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I sinti a Sandrigo, “Oltre il campo” e oltre i pregiudizi: l’inclusione possibile diventa modello a livello nazionale

Lavoro, casa, scuola e comunità. Sono le aree di intervento per l’integrazione di famiglie sandricensi di etnia sinti. Un progetto unico nel suo genere pensato per eliminare esclusione e marginalizzazione

Li chiamano “zingari”, un termine spregiativo accompagnato spesso da commenti molto peggiori, oppure li chiamano "nomadi", in una sorta di “burocratese” che non tiene mai conto delle specifiche interne a una determinata comunità. Ancora oggi il pregiudizio governa e l’opinione pubblica si interessa a loro solo quando finiscono nella cronaca nera o quando la polizia, di prassi, “visita” i loro campi per spuntare i nomi dalle liste nere, come legge comanda. Ma con i “nomadi” c’è gente che ci lavora, ci mette passione, si impegna per infrangere i pregiudizi e costruire un modello di inclusione che non sia solo una cosa astratta. E, naturalmente, ci sono gli stessi "nomadi" che ci mettono del loro per sottrarsi da sacche di emarginazione che di certo non hanno scelto, nonostante quello che il "volgo" dice, dimenticando troppo spesso che si parla di cittadini italiani ma soprattutto di esseri umani, che, in quanto tali, hanno risorse, ovviamente doveri e anche diritti. Diritti che purtroppo appartengono più al paese legale che a quello reale. Diritti non “regalati” dallo  Stato, come il pregiudizio e l’ignoranza spesso e volentieri vuol fare intendere, ma diritti faticosamente conquistati per uscire da ghetti non voluti.

Agli “onori” delle cronache, quando si parla di “nomadi”, arrivano quasi solo le zone d'ombra e quasi mai gli aspetti positivi, come quelli del progetto “Oltre il campo” che, in fatto di “inclusione possibile”, rappresenta un’eccellenza e un modello d’intervento innovativo a livello nazionale. Il progetto, pensato per ottenere l’integrazione delle famiglie sandricensi di etnia sinti, ha infatti avviato e raggiunto processi positivi che stanno giovando a tutta la cittadinanza.

Frutto del lavoro di squadra condotto dalla Parrocchia di Sandrigo in collaborazione con l'amministrazione comunale, gli istituti scolastici del territorio, la Cooperativa Sociale La Vigna oltre ad altri partner che si sono messi in gioco in questa esperienza, il progetto, finanziato della Fondazione Cariverona. è stato attivato nel gennaio 2020, nonostante gli imprevisti e i problemi generati dal Covid 19. “Oltre il campo” ha permesso la sottoscrizione di un contratto di lavoro, l’avviamento di due tirocini lavorativi, l’aumento della frequenza scolastica dei ragazzi e la ricerca attiva di un’abitazione convenzionale. Il tutto completato con corsi di formazione per l'acquisizione di competenze da spendere nel mondo del lavoro e sulla legalità. 

Storie dal campo

L’obiettivo di “Oltre il campo” è quello di avviare un processo di cambiamento nel lungo periodo che porti a superare l’attuale situazione in cui vivono le famiglie del cosiddetto “campo nomadi”, ma  che desiderano essere parte attiva in questo percorso. Il progetto agisce in maniera strutturata e coordinata su quattro aree di intervento: lavoro, casa, scuola e comunità. Come spiega Walter Ronzani dell’ufficio stampa di “Oltre il Campo”; “per quanto riguarda la questioni legate alla casa si è avviato un accompagnamento alle famiglie intenzionate a lasciare il campo di Via Galvani attraverso la partecipazione ai bandi dell’Ater e al ricorso alla contrattazione con privati: 7 famiglie su 12 ritengono fondamentale cambiare contesto abitativo per potersi emancipare”. Per quanto riguarda il lavoro sono  stati avviati due tirocini lavorativi: uno presso la Cooperativa Sociale Il Cengio di Isola Vicentino e l’altro all’Ipab La Pieve di Breganze. Il primo della durata  di un anno, ha portato all’assunzione della persona coinvolta. “Il tirocinio era servito per apprendere, oltre a competenze specifiche, quei prerequisiti necessari per poter accedere al mondo del lavoro. La persona coinvolta si è detta contenta del percorso svolto e auspica di potersi riscattare con questo lavoro. Oltre a sentirsi utile, ha avviato delle buone relazioni con i colleghi di cui percepiva l’apprezzamento - aggiunge Ronzani - una seconda persona è stata coinvolta in un tirocinio presso la lavanderia dell’Ipab di Breganze: anche questa esperienza si è svolta regolarmente e con soddisfazioni sia per la signora coinvolta che per l'ente accogliente. Queste attività, affiancate da alcuni corsi di formazione tenuti da professionisti del settore, sono finalizzate ad avviare percorsi per una ricerca efficace di un impiego al fine di rendere economicamente autonomi i nuclei familiari”.

Nei mesi scorsi è stato poi organizzato anche un corso pratico per un gruppo di ragazzi, che ha potuto apprendere i segreti del mestiere da un artigiano imbianchino. I corsisti hanno potuto mettere in pratica le competenze apprese tinteggiando le stanze della parrocchia di Sandrigo. Altro progetto che sta proseguendo e che vede protagonisti due sinti residenti in via Galvani è la collaborazione con il comune per la cura del verde pubblico: questa attività sta offrendo un'ottima occasione di apprendere competenze specifiche oltre che stimolare il mettersi a servizio per il proprio territorio come del resto è avvenuto con la partecipazione alle Giornate Ecologiche  che ha visti attivi anche alcuni ragazzi del campo. “Per la prima volta - continua la nota - grazie al lavoro di un’educatrice di Oltre il campo, è stata offerta la possibilità ad un ragazzino di dare il proprio contributo nel progetto “Ci sto a Fare fatica?” assieme a coetanei del paese: questa è stata una positiva esperienza di inclusione che ha reso orgoglioso il ragazzo e tutta la sua famiglia”. 

La scuola 

I mesi trascorsi  sono stati particolarmente  difficili nelle scuole a causa dell'emergenza sanitaria e di tutte le limitazioni che ha portato con sé. Tuttavia il progetto Oltre il campo ha permesso di superare molte situazioni critiche, affiancando docenti, ragazzi e famiglie sostenendo e aumentando  la frequenza scolastica dei ragazzi delle scuole medie e superiori. “L’intervento per tre giorni a settimana di un’ educatrice e mediatrice culturale, ha permesso di integrare meglio nel percorso educativo gli studenti sinti, che partecipano con maggiore entusiasmo alle attività didattiche. Inoltre durante l’autunno-inverno si sono moltiplicati gli sforzi per aiutare i ragazzi a seguire la didattica a distanza, fornendo loro assistenza e supporto - conclude Ronzani - tra esperienza positiva in ambito scolastico, non scontata,  è stato l'inserimento di un bambino presso la scuola dell'infanzia: questo passaggio gli permetterà di apprendere alcuni prerequisiti che lo faciliteranno sicuramente nell'inserimento nella scuola dell'obbligo. Questi risultati permettono di mettere le basi per futuri percorsi positivi”.

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