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Il sigillo - 6 - Interludio, aspettando Natale

Dal centro ai quartieri, dai quartieri al centro, scivolando sotto quei portici che reggono i pudori e le vergogne della "gente bene", che, timbrato il cartellino, si chiude in casa e accende la televisione

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Non nevica mai quando è Natale, almeno quasi mai. Ci sono solo l'umido e la nebbia e lo smog che danno alle lucine un che di spettrale, quando le strade del centro si fanno deserte e qualche ombra fugge veloce tra i portici. 

Gli orari della cena sono ferrei, religiosi, come si addice alla città nota come "sagrestia": quando le serrande dei negozi si abbassano, c'è ancora poco tempo per finire il goto al volo e poi bisogna scappare a casa, dove c'è già la minestra col piatto sopra per non farla raffreddare. Dopo mezz'ora ci saranno solo musi lunghi. 

Ma anche chi se ne frega. Ci sono tanti nuovi garage in cui cacciarsi, mal che vada, o case di genitori ancora in preda alla febbre degli anni '80, dove mangiare qualcosa e poi uscire di nuovo, inventandosi spazi e sognando la Pantera. 

Dal centro ai quartieri, dai quartieri al centro, scivolando sotto quei portici che reggono i pudori e le vergogne della "gente bene", che, timbrato il cartellino, si chiude in casa e accende la televisione per vedere il telegiornale con la Lilli Gruber o del "mitraglia" Mentana. Dopo cena, la lettura del giornale. La mattina c'è poco tempo, solo i titoli e la pagina dei necrologi. Chissà che effetto hanno fatto qui tre morti in pochi giorni in cronaca. C'è ben altro a cui pensare. Poi qualcuno uscirà, a dare l'obolo alla puttana o allo spacciatore. 

I ragazzi della compagnia di San Lazzaro li hanno visti gli sbirri armeggiare sul loro piazzale. Niente di buono, molto di strano. I morti sono abituati a vederli per overdose o per gli schianti in moto, non sparati. Almeno per un giorno, gli Oxford e i Ciao gireranno poco distante ma con scarso interesse. A Campo Marzo, ormai, restano poche tracce della doppia esecuzione e nemmeno i cronisti si fermano più. 

Quando le serrande si abbassano, restano le ombre sotto i portici: chi fugge nei pub, con gli anfibi e l'ombelico scoperto a sfidare l'inverno, chi va ad armeggiare con la linea telefonica abusiva nello scantinato e chi va al lavoro.

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