rotate-mobile
Attualità

Addio Raffaella Carrà, il leggendario caschetto biondo della Tv italiana

A Vicenza ci passò con il Festivalbar quando fece tappa alla Fiera di Grisignano, era glamour e anche semplice, una grande donna dello spettacolo

E' stata la Regina della Tv italiana Raffaella Carrà, un'icona internazionale, un simbolo di autodeterminazione, avanguardia e modernità che, prima di tutte, ha saputo provocare, coinvolgere, divertire, conturbare anche nei decenni più bui della storia italiana.

"E' andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre". Con queste parole Sergio Japino, suo storico ex compagno ha reso nota la scomparsa. 

Ha vissuto la malattia al riparo dai riflettori, in assoluta riservatezza, "affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei", si legge in una nota diffusa nel pomeriggio dalla famiglia. Se n'è andata nel silenzio Raffaella Carrà, appena un mese dopo aver compiuto 78 anni.

La grande artista, regina di musica e tv, si è spenta alle 16.20 di oggi (5 luglio 2021), dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure ancora pieno di energia. Una forza inarrestabile la sua, che l'ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all'ultimo non l'ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza.

Negli anni '60 portò il ballo del Tuca Tuca alla Fiera di Grisignano e andò a mangiare al Ristorante il Soco.

"Varie personalità della politica della cultura e dello spettacolo hanno fatto tappa quì per gustare la poenta e baccalà e i bigoi. Tra i molti Vittorio Salvetti, vero appassionato del locale dove intuì il Festivalbar proprio dal juke-box del zocco (negli anni 60 arrivavano qui decine di pullman di giovani per sentire le canzoni), Dario Fo, Charles Aznavour, Mariano Rumor, Gianni Agnelli, Raffaella Carrà." ricorda il titolare.

Figlia del ’68, appartenente ad una generazione di giovani cresciuti con l’impeto della protesta e la voglia di abbandono dei costumi borghesi, “la Carrà viaggiò in America, dove vide il musical Hair ogni sera per un mese. Tornò a casa con la convinzione che l’intrattenimento italiano avesse bisogno di una scossa di energia“. E il suo ombelico, i ritmi intriganti e forsennati delle sue hit l’hanno resa leggenda, portando in Italia un po’ di Broadway e contaminando il varietà italiano con danze e canti sui generis, rivolgendosi ad un pubblico trasversale. La stessa Carrà disse nel 1974:” Non traggo ispirazione da nessuno: parlo ai bambini, ai papà che guardano gli sport, alle mogli, quindi all’italiano che guarda la TV, le famiglie.

Ho cantato e ballato i titoli di testa [degli spettacoli di varietà del sabato sera], la fanfara di “Ma Che Musica Maestroindossando solo un due pezzi, per la prima volta qualcuno osò esporre il proprio ombelico sulla TV nazionale. Il Vaticano e la direzione conservatrice della RAI rimasero scandalizzati“.

Lo scandalo dell’ombelico di “Ma che musica maestro” fu solo l’inizio di un’ascesa memorabile. L’anno successivo, insieme al ballerino Enzo Paolo Turchi, osò sfidare l’inosabile con la canzone “di stampo jazz” Tuca Tuca, “questo stranissimo ballo che faccio con te” in cui ci si toccava a vicenda e si ammetteva candidamente “Ti voglio“.

Fu una consacrazione unanime di pubblico, che consegnò la Carrà alla storia della tv, del costume e del glamour: top sempre più corti, forme sempre più in vista, trasmissioni sempre più popolari.

La prima showgirl

Nata a Bologna il 18 giugno 1943 come Raffaella Maria Roberta Pelloni, la ballerina e cantante Raffaella Carrà, dopo il debutto in televisione in "Tempo di danza" (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, nel 1970 approdò a Canzonissima, divenendo nota al grande pubblico. Notevole successo ottenne nel 1984 con "Pronto, Raffaella", che raggiunse ascolti straordinari per la fascia meridiana. Conduttrice di "Domenica in" (1986). Dopo una parentesi di quattro anni a Madrid, dove portò il programma "Hola Raffaella" per la televisione spagnola, è rientrata in Italia nel 1995 riproponendosi con successo in "Carramba! Che sorpresa". Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo. Nel 2007 è uscito "Raffica Carrà", raccolta videomusicale delle numerose sigle televisive che ha interpretato. 

Il ricordo del governatore Zaia

“Si è spento per sempre, oggi, uno dei volti e delle icone dello spettacolo nazionale e internazionale. Una grande donna, capace di naturale simpatia romagnola ma anche di gesti di grandissimo affetto e umanità.  Una professionista esigentissima con se stessa, severa, che della perfezione nel mestiere aveva fatto un modo di vita che la rendeva ineguagliabile e modello per generazioni di artisti. Per anni, è entrata nelle case degli italiani, nelle nostre case, quando ancora la Tv aveva lo schermo a tubo catodico. E ha continuato a farlo con maestria fino a qualche anno fa. Una figura poliedrica, che sapeva passare dalla recitazione al canto e alla conduzione, senza sbavature, con una spontaneità che nascondeva una pignola preparazione, ottenendo il riconoscimento di grande artista anche oltre oceano”. 

Sono le parole di cordoglio ed ammirazione del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, alla notizia della scomparsa di Raffaella Carrà. 

“Ricordo – ha aggiunto il Presidente - le sue parole d'amore per Venezia, colpita a novembre 2019 dall'acqua granda: "La nostra Italia è sotto a un maltempo mai così violento. Volevo dare un abbraccio a tutte le città colpite, tra frane e piogge, però soprattutto dire una piccola cosa: un abbraccio a Venezia. E cerchiamo tutti, come farò anche io, di collaborare concretamente perché questa città possa risorgere"

I funerali

Le esequie saranno definite a breve. Nelle sue ultime disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un'urna per contenere le sue ceneri. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Addio Raffaella Carrà, il leggendario caschetto biondo della Tv italiana

VicenzaToday è in caricamento