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Martedì, 23 Aprile 2024
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Sciopero portavalori, prelievi a rischio: «Erogazione fino a esaurimento»

Anche a Vicenza possibile ripercussioni per la mobilitazione nazionale degli addetti al trasporto del denaro nelle banche. Le poste di Vicenza: «Per adesso nessun problema, ma il contante potrebbe finire». Potrebbero esserci disagi anche per l'erogazione dell'assegno pensionistico, previsto per il primo giorno del mese

Giovedì giorno di mercato e un po' di coda all'ATM delle poste centrali (nel prefabbricato allestito per i lavori di ristrutturazione). Non tutti gli utenti sanno che tra oggi e venerdì i portavolari sono in sciopero e quindi potrebbero essere disagi nell'erogazione del contante. Alcuni però si sono recati apposta a prelevare per evitare di restare senza banconote nel fine settimana. «Non si sa mai, meglio essere previdenti», spiega una signora in fila allo sportello.

La stessa posta, con un comunicato affisso all'interno dell'ufficio, avvisa di possibili disagi e la direzione sottolinea che «Per adesso (giovedì mattina) non ci sono problemi, ma ovviamente l'erogazione continuerà fino a che non finiscono i soldi». La protesta indetta dai sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl Uiltucs potrebbe avere delle ripercussioni anche sugli accrediti delle pensioni, previsti come di consueto per il primo giorno 'bancabile' di ogni mese.

Alcune banche hanno inviato una mail a tutti i suoi clienti avvertendo che, nei giorni 1 e 2 agosto il prelievo di contanti alle Casse veloci automatiche e in filiale potrebbe non essere disponibile. Per alcuni istututi di credito il prelievo è possibile rivolgersi nelle tabaccherie convenzionate.

Code allo sportello Postamat a Vicenza

Prelievi bancomat e pensioni a rischio l'1 e 2 agosto: i motivi dello sciopero

Ma per quale motivo stanno scioperando i dipendenti del trasporto valori? Come scrive Today.it La protesta indetta dai sindacati arriva per sollecitare un avanzamento dei negoziati sul rinnovo del contratto nazionale di settore, scaduto nel 2015. Incroceranno le braccia i 70mila addetti della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, mentre è stata posticipata al 6 settembre l'agitazione degli addetti alla vigilanza dei siti aeroportuali.

"Il negoziato avviato ormai da più di 3 anni - spiega la Fisascat Cisl - non ha ancora sciolto i nodi in ordine a incremento salariale, cambio di appalto, bilateralità, contrattazione di secondo livello, classificazione del personale e salute e sicurezza, temi sui quali i sindacati hanno presentato una concreta proposta di riforma. Ulteriori distanze si sono registrate negli ultimi incontri sul tema dell’orario di lavoro. I sindacati hanno respinto fermamente le proposte articolate dalle imprese volte per lo più alla definizione di un sistema orario flessibile, privo di regole, ad appannaggio esclusivo imprenditoriale".

''Italiani ostaggio del contante''

In vista dello sciopero di giovedì e venerdì (1-2 agosto) degli istituti di vigilanza privata, dalle banche, interessate dall'agitazione per il trasporto dei valori, arriva l’allerta sulla possibile scarsità di prelievo di contanti in quei giorni. Ma, avverte Francesco Luongo, presidente di Consumers For Digital Payments, C4DiP, la coalizione di associazioni di consumatori formata da Movimento Difesa del Cittadino, Asso-consum e U.Di.Con, “uno sciopero del genere in Paesi come l’Inghilterra, la Svezia o la Danimarca non creerebbe né scalpore né disagio".

"In Italia, invece, l’eventualità di non poter prelevare contanti dalla casse veloci o in filiale genera allarmismo perché siamo ancora ostaggio del contante. Nell’era della moneta elettronica un semplice sciopero della vigilanza bancaria rischia di mettere in ginocchio il Paese costringendo milioni di consumatori all’ennesima fila al bancomat".

“Di fronte a questa notizia - prosegue Luongo - mi capita di sentire commenti come 'allora andremo a prelevare il giorno prima' come se la mancanza di contante precludesse i nostri acquisti quotidiani. La strada per togliere questa abitudine consolidata ai consumatori è lunga, e questo perché ancora molti cittadini non riescono a comprendere i vantaggi dei pagamenti digitali nei confronti del contante, comodità, sicurezza e tracciabilità in primis".

Lo studio Bce: contanti usati nel 85,9% dei casi

A proposito di abitudini, un’indagine diffusa nella prima metà dell’anno dalla Bce, integrata da Banca Italia, rivela che nel nostro Paese le banconote e monete sono usate nell’85,9% dei casi, mentre alle carte è riservato solo il 12,9% delle transazioni. Questo dato, oltre a mostrare quanto i consumatori preferiscano il contante alla moneta digitale, spiega l’agitazione dei cittadini italiani di fronte alla possibile difficoltà nel poter prelevare agli Atm l’1 e il 2 agosto.

“Nel 2017 - ricorda Francesco Luongo - i pagamenti digitali in Italia sono cresciuti di oltre il 10%, raggiungendo i 220 miliardi di euro di transazioni. Sebbene questi dati evidenzino la sempre maggior dimestichezza dei cittadini nell’utilizzo di questi strumenti, vi è ancora molto da fare per allineare le percentuali di transazioni dei pagamenti digitali in Italia con quelle degli altri Paesi europei".

Il report Bce si chiudeva tuttavia con prospettive positive, tanto che è lo stesso consumatore a riconoscere nei pagamenti digitali gli strumenti più comodi per effettuare i propri acquisti: infatti, il 45% degli intervistati ha dichiarato di preferire carte o strumenti di pagamento alternativi al cash, contro un 39% che rimane affezionato al contante.

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