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Hub San Lazzaro? Da Pavan «atteggiamento strafottente»

A margine della celebrazione «dell'Epifania della terra» il coordinamento ecologista Covepa attacca il sindaco della città del ponte gettando ombre pesanti sulla possibile maxi lottizzazione logistica propugnata da tempo da un pool di privati: e non mancano le scudisciate ad alcuni settori del centrosinistra della politica regionale veneta

In relazione alla ventilata maxi lottizzazione in zona San Lazzaro il sindaco bassanese Elena Pavan avrebbe tenuto un atteggiamento «strafottente e oltremodo sciocco», che denota peraltro una scarsa sensibilità nei confronti delle condizioni degli habitat. Questo è il j'accuse distillato ieri 6 gennaio dall'architetto Massimo Follesa, vicepresidente del coordinamento ecologista Covepa, a margine dell'«Epifania della terra», ovvero la messa a sfondo ambientalista che viene celebrata ogni anno in un luogo diverso del Veneto da don Albino Bizzotto dei Beati costruttori di pace: celebrazione che ieri per l'appunto è avvenuta nei campi di San Lazzaro in via Riva Bianca. «Pavan - rimarca l'architetto - che sull'argomento ha pure pubblicato una nota sul blog della associazione - palesemente indispettita per lo stop temporaneo che i suoi uffici hanno decretato per la maxi lottizzazione di San Lazzaro, alcuni giorni fa se n'é uscita spiegando che le campagne del quartiere», oggetto di un progetto (si parla di hub ossia di polo logistico-produttivo) ripresentato in questi giorni da un pool di imprese, «sono de facto una landa desolata e per questo vanno lottizzate, dando spago così ai desiderata di quei privati che in maniera assai poco adamantina, hanno iniziato un percorso ancor oggi avvolto nel mistero». Poco importa poi, spiega Follesa ai taccuini di Vicenzatoday.it «che il capo dell'esecutivo municipale abbia poi precisato il suo pensiero spiegando che si riferiva ad un territorio già ferito a causa della presenza della Superstrada pedemontana veneta, visto che siamo proprio di fronte al caso in cui il rattoppo è ancor peggio della scucitura».

FA CAPOLINO IL NOME DI AMAZON
Ad ogni modo nella nota di Follesa c'è un passaggio di fuoco nel quale l'architetto accenna ad un dettaglio che potrebbe rivelarsi imbarazzante. Secondo l'architetto il percorso intrapreso dai privati per giungere al loro obiettivo non può essere ignoto al sindaco dato che alcuni soggetti che avrebbero operato in nome o per conto degli interessi della multinazionale «Amazon» e che in qualche modo a quest'ultima possono essere messi in correlazione spiegherebbero il loro punto di vista sulla possibile lottizzazione a San Lazzaro in una «relazione del giugno 2021, pubblicata» unitamente ai documenti relativi all'asta giudiziaria in corso per la vendita proprio di quei terreni. Stando a quelle carte, rivendica il vicepresidente, sarebbe la stessa amministrazione bassanese o quanto meno alcuni uffici in seno a quest'ultima, a illuminare i privati circa l'esatto iter amministrativo da seguire: ovvero quello della pratica accelerata che in forza della normativa nazionale e regionale può essere presentata presso il Suap del comune interessato, ossia lo Sportello unico attività produttive.

NEL MIRINO ANCHE AMBIENTI «DEL CENTROSINISTRA»
Si tratta di parole durissime cui Follesa aggiunge poco dopo un carico di briscola: «Viene evidente a tutti che il tempo per il dialogo, la Pavan lo trovi solo con gli immobiliaristi di Amazon. Per di più l'uscita della Pavan è la dimostrazione, politicamente parlando, che già prima delle elezioni amministrative, qualcuno in alto loco si era preso la briga di sondare quella possibilità, non solo con la parte tecnica dell'amministrazione, ma pure con alcuni settori del centrodestra e del centrosinistra, quanto meno in ambito regionale veneto». Tanto che «alla Pavan chiediamo: abbiamo a che fare con un primo cittadino o con una mediatrice immobiliare?». Il sindaco «abbia il coraggio di dircelo e - scrive Follesa - non si nasconda dietro una stizza così evidente da risultare comica. Iniziative come quella prevista a San Lazzaro - attacca ancora il Covepa - vanno combattute in modo oltranzista e radicale: sia per le conseguenze sul piano ambientale sia per i pregressi, che sono tutt'altro che intrisi di trasparenza».

RETROSCENA LEGHISTA
In ultimo c'è la chiusa: «Sappiamo bene che, uno dei fattori principali per cui il piano per il momento è rimasto in ghiacciaia, è da riferirsi alle diatribe interne al Carroccio: nel quale la base, in questo frangente d'accordo con l'ala più vicina al ministro Matteo Salvini, si è messa di traverso, rispetto alle mire della corrente che in qualche modo fa riferimento al governatore Luca Zaia. Corrente che è da tempo appoggiata da settori del centrosinistra inequivocabilmente schierati con una concezione così becera di sviluppismo da fare quasi, ribadisco quasi, tenerezza. Non dimentichiamoci poi che il motore primo, di tutta questa giostra urbanistica, rimane la Superstrada pedemontana veneta o Spv: un'opera tanto infausta quanto vomitevolmente osannata o ipocritamente accettata: da molti ignavi, da molti trogloditi e da molti interessati, ma per fortuna una minoranza, umanamente, eticamente e culturalmente superiore, non la pensa cosí». Delle querelle infinita sulla Spv ieri peraltro si è ccupato anche il Venerdì di Repubblica. Ad ogni modo don Bizzotto peraltro in un breve intervento dopo l'eucarestia (cui hanno partecipato circa trecentopersone), senza fare riferimenti personali, ha però bacchettato «coloro che antepongono la brama di potere alla salubrità dell'ambiente». Ma come la pensa Pavan in merito agli strali del Covepa? Chi scrive ha contattato il sindaco per conoscere il suo punto di vista. Tuttavia dal primo cittadino, almeno per il momento, non è giunto alcun commento.

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