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L'acqua del depuratore «ha un buon colore»

Il sindaco di Arzignano fa visita all'impianto di Adc e chiede sia spillata una bottiglia in sua presenza: la giunta gira pure un video. Frattanto il fronte ambientalista non si ferma e a Cologna Veneta nasce il Coordinamento per il risanamento del Fratta Gorzone

«È stata una giornata molto importante perchè ci tenevo particolarmente a verificare di persona, la qualità e lo stato dello scarico finale di Acque del Chiampo. Durante il prelievo eseguito in mia presenza, ho avuto modo di verificare con i miei occhi un buon colore dell'acqua di scarico ed inoltre ho testato l'assenza di odori». Ha usato queste parole ieri 9 dicembre Alessia Bevilacqua. Il sindaco arzignanese ha infatti compiuto un sopralluogo presso l'impianto di depurazione del ciclo idrico della società intercomunale Acque del Chiampo, sito ubicato nella zona produttiva della città del Grifo.  

LA FIDUCIA
«La qualità dello scarico finale di Acque del Chiampo - fa sapere la Bevilacqua che ha esplicitato il suo pensiero anche in una breve nota scritta - ha sorpreso positivamente tutti i presenti, e posso rasserenare i cittadini affermando che la situazione è molto buona». Appresso un'altra considerazione: «non ci vogliamo fermare qui, e quindi entro l'anno prossimo, Acque del Chiampo, o Adc come la conosciamo tutti, attiverà il rivoluzionario impianto di ozono, che migliorerà ulteriormente la qualità dell'acqua di scarico, trasformando l'attuale colore giallino in un'acqua completamente trasparente. Arzignano - dice il primo cittadino - è all'avanguardia della tutela ambientale, e ci dobbiamo impegnare per rendere trasparente il grande lavoro di innovazione svolto». Bevilacqua durante il sopralluogo assistita dai dirigenti di Acque del Chiampo ha chiesto infatti fosse spillata davanti ai suoi occhi una bottiglia di acqua appena depurata (il prelievo è avvenuto nella canaletta che convoglia l'acqua verso il collettore Arica che la porta a Cologna Veneta dove si immette nel Fratta Gorzone dopo essere stata diluita con l'approto dell'acqua dell'Adige) che poi ha pure annusato definendo «pressoché inodore il contenuto della bottiglia». La giunta municipale oggi ha anche diramato un breve video realizzato ieri in loco in cui si dà testimonianza delle operazioni avvenute in presenza del primo cittadino.

I RINGARZIAMENTI
Poi il pensiero, sintetizzato anche sul bolettino municipale, è rivolto alla giunta e ai consiglieri comunali: «Ringrazio infine il mio vicesindaco Enrico Marcigaglia, l'assessore all'ambiente Giovanni Lovato, il Presidente del Consiglio Maddalena Zorzin e i consiglieri comunali Giorgio Gentilin e Mario Zuffellato che mi hanno accompagnato durante questo sopralluogo. Dispiace però constatare la totale mancanza della minoranza, che nonostante l'invito ricevuto non ha partecipato a questo importante momento».

IL MOMENTO STORICO
Il sopralluogo di Bevilacqua presso l'impianto della società intercomunale che si occupa di depurare le acque civili e industriali di un distretto produttivo che tra chimica e concia è noto per la sua presso ambientale arriva in un momento preciso. Poche settimane fa infatti proprio il destino e la natura dei reflui del distretto Agno-Chiampo erano finiti e non è la prima volta, al centro di un bailamme mediatico estremamente concitato: del caso si era occupata anche la Rai con una puntata di Presa diretta su Rai tre.

LA SCIARADA
Ovviamente nei mesi a venire la partita si giocherà non solo sul fronte dei dati relativi agli scarichi che finiscono nel Fratta Gorzone a Cologna Veneta (che ha ribadito il primo cittadino sono in regola con i parametri previsti dalla norma) ma anche sul modo in cui i parametri vengono definiti dalla norma medesima. Che dalla galassia ambientalista vengono definiti «di maglia troppo larga per venire in contro ai desiderata dell'industria». Al centro del dibattito non c'è solo la presenza dei temibili derivati del fluoro, i Pfas al centro dell'affaire Miteni, ma anche di altre sostanze. Si parla di quelle del ciclo della concia, ma anche di quelle prodotte da industrie ben note come la Fis. Sulla quale da mesi sono puntati i riflettori della Commissione ecomafie.

L'INCENERITORE
E ancora, un altro aspetto che è al centro del dibattito riguarda un altro scarto della industria conciaria, i fanghi. Da anni nel distretto della pelle si è formato un raggruppamento che va da Fi al Pd, all'Uinic-Concierie (associata a Coinfindustria) per giungere a un pezzo del sindacato che spinge per la realizzazione di un inceneritore dei fanghi, che gli alfieri dell'opera preferiscono chiamare termovalorizzatore. La giunta arzignanese invece ritiene per una questione di costi e per una questione di eccessiva pressione ambientale sul territorio di non volere percorrere questa strada: anzitutto perché sarebbe il prodromo della privatizzazione di Adc. In secundis perché la stessa società, in mano al comune di Arzignano, in materia di trattamento fanghi, sta portando a casa risultati in termini di efficienza e sostenibilità ben migliori di quelli che si prospettano per un inceneritore che per relativamente al trattamento di quegli scarti contente cromo, non è mai stato sperimentato seriamente nel mondo: tanto da comportare «incognite ambientali incalcolabili».

UN NUOVO ARRIVO
Ad ogni buon conto i dati relativi alla qualità dei reflui trattati da Acque del Chiampo ed immessi immessi nel Fratta Gorzone dalla consorziata Arica saranno oggetto di una attenta verifica da parte del team tecnico-legale di un nuovo soggetto ecologista. Si tratta del necostituito «Coordimaneto per il risanamento del fiume Fratta Gorzone». In una nota del 6 dicembre è stata appunto data notizia della nascita del gruppo che nello specifico è nato un mesa fa esatto ed avrà sede a Cologna Veneta nel Veronese, uno dei luoghi simbolo della contaminazione da Pfas. Del coordinamento fanno parte una serie di associazioni e gruppi ambientalisti che da anni si battono per la salute del Fratta Gorzone, uno dei fiumi d'Italia «più colpiti a causa della vessazione ambientale dovuta ai poli chimici e industriali dell'Ovest Vicentino».

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