rotate-mobile
Attualità Bassano del Grappa

Siccità, per l'irrigazione razionamenti in vista

Il comprensorio del Brenta e quello della città del ponte sono tra quelli che destano maggior preoccupazione da parte della associazione dei consorzi idrici che parla di un intero Veneto a rischio: tanto che si preconizza di chiedere acqua agli invasi trentini e a quelli della provincia di Bolzano. Frattanto anche l'industria, specie quella della concia nel comprensorio dell'Agno-Chiampo è in fibrillazione per la scarsità dell'approvvigionamento

La carenza d'acqua preoccupa all'inizio della stagione irrigua non dà pace ai consorzi di bonifica veneti riuniti attorno all'Anbi, ossia l'associazione di categoria di riferimento. La quale in un dispaccio diffuso ieri 19 aprile non nasconde le preoccupazioni per una situazione descritta come critica, nel Vicentino è il Bassanese una delle aree più a rischio quanto a diminuzione delle portate per quanto riguarda il Brenta, soprattutto perché senza pioggia i razionamenti in primis ai fini agricoli sono dietro l'angolo.

PASSAGGIO SIGNIFICATIVO
Uno dei passaggi più significativi della nota redatta dal presidente di Anbi Veneto Francesco Cazzaro non lascia spazio a interpretazioni: «Le riduzioni di prelievo irriguo che si profilano sono significative: nell'ordine del 50% rispetto ai bacini dell'Adige e del Piave, del 40% rispetto a quello del Brenta e del 50% per le restanti aree irrigue regionali». Appresso un'altra considerazione: «Rispetto al bacino dell'Adige potrebbero derivare ulteriori problematiche per il fatto che, in caso permanesse la presente congiuntura climatica, le portate suddette potrebbero essere raggiunte solo con l'apporto aggiuntivo di risorse stipate negli invasi dei bacini montani delle Province autonome di Trento e Bolzano».

In ultima il presidente, che ha pubblicato il dispaccio pure sul sito di Anbi, prova a protendere lo sguardo verso il futuro: «Alla luce dell'attuale quadro di severità, i consorzi di bonifica sono impegnati - spiega il presidente di Anbi Veneto Francesco Cazzaro - nel sensibilizzare gli agricoltori sull'attuale scenario di criticità invitandoli a utilizzare software per il consiglio irriguo, tra i quali Irriframe, sistema messo a disposizione da Anbi e previsto tra le misure del Piano di sviluppo rurale veneto. Allo stesso tempo invitiamo gli agricoltori a prepararsi a una possibile futura razionalizzazione della risorsa idrica. È comunque surreale che in una regione piovosa come il Veneto, ben sei miliardi di euro di produzione agricola siano a rischio perché le piogge si concentrano in determinati periodi e non scendono quando servono alle campagne. È evidente che non possiamo più perdere neanche una goccia di pioggia e che è necessario avviare un piano per la realizzazione di bacini di invaso per lo stoccaggio dell'acqua».

FRATELLI D'ITALIA
Poco dopo la presa di posizione dei consorzi di bonifica è la politica a farsi avanti. Uno dei primi passi è quello del sindaco calaltino Luca De Carlo. Il quale è intervenuto oggi con una nota nella sua veste di senatore di Fdi: «Serve un piano idrico regionale e serve un piano idrico nazionale. Occorre realizzare nuovi bacini con i fondi del Pnrr» ossia con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza pensato dagli Stati europei e dalla Ue per superare i problemi economici e sociali legati alla emergenza Covid-19. La questione è destinata a far discutere perché la carenza d'acqua «è uno degli effetti avversi previsto con decenni d'anticipo da chi contesta l'attuale modello di sviluppo basato sui combustibili fossili e su un utilizzo del suolo ormai fuori scala».

SETTORE CONCIA: LE INDISCREZIONI
E se l'agricoltura piange l'industria non ride. Nell'Ovest vicentino dove il distretto della concia basa la proprio attività su un grande consumo d'acqua la situazione desta una certa preoccupazione. Le categoria economiche al momento non hanno lanciato proclami ma ai sindaci del comprensorio lo stato dei bacini e delle falde lungo il Chiampo e l'Agno (in foto una veduta del torrente a Trissino) sarebbe stato comunicato a più riprese dagli organismi preposti. Tanto che gli industriali del settore pelle cominciano a temere una serie di concause. Aumento dei costi dell'energia, crisi dei mercati di riferimento come quello dell'auto che chiede meno pelle, scarsità dell'acqua per i processi conciari al momento non si sono manifestati in modo drammatico, ma gli spettri all'orizzonte, questa la preoccupazione che circola nell'ambiente sindacale, non si stanno diradando.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Siccità, per l'irrigazione razionamenti in vista

VicenzaToday è in caricamento