaco Francesco Rucco, è stata dipinta come «serva di Confindustria», individuata quest'ultima come il vero portatore di interesse che spinge per l'opera. All'esecutivo cittadino è toccata la stessa sorte di quella toccata in precedenza alla giunta comunale quando questa era retta dal centrosinistra e dal sindaco a capo della precedente amministrazione ossia Achille Variati: amministrazione che sul fronte Tav, in accordo con le principali categorie economiche, da sempre ha spinto nei confronti del raddoppio dei binari e delle opere connesse, forse addirittura con più vigore di Rucco. Altre bordate durissime sono state indirizzate alla giunta regionale retta dal governatore Luca Zaia nonché all'esecutivo nazionale che fa capo al premier Mario Draghi.

Altrettanto corrosive sono stati gli slogan indirizzati a Confindustria, vista come «il vero dominus» di una operazione che al di là delle questioni infrastrutturali darà vita «ad una serie di operazioni fondiarie speculative che impoveriranno ancor più il tessuto sociale della città rispetto ad un enorme e costosissimo che pur non ancora delineato all'oggi «non è nemmeno sorretto dal piano speciale di investimenti noto come Pnrr» bensì dalla programmazione statale ordinaria.

ASCOLTA L'AUDIO-INTERVISTA A MARCO ZILIO

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