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Coronavirus, Zaia presenta nuovo piano di sanità pubblica: 5 fasi di emergenza

Il presidente della Regione Veneto: «Arriveremo a 1000 posti di terapia intensiva, la Fase 3 prevede la riapertura dei Covid-hospital»

Presentato da Luca Zaia, in diretta dalla sede della Protezione Civile di Marghera,  il nuovo Piano di Salute Pubblica per il Veneto, assieme ai numeri dell'infezione da Covid-19 in Veneto.  Sono 490 i positivi in più in Veneto nelle ultime 24 ore, per 10256 positivi totali. Le 124 persone in più in isolamento hanno invece portato il complessivo a 13185. Sono  invece 537 i pazienti ricoverati, 61 dei quali in terapia intensiva, 9 in più rispetto a lunedì. Mentre sono 2268 i decessi registrati finora, 4387 i dimessi. I sintomatici a domicilio positivi sono 376, il 3,8% su 9746 positivi. Più test rapidi e meno molecolari, per un totale di 25 mila al giorno: sono le cifre del lavoro messo in campo dalla sanità regionale e forniti da Zaia, che poi ha confermato di seguire «l'apertura dei punti h24 per i tamponi».

Piano di Salute Pubblica in cinque fasi

Zaia ha presentato il Piano di Salute Pubblica per le prossime settimane «Approvato dal Comitato Tecnico Scientifico, abbiamo identificato cinque fasi. Il 13 marzo, al primo piano di sanità pubblica, avevamo già 111 malati in terapia intensiva e siamo partiti da lì». Saranno 200 i posti di terapia intensiva ai pazienti «non Covid mentre rispetto alle 494 pre Covid, le postazioni di terapia intensiva ora sono mille. A fine primavera non le abbiamo smantellate», ha detto il presidente veneto, che sull'ospedale donato dal Qatar ha poi specificato che è «pronto e montato, ma al momento mancano i letti».

I tecnici della Regione hanno identificato 5 fasi di pericolosità del virus in base ai ricoverati in terapia intensiva e nelle aree non critiche degli ospedali. «Lo scorso piano di sanità che avevamo fatto era stato diffuso il 13 marzo con 111 malati Covid in Terapia intensiva. La punta massima di ricoveri era stata 356 pazienti a marzo». Sparte dalla Fase verde, quella iniziale: da 0 a 50 pazienti Covid ricoverati in Terapia intensiva. Da 51 a 150 ricoveri scatta la Fase azzurra. Da 151 a 250 la Fase Gialla, da 251 a 400 posti occupati la Fase Arancione, da 400 posti fino a mille, infine, è individuata la fase più grave, quella Rossa.

I letti per arrivare a mille posti sono conservati dalla Regione in appositi depositi e verranno aperti solo in caso di aumento esponenziale dell'emergenza. Ad oggi il Veneto è in Fase 2, quella "Azzurra". La Fase 3 prevede l'attivazione dei Covid-hospital raggiunto il limite dei 150 pazienti Covid in Terapia intensiva. La quinta fase prevede che gli ospedali si occupino solo dei pazienti Covid. «L'emergenza Covid è l'impossibilità di curare pazienti ordinari e io la paralisi degli ospedali non la voglio - spiega Zaia, che precisa - In caso di emergenza abbiamo ancora pronto l'ospedale donato dal Qatar. Con questo progetto prevediamo di avere a che fare con il virus per tutto l'inverno. La fortuna è che il Veneto non è considerato area metropolitana. L'importante è che la gente capisca che questa emergenza porta al collasso degli ospedali. Ad oggi la provincia più sofferente è quella di Belluno, ad oggi è nella Fase 2 più avanzata. I costi sanitari, nel frattempo, hanno superato i 300 milioni di euro»

Il dottor Paolo Fattori, presente in conferenza stampa, ha spiegato: «Il nuovo piano considera due varianti: i posti Covid in Terapia intensiva e in Area non critica. Per quest'ultima le fasce sono simili a quelle delle terapie intensive. L'indice di rischio nasce dalla combinazione di entrambe le matrici, il Piano è stato studiato a livello regionale ma verrà declinato per ogni singola provincia del Veneto». La raccomandazione essenziale è comunque quella di «mettere le mascherine altrimenti non saremo in grado di sostenere l'emergenza se i numeri continueranno a salire nei prossimi giorni».

Le Fasi 

La fase verde si identifica con una situazione che veda occupati da 0 a 50 posti letto Covid e prevede l’utilizzo di posti letto isolati in ospedali hub & spoke; viene preservata l’attività ordinaria in modo diffuso in ogni ospedale; non viene sospesa alcuna attività, salvo un eventuale ritardo nelle prestazioni programmate.

La fase azzurra (quella in cui si trova oggi il Veneto con 61 ricoverati in terapia intensiva) si ha quando i posti letto di terapia intensiva Covid occupati sono da 51 a 150. In questo caso, si prevede l’attivazione di posti letto aggiuntivi negli ospedali hub & spoke e l’attivazione parziale di posti di terapia intensiva del Centro Regionale Urgenza Emergenza; si preserva l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke; si riorganizza l’attività ordinaria con eventuale sospensione (o ritardo) dell’attività programmata.

La fase gialla scatta da 151 a 250 posti letto di terapia intensiva occupati e prevede l’attivazione dei Covid-Hospital; quella progressiva dei posti di terapia intensiva del Centro Regionale Emergenza Urgenza e quella di posti aggiuntivi ordinari e subintensivi. Viene preservata l’attività ordinaria negli ospedali hub & spoke e l’attività ordinaria e di emergenza negli hub. E’ prevista una riduzione dell’attività ordinaria nei Covid hospital con trasferimento delle attività d’urgenza.

La fase arancione scatta tra 251 e 400 posti letto di terapia intensiva Covid occupati e prevede anche l’utilizzo di posti letto ricavabili da sale operatorie nei Covid Hospital. In questo caso l’attività ordinaria è preservata solo negli ospedali hub, mentre scatta una parziale riduzione di attività negli ospedali spoke.

Infine la fase più critica, quella rossa, che scatta al di sopra dei 400 posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. In questo caso si utilizzeranno posti letto, anche a coorte, negli hub. L’attività di emergenza sarà preservata negli ospedali hub, mentre sarà sospesa anche negli hub l’attività ordinaria.

Lo stesso meccanismo si utilizza per la valutazione della situazione in area non critica. La fase verde si configura quando sono occupati da 0 a 300 posti letto; la fase azzurra da 301 a 900 posti occupati; la fase gialla da 901 a 1.500 letti occupati; la fase arancione da 1.501 a 2.400 posti occupati; la fase rossa oltre i 2.400 letti occupati.L’attivazione delle singole fasi avviene a livello provinciale, tenendo in considerazione anche quanto emerge dai Piani di Attivazione Aziendali che i Direttori Generali predisporranno entro il 31 ottobre prossimo.

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