Bloccato dal Covid-19, il Ctu gli nega il rinvio del sopralluogo peritale
La decisione presa dal consulente del tribunale di Vicenza che segue il contenzioso civile promesso dai residenti di Cereda contro il tunnel della Spv, è stata contestata dall'avvocato del comitato, che positivo al test in Sudafrica, aveva interpellato il giudice. Il quale, in dissenso col suo tecnico, ha prontamente concesso al legale il differimento invocato che peraltro «è previsto dalla legge»
Le polemiche attorno al tunnel Spv in costruzione lungo la Priabonese nell'Ovest vicentino non si placano. L'opera dai residenti del comprensorio è vista come fomite di disagi e di possibili pericoli strutturali per alcune delle case ubicate supra il percorso. La cosa da mesi è sfociata in una causa civile rispetto alla quale che oggi 28 marzo si sarebbe dovuto tenere un nuovo sopralluogo alla presenza dei soggetti coinvolti nella querelle. Da una parte ci sono i residenti del comitato Palazzina della frazione di Cereda a Cornedo Vicentino: dall'altra c'è la Sis ossia il concessionario privato che ha avuto il compito da palazzo Balbi di realizzare la Superstrada pedemontana veneta, nota appunto come Spv. Giorgio Destro, legale padovano del comitato, aveva chiesto di rinviare il sopralluogo convocato dal Consulente tecnico d'ufficio del tribunale berico (in gergo Ctu), il professionista incaricato dal giudice Ludovico Rossi della seconda sezione civile di valutare lo stato della situazione. Alla richiesta di rinvio (motivata da Destro, scrive quest'ultimo in una nota diramata oggi «per comprovati motivi di salute del legale dei residenti») il Ctu bolognese Fiorenzo Meneghetti si era opposto. Destro così ha presentato una formale istanza al dottor Rossi che dissentendo dal suo consulente ha disposto immediatamente il rinvio del sopralluogo come da richiesta del legale del comitato. Destro ai taccuini di Vicenzatoday.it spiega che il 18 marzo «a Città del capo», poco prima di imbarcarsi sull'aereo di ritorno da un viaggio di lavoro in Sudafrica, era stato trovato «positivo al Covid-19 ai test di routine che si effettuano prima di salire sul volo». Pur non avendo alcun sintomo il legale ha dovuto «ovviamente rispettare i termini di dieci giorni di quarantena» previsti dalle disposizioni volute dal governo di Pretoria. Lo stop forzato nel continente nero gli avrebbe così impedito di partecipare al sopralluogo. «Partecipazione - spiega Destro - alla quale come ha ricordato il giudice nella sua ordinanza del 25 marzo - l'avvocato di parte ha sempre diritto, cosa che peraltro è cristallinamente menzionata nel nostro ordinamento: il che quindi è previsto dalla legge. Faccio fatica a comprendere - conclude il legale patavino - come mai il Ctu abbia agito in questo modo».