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Sicurezza, flash mob in piazza: "divergenze" con il Comune, la Prefettura risponde

"Vicenza era una città sicura prima del coronavirus e lo è altrettanto ora", a dirlo sono i dati diffusi dal vertice tenutosi nella giornata di venerdì

Se cittadini e commercianti sono scesi in piazza per sollevare il problema sicurezza in città, la Prefettura, dopo aver diffuso a margini del vertice di venerdì che mostrano una diminuzione dei reati nel capoluogo berico, fa alcune precisazioni: "Non credo sia il caso di riportare nuovamente i dati già forniti - si legge in una nota diffusa da palazzo Volpe - uno solo per tutti pare eclatante: nel periodo dell’emergenza a Vicenza si è avuto un abbattimento dell’indice complessivo dei reati di circa il 70%".

"In quei pochi casi in cui si sono verificati avvenimenti di rilievo sul piano anticrimine - spiega - le forze di polizia sono intervenute prontamente assicurando alla giustizia chi aveva messo a rischio la sicurezza cittadina".

"Nelle politiche di sicurezza - sottolineano - si tiene in conto anche la percezione di sicurezza, ossia il sentiment della gente rispetto alla condizioni di vita in città e, proprio per questo, molti dei servizi di prevenzione vengono svolti con caratteristiche di prossimità e visibilità in modo non soltanto da “fare” sicurezza ma anche di “infondere” sicurezza. Infatti per tale specifico motivo primo dell’emergenza pandemica erano stati avviati servizi di controllo appiedato del centro cittadino nei fine settimana, servizi poi sospesi nella fase in cui non era praticamente possibile uscire di casa se non per ipotesi determinate".

"Ma la stella polare - precisano - l’indicatore principale di riferimento delle politiche di sicurezza è e deve restare prioritariamente il dato oggettivo afferente la quantità e la tipologia di fatti criminosi che avvengono in un dato arco temporale, pur tenendo conto della potenziale esistenza di una forbice rispetto a fatti che eventualmente non fossero oggetto di denuncia. Tale eventualità, non pienamente stimabile a fini statistici, si riferirebbe comunque a fatti di minore entità e non tali da mutare il quadro. Da questo punto di vista non può che riconoscersi che Vicenza era una città sicura prima del coronavirus e lo è altrettanto ora. Peraltro, sono già ripresi i servizi appiedati ai quali è stato aggiunto anche l’uso della motocicletta da parte dei carabinieri".

E in merito ad un ventilato contrasto tra palazzo Trissino e palazzo Volpe riguardo le politiche di sicurezza cittadina: "pare doveroso evidenziare, al fine di restituire la verità dell’informazione, valore sacro e da rispettare pienamente, che il sindaco di Vicenza non è un soggetto estraneo al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ma né è un vero e proprio componente formale - precisano - In tale veste egli non suole “battere i pugni sul tavolo”, cosa che non appartiene al suo stile né sarebbe ammesso in Prefettura, quanto piuttosto condivide le politiche di sicurezza integrata che fanno sì che le attività di polizia e prevenzione anticrimine propriamente dette, che appartengono alle competenze statuali e che si esprimono nel concetto di “controllo del territorio”, possano coniugarsi con l’attività e le politiche di sicurezza urbana, normativamente definita come “bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione, anche urbanistica, sociale e culturale, e recupero delle aree o dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità ed esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio, la promozione della cultura rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile”.

"In tali ambiti, di diretta pertinenza comunale, molteplici sono le iniziative del Comune che hanno, peraltro, portato anche all’accesso dello stesso al Fondo nazionale per la sicurezza - evidenziano - per l’acquisto di un cane da utilizzare per il rinvenimento di sostanze stupefacenti nei parchi pubblici ed in prossimità delle scuole, per l’avvio di progetti formativi antidroga nelle scuole e per l’implementazione delle telecamere di video sorveglianza in prossimità di istituti scolastici cittadini e della stazione delle corriere. In molti incontri, peraltro, si è avuto modo di condividere la necessità di un piano complessivo di potenziamento del sistema di videosorveglianza urbana e di potenziamento dell’illuminazione pubblica che risulta al vaglio dell’Amministrazione".

"Dunque le linee strategiche complessive di dettaglio delle politiche di sicurezza cittadine, pur nell’ambito delle diverse competenze Stato/Ente Locale, vengono assolutamente condivise e vedono il prefetto, il sindaco, il questore egli altri vertici provinciali delle forze di polizia (carabinieri e guardia di finanza) pienamente in sintonia verso la programmazione delle attività operative del sistema cittadino di sicurezza, assicurando reciproche e costanti forme di collaborazione".

"In definitiva - dichiarano - si ritiene ancora una volta di evidenziare che la città di Vicenza è una città sicura come evidenziano sia i dati statistici già inviati e che si richiamano, e come testimonia il fatto che la capacità di risposta degli apparati repressivi è sempre prontissima nel caso del verificarsi di fatti gravi come quello dell’aggressione avvenuta nei confronti di una giovane donna nei giorni scorsi ad opera di un cittadino tunisino. Si ribadisce al riguardo la solidarietà nei confronti sia della sventurata ragazza che del carabiniere intervenuto, entrambi esposti all’inconsulta reazione di questo sciagurato aggressore, che in atto è in carcere".

"Le forze di polizia, unitamente al concorso della Polizia locale e in alcune zone cittadine anche dell’esercito - concludono - operano al massimo delle proprie possibilità, nell’ambito delle strategie complessive di pubblica sicurezza coordinate dal Prefetto ed analizzate nell’ambito del Comitato provinciale per l’ordine e la Sicurezza Pubblica, per garantire la massima sicurezza ai cittadini di Vicenza. La presenza di vagabondi o senza fissa dimora, che comprensibilmente può in alcune circostanze suscitare sentimenti di ostilità e paura, non sempre consente l’esercizio di attività di prevenzione anticrimine propriamente detta esprimendo, piuttosto, un fenomeno abbastanza ricorrente nei centri urbani di una certa dimensione, che viene approcciato prevalentemente con interventi di assistenza sociale laddove possibile".

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